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Il
presidente Giacomelli parla all’assemblea del
Collegio costruttori nella capiente sede della
Multisala Oz
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BRESCIA
- Governare il territorio significa saperne capire e
cogliere le occasioni. Questo è l’indirizzo emerso
nel corso dei lavori che hanno contraddistinto l’Assemblea
2002 del Collegio Costruttori Edili di Brescia, svoltasi
ieri nella centro Oz. E ciò che a prima vista potrebbe
sembrare un risultato semplice e scontato, non lo è
affatto: il percorso seguito dai lavori, infatti, ben
presto si è trasformato in un esame di diritto
costituzionale, piuttosto che in un’analisi
urbanistica. Il motivo è presto detto. Il nuovo Testo
Unico dell’edilizia, in fase di approvazione in
Parlamento, deve confrontarsi con la modifica del titolo
quinto della Costituzione, ovvero con una
ridistribuzione di deleghe e competenze fra Stato,
Regioni, Province e Comuni, che rischia di creare
complessi conflitti di competenza. Per questo al tavolo
dei relatori sono stati chiamati dal Collegio l’on.
Francesco Stradella, vicepresidente della Commissione
Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati; l'on.
Michele Vianello, rappresentante dell'opposizione nella
medesima Commissione; l'assessore al Territorio e
Urbanistica della Regione Lombardia, Alessandro Moneta e
Claudio De Albertis, presidente dell’Ance. I relatori
sono sembrati tutti concordi nel ritenere valida l’ipotesi
di far slittare - almeno per sei mesi - l’approvazione
del Testo Unico, proprio per recepire la modifica in
senso federalista dello Stato. Proprio l'on. Stradella
ha delineato, nella sostanza, i punti di probabile
«conflitto», e quindi da chiarire, fra Esecutivo
nazionale e Regioni. La ripartizione del governo del
territorio fra scelte urbanistiche, programmazione e
tutela è la prima grande incognita evidenziata dal
relatore. E i conflitti oggi già aperti sono la
dimostrazione di come la questione non sia soltanto da
demandare ad un utile esercizio giurisprudenziale, ma
siano motivo di incertezza e dubbio per le imprese
(spesso chiamate in giudizio nonostante regolari
concessioni) e i committenti. La questione, poi, come ha
evidenziato lo stesso Presidente della Commissione, si
allarga ad altri punti sostanziali: da quello civile e
penale («come ripartire fra i diversi livelli di potere
il compito di regolare gli espropri?») alla tutela
della concorrenza, con testi legislativi locali che
potrebbero creare disparità di costi sulla
qualificazione edilizia. E non è mancata - punto di
divisione fra opposizione e minoranza parlamentare -
anche una severa critica alle finalità stesse di alcuni
testi unici, come sinora gli conosciamo, primo fra tutti
la Bassanini. «Leggi - ha detto Stradella - che nell’intento
di semplificare, hanno invece anticipato i tempi della
riforma, creando quantomeno problematiche aggiuntive».
Il quadro è complesso e ben calza la definizione dello
stesso parlamentare: «Si opera su un treno in corsa al
quale è stato improvvisamente cambiato il
macchinista». Diversa, invece, l’impostazione dell'on.
Michele Vianello. Pur non negando i problemi sorti dopo
la riforma del titolo quinto, Vianello ha rivalutato i
testi unici come elemento di anticipazione e raccordo
fra il modello statale centralizzato e quello delle
autonomie locali. Non solo. Il cosiddetto decreto
«sblocca centrali» potrebbe anch’esso determinare
quantomeno un vuoto decisionale sulla valutazione di
impatto ambientale («quale norma applicare, statale o
regionale?»). E di testi unici ha parlato anche
l'assessore regionale Moneta. La Giunta lombarda,
infatti, allo studio ha una nuova legge che potrà
essere utile per raccogliere, ordinare, razionalizzare
e, se necessario, modificare, l’ampia normativa sinora
«prodotta» in tema di urbanistica ed edilizia. Molti
sono stati i rappresentanti delle istituzioni e delle
associazioni imprenditoriali che hanno presenziato ai
lavori. Il vicepresidente della Regione Lombardia,
Viviana Beccalossi, il presidente della Provincia di
Brescia, Alberto Cavalli,infine, il sindaco di Brescia,
Paolo Corsini. «Il nuovo Prg - ha detto - conterà più
di duecento progetti di trasformazione urbana».
Claudio
Venturelli |
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