Domenica 5 maggio 2002

 




 
 ECONOMIA E FINANZA

L’assemblea del Collegio costruttori con i parlamentari di maggioranza e opposizione
Al pettine il nodo federalista
Il passaggio delle competenze agli enti locali genera incertezze

 
Il presidente Giacomelli parla all’assemblea del Collegio costruttori nella capiente sede della Multisala Oz

 

  

BRESCIA - Governare il territorio significa saperne capire e cogliere le occasioni. Questo è l’indirizzo emerso nel corso dei lavori che hanno contraddistinto l’Assemblea 2002 del Collegio Costruttori Edili di Brescia, svoltasi ieri nella centro Oz. E ciò che a prima vista potrebbe sembrare un risultato semplice e scontato, non lo è affatto: il percorso seguito dai lavori, infatti, ben presto si è trasformato in un esame di diritto costituzionale, piuttosto che in un’analisi urbanistica. Il motivo è presto detto. Il nuovo Testo Unico dell’edilizia, in fase di approvazione in Parlamento, deve confrontarsi con la modifica del titolo quinto della Costituzione, ovvero con una ridistribuzione di deleghe e competenze fra Stato, Regioni, Province e Comuni, che rischia di creare complessi conflitti di competenza. Per questo al tavolo dei relatori sono stati chiamati dal Collegio l’on. Francesco Stradella, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati; l'on. Michele Vianello, rappresentante dell'opposizione nella medesima Commissione; l'assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia, Alessandro Moneta e Claudio De Albertis, presidente dell’Ance. I relatori sono sembrati tutti concordi nel ritenere valida l’ipotesi di far slittare - almeno per sei mesi - l’approvazione del Testo Unico, proprio per recepire la modifica in senso federalista dello Stato. Proprio l'on. Stradella ha delineato, nella sostanza, i punti di probabile «conflitto», e quindi da chiarire, fra Esecutivo nazionale e Regioni. La ripartizione del governo del territorio fra scelte urbanistiche, programmazione e tutela è la prima grande incognita evidenziata dal relatore. E i conflitti oggi già aperti sono la dimostrazione di come la questione non sia soltanto da demandare ad un utile esercizio giurisprudenziale, ma siano motivo di incertezza e dubbio per le imprese (spesso chiamate in giudizio nonostante regolari concessioni) e i committenti. La questione, poi, come ha evidenziato lo stesso Presidente della Commissione, si allarga ad altri punti sostanziali: da quello civile e penale («come ripartire fra i diversi livelli di potere il compito di regolare gli espropri?») alla tutela della concorrenza, con testi legislativi locali che potrebbero creare disparità di costi sulla qualificazione edilizia. E non è mancata - punto di divisione fra opposizione e minoranza parlamentare - anche una severa critica alle finalità stesse di alcuni testi unici, come sinora gli conosciamo, primo fra tutti la Bassanini. «Leggi - ha detto Stradella - che nell’intento di semplificare, hanno invece anticipato i tempi della riforma, creando quantomeno problematiche aggiuntive». Il quadro è complesso e ben calza la definizione dello stesso parlamentare: «Si opera su un treno in corsa al quale è stato improvvisamente cambiato il macchinista». Diversa, invece, l’impostazione dell'on. Michele Vianello. Pur non negando i problemi sorti dopo la riforma del titolo quinto, Vianello ha rivalutato i testi unici come elemento di anticipazione e raccordo fra il modello statale centralizzato e quello delle autonomie locali. Non solo. Il cosiddetto decreto «sblocca centrali» potrebbe anch’esso determinare quantomeno un vuoto decisionale sulla valutazione di impatto ambientale («quale norma applicare, statale o regionale?»). E di testi unici ha parlato anche l'assessore regionale Moneta. La Giunta lombarda, infatti, allo studio ha una nuova legge che potrà essere utile per raccogliere, ordinare, razionalizzare e, se necessario, modificare, l’ampia normativa sinora «prodotta» in tema di urbanistica ed edilizia. Molti sono stati i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni imprenditoriali che hanno presenziato ai lavori. Il vicepresidente della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, il presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli,infine, il sindaco di Brescia, Paolo Corsini. «Il nuovo Prg - ha detto - conterà più di duecento progetti di trasformazione urbana».

Claudio Venturelli