Giornale di Brescia
Giovedì 4 ottobre 2001

 ECONOMIA E FINANZA  

L’identikit della prima tornata di corsi di formazione professionale organizzata dalla Provincia
Apprendisti per l’ufficio e il cantiere

 

Stefano Saglia

  

BRESCIA - Amministrazione e lavoro d’ufficio è stato il «segmento» con più corsi organizzati (44 su 206), seguito dall’edilizia con 26, dall’industria e dall’artigianato, rispettivamente con 26 e 22, dal segmento elettricità ed elettronica con 25, il tessile con 17, il commercio con 15, l’acconciatura ed estetica con 10. È questo l’identikit della prima tornata dei corsi per gli apprendisti organizzati dall’Amministrazione provinciale, così come escono dall’analisi dell’Ufficio statistica. Un quadro, quello fornito, che rappresenta un discreto indice anche della domanda occupazionale e quindi delle dinamiche dei vari comparti dell’economia bresciana. Interessante anche il dato relativo alla mortalità, ossia all’abbandono formativo da parte degli apprendisti. Ebbene la «mortalità formativa» complessiva misurata in termini di differenza tra gli iscritti all’inizio e alla fine dei corsi è stata di 591 unità, pari a -18,2%. Nel corso dell’anno formativo 2000/2001, la Provincia di Brescia ha finanziato 206 corsi per la formazione esterna alle aziende di apprendisti per complessivi 3.252 allievi. Sono stati interessati ben 26 Enti gestori, ai quali è stato affidato un numero di corsi variabile da un minimo di uno, come nel caso dell’Enaip di Botticino e del Cfp Hotel Excelsior, ad un massimo di 25, come nel caso della Scuola edile bresciana. Il numero di iscritti per ogni corso è variato da un minimo di 9 ad un massimo di 24. Gli apprendisti formati sono stati 3.252, quelli che potrebbero essere interessati all’anno in corso sono 16mila. I dati, forniti dal vicepresidente della Provincia, Stefano Saglia, mettono in evidenza l’impegnativa nuova frontiera sulla quale è impegnato l’Ente locale. La normativa che prevede l’obbligo formativo, infatti, è recente e lo scorso anno ha messo in moto un marchingegno complesso, che ha impegnato per mesi gli uffici a censire gli apprendisti. Dal quadro d’insieme è stato poi messo in atto il secondo stadio dell’operazione, ossia l’indentificazione dei soggetti atti a formare, con la preoccupazione di tenere i corsi in condizioni logistiche che non andassero a gravare sulle imprese e sui lavoratori. La Provincia ha identificato ben 30 figure professionali ed ha attivato, come s’è detto, 206 corsi, distribuiti in 26 enti. Per ridurre i disagi, è nel frattempo intervenuto un accordo, che entra in piena operatività con il prossimo ciclo formativo, che prevede l’attivazione di stage aziendali accanto alle ore di formazione in aula. Le ore formative, in totale, come è previsto dalla legge, sono 120, ma una parte di queste è stato possibile dirottarle in formazione sul posto di lavoro. La novità, che alleggerisce l’impegno per le aziende e per gli apprendisti, è il frutto di una concertazione con sindacati e associazioni datoriali, avvenuto al «tavolo» provinciale del «patto per il lavoro» e tiene conto delle diversità riguardanti le varie figure professionali e i singoli contratti collettivi nazionali di lavoro. Riguardo all’impegno finanziario, la Provincia ha messo in cantiere 4 miliardi ai quali si è aggiunta la cifra di un miliardo e 200 milioni relativa all’implementazione della formazione per quelle categorie di apprendisti che al primo ciclo di 120 ore devono aggiungerne un secondo di pari impegno orario. Per il secondo anno di formazione quanto è in arrivo sul piano finanziario, per quanto si possa ipotizzare, pare essere comunque inadeguato, fatte le debite proporzioni, con la marea di ben 16mila apprendisti che si sta presentando all’appello. Silvano Danesi