Giornale di Brescia
Martedì 5 marzo 2002

 
 ECONOMIA E FINANZA  

I promotori rappresentano 30mila aziende. Bonomi (Aib): «Aperti ad Api e artigiani»
Un G-7 per l’economia bresciana
Sicurezza, infrastrutture, immigrati: il manifesto di 7 associazioni imprenditoriali

 

I rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali: ieri hanno presentato in Aib un programma congiunto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BRESCIA - Sette organizzazioni d’impresa in rappresentanza di 30 mila aziende con 200 mila addetti. Si sono ritrovate ieri in Associazione industriale bresciana, le sette associazioni che hanno steso una sorta di "manifesto" sulle priorità individuate per l’economia bresciana prefigurando una linea d’azione comune su infrastrutture, sicurezza e immigrazione. Aib-Ascom-Confesercenti-Collegio Costruttori-Fai-Coldiretti-Unione agricoltori, queste le organizzazioni, hanno presentato ieri la prima piattaforma congiunta che presenteranno e sosterranno nei confronti di Governo, Regione, Provincia e Comune di Brescia sui temi indicati sopra: in primo luogo le infrastrutture, quindi la sicurezza e l’immigrazione. Per le infrastrutture, 4 le "filiere" individuate: viabilità, aeroporto di Montichiari, polo fieristico e metropolitana; sulla sicurezza ci si propone di proseguire il lavoro di monitoraggio e proposta avviato nei mesi scorsi con la prima indagine dell’Aib e che proseguirà nei prossimi giorni con il convegno dell’11 marzo che darà conto dei primi risultati del lavoro dell’Osservatorio per la sicurezza; sul fronte immigrazione, infine, le 7 organizzazioni concordano nel ritenere indispensabile accompagnare «la politica dell’immigrazione con politiche abitative e di formazione professionale e sociale». Le organizzazioni, rappresentate dai rispettivi presidenti, hanno precisato, in esordio, il carattere aperto della proposta: nessuna porta chiusa - ha detto Aldo Bonomi, presidente Aib - nei confronti, in particolare, delle organizzazioni artiginae e dei colleghi dell’Api: «Abbiamo deciso di partire perchè ci pareva che fra queste organizzazioni ci fosse una sintonia sperimentata ampiamente in sede di Camera di commercio. Ma - ripeto - il gruppo dei 7 può tranquillamente ampliarsi». Sui tre temi individuati per l’esordio congiunto, si sono brevemente soffermati i rispettivi presidente; unico assente, fra i firmatari del "manifesto", Franco Ferrari della Coldiretti trattenuto a Roma per altri impegni ma, ripetiamo, in sintonia con l’iniziativa. Francesco Bettoni (Unione Agricoltori) ha sottolineato l’impegno del primario nell’integrazione degli immigrati, oggi considerati una risorsa indispensabile per l’agricoltura. Alberto Giacomelli (Collegio costruttori) ha sottolineato il gap che oggi separa Brescia dalla media nazionale ed europea in particolare sul fronte infrastrutturale; se non si sbloccano i cantieri, rischiamo lo stop allo sviluppo: è difficile pensare di crescere - ha detto Giacomelli - con una rete viaria di 30 anni fa. Un tema ripreso da Antonio Petrogalli, presidente della Fai (1200 aziende dell’autotrasporto rappresentate, 10 mila addetti, 8 mila veicoli), che ha chiesto con forza aree di sosta, servizi davanti alla Dogana, il via libera all’interporto, concludendo poi ricordando un’ovvietà spesso disconosciuta: se non girano i camion si fermano le fabbriche. Sulla sicurezza si sono soffermati, in particolare, Ferrucchio Rossi Thielen (Ascom) e Piergiorgio Piccioli (Confesercenti): «Quel che serve è un inasprimento delle leggi o una restrizione di quelle esistenti: il centro città e il Basso Garda si segnalano - ha detto il presidente Ascom - come zone a rischio elevato», mentre Piccioli ha rimarcato la inderogabilità di interventi sulla viabilità: via libera alla metropolitana - ha detto Piccioli - purchè accompagnata da una sana politica della viabilità che consenta al commercio di vivere».