Mercoledì 4 Settembre 2002
L'Arena di Verona Il presidente del Collegio conferma il momento positivo, sottolinea i «nodi» per il settore Edilizia, crescita condizionata Giacomelli: «Prg e grandi opere, basta coi ritardi»

Un comparto in salute, che conferma l’inversione di tendenza evidenziata negli ultimi anni. Un trend, quello che caratterizza l’edilizia bresciana, proseguito anche nella prima parte del 2002 - si vedano i dati Cape -, che tuttavia potrebbe anche essere migliore. A ribadire che la crescita è ancora condizionata da fattori esterni alle imprese. Ne è convinto il presidente del Collegio Costruttori di Brescia, Alberto Giacomelli. «Il quadro tutto sommato è positivo - sottolinea -, così come le previsioni per il resto del 2002 e il prossimo esercizio. Ma non bisogna esagerare con l’euforia». Per il leader dei costruttori bresciani, infatti, c’è ancora qualcosa che non va. «È inutile nasconderlo - sottolinea Giacomelli -: ancora oggi ci sono situazioni che non si sbloccano e che, purtroppo, condizionano il comparto». Chiaro il riferimento al nuovo Piano regolatore generale di Brescia, che nel fine settimana tornerà in discussione a Palazzo Loggia. «Da quattro anni siamo in attesa, ma ancora non viene licenziato: gli imprenditori edili auspicano che gli amministratori si rendano conto di questa carenza. Non è concepibile lasciare Brescia senza un Prg, definito e chiaro».
Il ritardo nell’approvazione dello strumento urbanistico, per Giacomelli, «ha ricadute sull’edilizia: Brescia - spiega - è il principale "polmone" per il settore: l’assenza di indicazioni precise sta danneggiando gli operatori, così come la città e i potenziali acquirenti».
Ma l’edilizia bresciana lamenta anche un’altra carenza: le grandi opere che tardano a partire. «Si organizzato dibattiti e tavole rotonde, nel frattempo i lavori per le infrastrutture rimangono al palo - sottolinea Giacomelli -. E si dimentica che interventi, come la realizzazione della metropolitana leggera, con un investimento di centinaia di milioni di euro può significare un’importante opportunità per le imprese».
Tra le carenze con le quali il comparto deve quotidianamente misurarsi, il leader dei costruttori bresciani mette anche quella di manodopera. Nel Bresciano gli occupati - lo confermano i dati - sono in crescita, ma è sempre più difficile reclutare italiani. Sempre più spesso si deve ricorrere a stranieri. «Sono una risorsa, ma al tempo stesso comportano per le imprese un impegno nella formazione. Senza dimenticare le difficoltà nel reperimento di alloggi da destinare a lavoratori immigrati». E a proposito di manodopera Giacomelli torna a sottolineare il grave problema del lavoro «nero. «Una piaga che danneggia addetti e imprese in regola e contro la quale serve un’azione forte, che coinvolga tutte le parti in causa».
L’edilizia è anche formazione: un’attività che a Brescia la Scuola edile esplica da anni e per la quale la struttura necessita di nuovi spazi. «Servirebbero altri mille metri quadrati - conclude Giacomelli - ma anche in questo caso dobbiamo fare i conti col Piano regolatore...».

Carlo Cassamali