Mercoledì 1 Maggio 2002
Collegio Costruttori. Il bilancio del 2001 e i temi dell’assemblea di sabato
Edilizia, la crescita continua
L’occupazione aumenta per il terzo anno di fila

Un 2001 positivo (il fatturato è di 2,2 miliardi di euro), con buone indicazioni per il 2002. E ancora: sì alle ultime novità in materia legislativa, tra cui la Tremonti, e un attacco all’Amministrazione comunale di Brescia, accusata di isolazionismo. Sono questi gli elementi sui quali il Collegio Costruttori di Brescia fonda l’analisi dell’esercizio 2001 per l’edilizia della provincia: un anno che ha confermato la ripresa, in atto ormai dal 1998, grazie anche alla vivacità del mercato immobiliare. Lo ha sottolineato ieri il presidente Alberto Giacomelli durante l’incontro con la stampa nella sede cittadina del Collegio, in via Foscolo. Giacomelli ha illustrato i temi dell’assemblea annuale, in programma sabato 4 maggio alla multisala Oz e alla quale interverranno gli onorevoli Francesco Stradella e Michele Vianello, rispettivamente vice presidente e memebro della Commissione ambiente e territorio della Camera; Alessandro Moneta, assessore regionale al territorio e all’urbanistica; Claudio De Albertis, presidente nazionale dell’Ance. Ieri con Giacomelli c’erano i vicepresidenti Vitaliano Gaidoni, Mario Parolini e Arturo Dotti e il direttore Angiolino Legrenzi.
IL 2001 - «Per Brescia l’andamento del comparto costruzioni è stato positivo - sottolinea Giacomelli - Per il terzo anno consecutivo l’occupazione è cresciuta di quasi mille unità. Dai 16.000 operai iscritti in Cassa edile nel 1998, siamo passati a 19.000. Lo stesso mercato immobiliare, che per sua natura è soggetto ad alti e bassi, ha registrato un proseguimento della fase favorevole anche per tutto il 2001e per i primi mesi del 2002. Comunque, a ogni periodo di mercato sostenuto fa seguito una stagione meno positiva».
Le prospettive sono incoraggianti, considerato che in Italia, e anche a Brescia, la maggior parte degli edifici ha più di 30 anni e presto supererà quota 40. Evidenti le necessità di adeguamento.
GOVERNO E LEGGI - L’andamento positivo del settore edilizio, secondo Giacomelli, è dovuto anche alla legge Tremonti che, sottolinea il presidente del Collegio Costruttori di Brescia, «agevola gli investimenti, detassando gli utili. Inoltre, nell’ultimo anno, le novità legislative sono andate nella direzione da noi sempre auspicata».
Ma l’Italia ha un’occasione che non può lasciarsi sfuggire: «Il nostro Paese ha grande bisogno di nuove infrastrutture - sottolinea Giacomelli -: c’è bisogno di investimenti ingenti. Noi siamo pronti. Il Governo in carica e l’opposizione avevano fatto dell’ammodernamento delle infrastrutture uno dei cardini della campagna elettorale. Ma partiamo da un arretrato notevole e dunque c’è molto da fare: lasciar cadere questa opportunità significa perdere competitività».
LA POLEMICA - Lo scorso anno il Collegio Costruttori aveva contestato la lentezza dell’iter burocratico del Prg, considerato un danno per la città. Ora, dopo la sentenza del Tar che ha bocciato il Piano («Una decisione che abbiamo accolto con favore, visti anche i nostri rilievi pre - sentenza»), Giacomelli (sollecitato anche dall’assemblea dei soci del Collegio) riparte all’attacco del Comune di Brescia: «Nonostante la nostra disponibilità a collaborare, ormai l’Amministrazione si è chiusa in se stessa - attacca il presidente del Collegio Costruttori -, preferendo elaborare scelte senza preventive consultazione esterne».
È il caso del Piano di recupero del Carmine e del bando di assegnazione delle aree di San Polino: «Tutte le decisioni che riguardano gli imprenditori del settore edile sono state prese senza ascoltare nessuna associazione di categoria. Noi non vogliamo disturbare nessuno. Il Comune è libero di decidere autonomamente, noi però lo siamo altrettanto di contestare il suo operato quando lo riteniamo opportuno. E su questioni di nostra pertinenza, ci piacerebbe il confronto».
IL LAVORO NERO - Resta uno dei grandi problemi del comparto: «Non è cambiato granchè - ammette Giacomelli - È una piaga che prima di tutto danneggia le nostre imprese. Un buon deterrente è senz’altro la proposta di sanzioni pesanti per chi commette irregolarità contributive. La linea della nostra categoria è quella di individuare strumenti che premino impegno, professionalità e, allo stesso tempo, riducano la forbice fra costo e retribuzione reale nelle buste dei nostri collaboratori. Solo così potremo tornare veramente a cogliere qualche successo nella lotta al lavoro irregolare».
L’ASSEMBLEA - Sabato, alla multisala Oz, si discuterà dei problemi connessi alla prossima legislazione urbanistica, in discussione sia in sede nazionale che regionale: «La domanda di case è ancora alta e sta diversificando le proprie caratteristiche. In Italia, nel settore delle costruzioni, gli investimenti globali per il soddisfacimento di esigenze primarie, per la modernizzazione e la dotazione di nuove infrastrutture, non raggiungono l’8 per cento del prodotto interno lordo: siamo ben al di sotto della media europea. Nella nostra provincia 30.000 famiglie non riescono a soddisfare una propria aspirazione primaria. Questo significa - conclude Giacomelli - che una politica urbanistica, accompagnata da una legislazione coerente, non è più rinviabile».
Vincenzo Corbetta