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Il
Collegio bresciano in assemblea, dopo un anno in
crescita, teme un periodo di vacche magre
Costruttori:
regole più chiare
La
Beccalossi: «La Regione lascerà spazio ai Comuni» |
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L'assemblea
dei costruttori, ieri mattina alle Multisale Oz. A
destra, il presidente del Collegio bresciano, Alberto
Giacomelli. Nella foto sotto, Viviana Beccalossi |

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di Matteo Asti
A dispetto di
un anno chiuso in bellezza, all'assemblea annuale del
Collegio dei costruttori edili di Brescia e provincia,
svoltasi ieri mattina, a far da padroni sono proprio
stati i timori di un periodo «di vacche magre».
Numerose le richieste ai vari livelli di potere
amministrativo di nuove regole per le imprese e il
mercato, direttive più moderne e uniformi per la
gestione del territorio e una riduzione consistente
della pressione fiscale, con l'equiparazione del
trattamento fiscale degli immobili a quello delle
rendite finanziarie. Dopo una prima parte privata
dell'assemblea in cui sono usciti dati confortanti dalla
Cassa Edile e dal comitato per la prevenzione degli
infortuni e le nuove prospettive della scuola edile
bresciana (bisognosa di spazi), l'attenzione si è
spostata alla sfera legislativa. Se nel 2001 in Italia
si è registrato un incremento del 3% degli investimenti
nel settore e del 5,9% nell'occupazione, i primi dati di
quest'anno segnano già una leggera flessione. Secondo i
rappresentanti del Collegio a ciò si deve rispondere
con nuove riforme legislative, prima di incorrere in una
riduzione seria del mercato. Spiega il presidente del
Collegio bresciano, Alberto Giacomelli: «Quello che
chiediamo è un corretto e moderno governo delle
trasformazioni del territorio, che deve partire da
regole uguali per tutti, semplicità d'interpretazione,
elasticità e possibilità d'aggiornamento in tempi
brevi. Non è quindi possibile che un iter per
l'approvazione di un piano regolatore di una media
città duri circa 10 anni. In aggiunta a ciò a
preoccuparci ora c'è il pericolo della confusione
legislativa: il referendum dello scorso anno ha
modificato il titolo quinto della Costituzione, e ora
Stato e Regioni sono legislatori concorrenti in materia
urbanistica. E il cittadino e l'operatore facilmente
restano inermi di fronte a possibili persecuzioni». A
rincuorare i timori di Giacomelli ci ha provato la
vicepresidente della Regione Lombardia Viviana
Beccalossi. In Regione stanno approntando la nuova legge
urbanistica che, secondo la Beccalossi, «non è una
rigida pianificazione del territorio ma una serie di
norme atte a difendere l'interesse comune e lasciare
spazio alle esigenze degli enti locali». Consapevole
del difficile momento di transizione è l'On. Francesco
Stradella, vicepresidente della Commissione Ambiente e
Territorio, che vede in una devolution un po' troppo
frettolosa la sorgente di tante incertezze e che
assicura che il Governo sta seriamente lavorando per
risolvere il possibile conflitto tra Stato e Regione.
Mentre è l'on. Michele Vianello a preannunciare
l'uscita di un Testo unico per il quale probabilmente
sarà richiesta un’ulteriore proroga per l'adeguamento
degli Enti locali e nei confronti della cosiddetta legge
Obiettivo. Meno ottimista la visione dell'assessore al
Territorio e all'Urbanistica della Regione Lombardia
Alessandro Moneta, che parla di una vera e propria
ingerenza da parte dello Stato nell'ambito regionale:
«Sembra che il processo di semplificazione, che in
Regione stiamo portando avanti, lo si voglia ostacolare
e ingabbiare. La legge urbanistica regionale la daremo
sotto forma di testo unico, con l'idea di governo del
territorio. Entro la fine dell'anno dovrebbe giungere
all'approvazione. Ma chiediamo poi riforme di un vincolo
assurdo, che mette sotto tutela ogni edificio che abbia
più di 50 anni. E una maggiore flessibilità nella
gestione dei parchi naturali». Se il presidente della
Provincia di Brescia Alberto Cavalli ha fatto presente i
nuovi poteri dell'ente e gli investimenti per il
triennio 2002-2004 (300 milioni di euro), il sindaco di
Brescia Paolo Corsini ha risposto alle accuse di
chiusura dell'Amministrazione ricordando i lavori
promossi dal Comune per circa 250 milioni di euro, le
prossime operazioni del Comparto Milano e soprattutto la
metropolitana leggera: «Il Prg sarà riedito tenendo
conto delle critiche e delle novità normative ma
attendendo un'approvazione in tempi ragionevoli e
certi». Dubbioso nella sua relazione conclusiva, il
presidente nazionale dell'Ance Claudio De Albertis ha
riportato le principali questioni: gli eccessivi costi
delle case, la necessità di nuove leggi per affrontare
il gap infrastrutturale e di strumenti omogenei da parte
delle istituzioni. |