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BRESCIA
- L’assessore provinciale all’Ambiente avv. Enzo Cossu nella
seduta di lunedì ha presentato alla Giunta provinciale gli
elaborati relativi al nuovo progetto di Piano cave 2002-2011
per il «settore sabbia-ghiaia». Si tratta del primo passo
nella complessa procedura che porterà alla sostituzione del
Piano attualmente in vigore, approvato nel 1990. La Giunta,
dopo approfondito esame, ha dato atto della conclusione dei
lavori di predisposizione del progetto da parte dell’Area
ambiente della Provincia, dando con ciò avvio alla fase di
deposito degli elaborati e quindi alle successive fasi delle
osservazioni e dell’acquisizione dei pareri previsti dalla
legge ai fini della predisposizione della proposta definitiva,
la cui adozione compete al Consiglio provinciale e la cui
successiva approvazione spetta alla Regione Lombardia. Il
progetto illustrato dall’ass. Cossu vuole rappresentare una
razionalizazzione della situazione esistente in questo settore
e certamente costituisce un importante passo avanti, in quanto
tende a limitare gli impatti ambientali (non si prevedono
nuovi ambiti nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico o a
rischio idrogeologico). La proposta intende porsi in
continuità con il Piano cave vigente, così come integrato
dalla Regione nel 1999 attraverso la cosiddetta revisione. Ne
razionalizza tuttavia i contenuti, dal momento che non
compaiono più numerose previsioni che non avrebbero alcuna
concreta attuazione in termini di attività estrattiva. Basti
pensare che il vecchio piano e ancor più il progetto di nuovo
piano proposto dalla Giunta Lepidi, che non giunse all’esame
del Consiglio provinciale, contemplavano un numero molto
elevato di cave, buona parte delle quali, in realtà, erano già
sfruttate o comunque, per vari motivi, non si potevano
sfruttare.Il numero degli ambiti entro i quali si propone
l’escavazione è dunque stato ridotto e i Comuni interessati
sono sede, per la maggior parte, di cave storiche. I
principali elementi costitutivi della proposta sono la
relazione generale, la stima dei fabbisogni, l’analisi
ambientale e le schede tecniche relative alle aree che saranno
interessate dall’attività, i cosiddetti Ambiti territoriali
estrattivi (Ate). Per quanto riguarda uno dei temi
fondamentali del nuovo piano, quello delle cave di Brescia, il
progetto propone una progressiva dismissione delle cave di San
Polo e Buffalora, nelle quali si prevede una escavazione
limitata. Si tratta di una novità di grande rilievo che si
intende introdurre nello strumento pianificatorio, modificando
completamente l’orientamento che era stato espresso nel 1999
dalla precedente Giunta, che aveva previsto un’ulteriore
escavazione decennale. «Senza penalizzare le imprese, ma anzi offrendo loro
una prospettiva certa - sottolineano Cavalli e Cossu - abbiamo avviato la
soluzione del recupero ambientale di San Polo-Buffalora,
atteso dai cittadini da anni». Il progetto del nuovo Piano
sarà depositato per 60 giorni, a partire da lunedì 22.
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