Domenica 5 Maggio 2002

Il Collegio bresciano in assemblea, dopo un anno in crescita, teme un periodo di vacche magre

Costruttori: regole più chiare

La Beccalossi: «La Regione lascerà spazio ai Comuni»

L'assemblea dei costruttori, ieri mattina alle Multisale Oz. A destra, il presidente del Collegio bresciano, Alberto Giacomelli. Nella foto sotto, Viviana Beccalossi

di Matteo Asti

A dispetto di un anno chiuso in bellezza, all'assemblea annuale del Collegio dei costruttori edili di Brescia e provincia, svoltasi ieri mattina, a far da padroni sono proprio stati i timori di un periodo «di vacche magre». Numerose le richieste ai vari livelli di potere amministrativo di nuove regole per le imprese e il mercato, direttive più moderne e uniformi per la gestione del territorio e una riduzione consistente della pressione fiscale, con l'equiparazione del trattamento fiscale degli immobili a quello delle rendite finanziarie. Dopo una prima parte privata dell'assemblea in cui sono usciti dati confortanti dalla Cassa Edile e dal comitato per la prevenzione degli infortuni e le nuove prospettive della scuola edile bresciana (bisognosa di spazi), l'attenzione si è spostata alla sfera legislativa. Se nel 2001 in Italia si è registrato un incremento del 3% degli investimenti nel settore e del 5,9% nell'occupazione, i primi dati di quest'anno segnano già una leggera flessione. Secondo i rappresentanti del Collegio a ciò si deve rispondere con nuove riforme legislative, prima di incorrere in una riduzione seria del mercato. Spiega il presidente del Collegio bresciano, Alberto Giacomelli: «Quello che chiediamo è un corretto e moderno governo delle trasformazioni del territorio, che deve partire da regole uguali per tutti, semplicità d'interpretazione, elasticità e possibilità d'aggiornamento in tempi brevi. Non è quindi possibile che un iter per l'approvazione di un piano regolatore di una media città duri circa 10 anni. In aggiunta a ciò a preoccuparci ora c'è il pericolo della confusione legislativa: il referendum dello scorso anno ha modificato il titolo quinto della Costituzione, e ora Stato e Regioni sono legislatori concorrenti in materia urbanistica. E il cittadino e l'operatore facilmente restano inermi di fronte a possibili persecuzioni». A rincuorare i timori di Giacomelli ci ha provato la vicepresidente della Regione Lombardia Viviana Beccalossi. In Regione stanno approntando la nuova legge urbanistica che, secondo la Beccalossi, «non è una rigida pianificazione del territorio ma una serie di norme atte a difendere l'interesse comune e lasciare spazio alle esigenze degli enti locali». Consapevole del difficile momento di transizione è l'On. Francesco Stradella, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, che vede in una devolution un po' troppo frettolosa la sorgente di tante incertezze e che assicura che il Governo sta seriamente lavorando per risolvere il possibile conflitto tra Stato e Regione. Mentre è l'on. Michele Vianello a preannunciare l'uscita di un Testo unico per il quale probabilmente sarà richiesta un’ulteriore proroga per l'adeguamento degli Enti locali e nei confronti della cosiddetta legge Obiettivo. Meno ottimista la visione dell'assessore al Territorio e all'Urbanistica della Regione Lombardia Alessandro Moneta, che parla di una vera e propria ingerenza da parte dello Stato nell'ambito regionale: «Sembra che il processo di semplificazione, che in Regione stiamo portando avanti, lo si voglia ostacolare e ingabbiare. La legge urbanistica regionale la daremo sotto forma di testo unico, con l'idea di governo del territorio. Entro la fine dell'anno dovrebbe giungere all'approvazione. Ma chiediamo poi riforme di un vincolo assurdo, che mette sotto tutela ogni edificio che abbia più di 50 anni. E una maggiore flessibilità nella gestione dei parchi naturali». Se il presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli ha fatto presente i nuovi poteri dell'ente e gli investimenti per il triennio 2002-2004 (300 milioni di euro), il sindaco di Brescia Paolo Corsini ha risposto alle accuse di chiusura dell'Amministrazione ricordando i lavori promossi dal Comune per circa 250 milioni di euro, le prossime operazioni del Comparto Milano e soprattutto la metropolitana leggera: «Il Prg sarà riedito tenendo conto delle critiche e delle novità normative ma attendendo un'approvazione in tempi ragionevoli e certi». Dubbioso nella sua relazione conclusiva, il presidente nazionale dell'Ance Claudio De Albertis ha riportato le principali questioni: gli eccessivi costi delle case, la necessità di nuove leggi per affrontare il gap infrastrutturale e di strumenti omogenei da parte delle istituzioni.