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La
zona di via Roma, a San Sebastiano, per la quale si sta
lanciando il bando pubblico
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Fabbriche
nelle montagne e nuovo tessuto urbano: così Lumezzane
si vuol riqualificare
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BRESCIA
- Una «piazza» per Lumezzane: un’agorà, un punto di
riferimento per la Valgobbia, un luogo d’incontro per
giovani e meno giovani, una «cifra» d’identificazione
della comunità locale: l’Amministrazione comunale, guidata
dal sindaco Lucio Facchinetti, punta a riqualificare il
tessuto urbano e nel contempo a creare quell’identità
comunitaria, che è finora mancata ad un agglomerato cresciuto
tumultuosamente ai bordi della strada, unificato soltanto
dalla religione del lavoro. E lo fa con un progetto ambizioso,
che mira ad unire le risorse di pubblico e privato,
coinvolgendo il secondo in un’operazione del valore alla
fine di non meno di 20 miliardi, per di più conseguendo
sensibili economie di costi. Un’operazione ambiziosa quanto
ardua in una terra in cui quasi per vocazione ancestrale le
individualità tendono a prevalere sulle iniziative
comunitarie. L’Amministrazione Facchinetti, che si
attribuisce il merito di aver avviato in poco tempo opere
pubbliche per il valore di 18 miliardi e mezzo e che punta con
egual vigore all’operazione titanica di trasferire le
attività produttive nelle viscere della montagna, accetta e
rilancia la sfida. Lo ha fatto ieri dalla sede del Collegio
costruttori di Brescia, il cui presidente, Alberto Giacomelli,
salutando i convenuti, non poteva che augurarsi che a
realizzare queste opere sia alla fine un’impresa bresciana.
Schieramento compatto per presentare un’operazione destinata
veramente a cambiare il volto di Lumezzane: a fianco del
sindaco Facchinetti, l’assessore all’Urbanistica Ernesto
Pasotti, il responsabile tecnico Gian Piero Pedretti e il
consulente del Comune di Lumezzane nel settore, il docente
universitario prof. Francesco Karrer; sul fronte del Collegio
il direttore Angiolino Legrenzi. I termini dell’operazione
sono estremamente semplici: l’Amministrazione comunale
rinuncia al vecchio progetto di ampliamento e ristrutturazione
della sede municipale (costo previsto 8 miliardi) ed affronta
un intervento di riqualificazione urbana a carico dell’area
ex produttiva di via Roma (5.685 metri quadrati), acquisita
una dozzina d’anni fa al costo di circa 3 miliardi. A questa
somma (che nel frattempo ha incrementato il suo valore,
considerata la centralità dell’ubicazione), aggiunge altri
6 miliardi a disposizione di chi vuole assumersi l’incarico
di realizzare il piano integrato, consegnando alla fine all’Amministrazione
la nuova sede municipale. Insieme al nuovo municipio (5mila
metri quadrati di superficie distribuita su 5 piani) nell’area
di via Roma sorgeranno la grande «agorà» con relativi
percorsi pedonali per un totale di 2.500 metri quadrati,
abitazioni per altri 1.300 mq, terziario commerciale (in
prevalenza negozi ed uffici) per altri 1.300 mq, parcheggi
interrati (280 posti-auto per un totale di 5.000 mq).
Completeranno il tutto aree verdi per 1.500 metri quadrati.
Relativamente nuovo, come si è detto, anche il percorso
realizzativo: non già il consueto appalto, ma un concorso a
livello europeo, nel quale la Commissione giudicante sarà
chiamata a scegliere non soltanto in base alla convenienza dei
prezzi, ma ancor più secondo l’esigenza di una
riqualificazione in primo luogo estetica della città. I tempi
d’attuazione ovviamente non possono essere brevi: ci
vorranno innanzitutto 90 giorni dal bando (imminente) per il
progetto preliminare; quindi 45 giorni per l’approvazione da
parte del Consiglio comunale dell’apposita commissione
giudicante con professionisti di alta vaglia nonchè per l’approvazione
del programma integrato d’intervento. Altri 120 giorni
saranno richiesti dalla stesura del progetto esecutivo e per
la variante al Prg, cui seguiranno i tempi richiesti per la
convenzione tra Amministrazione ed impresa aggiudicatrice dell’intervento.
In pratica non si cominceranno i lavori prima del 2003; il
municipio dovrebbe essere pronto per il 2005, il resto due
anni dopo. L’attuale sede municipale verrà ristrutturata
con un intervento leggero per ospitare le sedi delle varie
associazioni, ma anche la nuova biblioteca, data l’insufficienza
della sede attuale. Un progetto ambizioso, ma al contempo - se
ci viene concesso - mutilato: quando l’area industriale di
via Roma venne dismessa, fu smembrata e venduta parte all’oratorio
(che vi ha ricavato un campo di calcio) e parte al Comune.
Perchè non ricercare un accordo che, coinvolgendo la
parrocchia - da tutelare sotto ogni aspetto - comprenda nel
programma d’intervento anche l’area del campo sportivo? Si
potrebbe garantire una nuova struttura oratoriale forse più
funzionale e certamente più armonicamente inserita nel nuovo
comparto.
Graziano Guerini
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