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I
rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali:
ieri hanno presentato in Aib un programma congiunto
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BRESCIA
- Sette organizzazioni d’impresa in rappresentanza di 30
mila aziende con 200 mila addetti. Si sono ritrovate ieri in
Associazione industriale bresciana, le sette associazioni che
hanno steso una sorta di "manifesto" sulle priorità
individuate per l’economia bresciana prefigurando una linea
d’azione comune su infrastrutture, sicurezza e immigrazione.
Aib-Ascom-Confesercenti-Collegio
Costruttori-Fai-Coldiretti-Unione agricoltori, queste le
organizzazioni, hanno presentato ieri la prima piattaforma
congiunta che presenteranno e sosterranno nei confronti di
Governo, Regione, Provincia e Comune di Brescia sui temi
indicati sopra: in primo luogo le infrastrutture, quindi la
sicurezza e l’immigrazione. Per le infrastrutture, 4 le
"filiere" individuate: viabilità, aeroporto di
Montichiari, polo fieristico e metropolitana; sulla sicurezza
ci si propone di proseguire il lavoro di monitoraggio e
proposta avviato nei mesi scorsi con la prima indagine dell’Aib
e che proseguirà nei prossimi giorni con il convegno dell’11
marzo che darà conto dei primi risultati del lavoro dell’Osservatorio
per la sicurezza; sul fronte immigrazione, infine, le 7
organizzazioni concordano nel ritenere indispensabile
accompagnare «la politica dell’immigrazione con politiche
abitative e di formazione professionale e sociale». Le
organizzazioni, rappresentate dai rispettivi presidenti, hanno
precisato, in esordio, il carattere aperto della proposta:
nessuna porta chiusa - ha detto Aldo Bonomi, presidente Aib -
nei confronti, in particolare, delle organizzazioni artiginae
e dei colleghi dell’Api: «Abbiamo deciso di partire perchè
ci pareva che fra queste organizzazioni ci fosse una sintonia
sperimentata ampiamente in sede di Camera di commercio. Ma -
ripeto - il gruppo dei 7 può tranquillamente ampliarsi». Sui
tre temi individuati per l’esordio congiunto, si sono
brevemente soffermati i rispettivi presidente; unico assente,
fra i firmatari del "manifesto", Franco Ferrari
della Coldiretti trattenuto a Roma per altri impegni ma,
ripetiamo, in sintonia con l’iniziativa. Francesco Bettoni
(Unione Agricoltori) ha sottolineato l’impegno del primario
nell’integrazione degli immigrati, oggi considerati una
risorsa indispensabile per l’agricoltura. Alberto Giacomelli
(Collegio costruttori) ha sottolineato il gap che oggi separa
Brescia dalla media nazionale ed europea in particolare sul
fronte infrastrutturale; se non si sbloccano i cantieri,
rischiamo lo stop allo sviluppo: è difficile pensare di
crescere - ha detto Giacomelli - con una rete viaria di 30
anni fa. Un tema ripreso da Antonio Petrogalli, presidente
della Fai (1200 aziende dell’autotrasporto rappresentate, 10
mila addetti, 8 mila veicoli), che ha chiesto con forza aree
di sosta, servizi davanti alla Dogana, il via libera all’interporto,
concludendo poi ricordando un’ovvietà spesso disconosciuta:
se non girano i camion si fermano le fabbriche. Sulla
sicurezza si sono soffermati, in particolare, Ferrucchio Rossi
Thielen (Ascom) e Piergiorgio Piccioli (Confesercenti): «Quel
che serve è un inasprimento delle leggi o una restrizione di
quelle esistenti: il centro città e il Basso Garda si
segnalano - ha detto il presidente Ascom - come zone a rischio
elevato», mentre Piccioli ha rimarcato la inderogabilità di
interventi sulla viabilità: via libera alla metropolitana -
ha detto Piccioli - purchè accompagnata da una sana politica
della viabilità che consenta al commercio di vivere».
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