Venerdì 4 ottobre 2002

 
 IN PRIMO PIANO  

Nuovo interlocutore politico
Si fa sentire la Brescia che produce

    


Gianfranco Bertoli

 


 

Per capire la valenza politica delle lettere inviate ieri a Roma dalle organizzazioni degli imprenditori bresciani basta farsi soccorrere dalla memoria. Basta ricordare che, per imbattersi in un’iniziativa analoga, ovvero un documento comune della quasi totalità delle associazioni imprenditoriali - se si escludono gli indirizzi, tutto sommato rituali, esposti ai partiti alla vigilia delle elezioni - occorre andare al 1994, quando ci si mosse per sbloccare i rimborsi Iva che rimanevano incagliati per anni. Qualche tempo dopo le associazioni presero nuovamente posizione sulle vicende fieristiche. Siamo dunque di fronte ad un pronunciamento più o meno una volta a lustro. Ma ancor più significativo è il fatto che questo è solo l’inizio. Per unanime, condivisa dichiarazione, le 11 associazioni rappresentate da presidenti e segretari (Aib, Costruttori, Confcommecio, Confesercenti, Unione coop., le tre associazioni artigiane, Confagricoltura e Confederazione agricoltori e Fai), con il supporto delle due assenti giustificate (Coldiretti e Lega Coop.) e la sola eccezione dell’Api, intendono marcare la loro presenza anche in futuro con una serie di interventi. Proprio per queste ragioni, senza forzare il significato d’una conferenza stampa e d’un incontro con i vertici della Provincia, ma semplicemente dando il giusto peso alle parole di tutti, c’è la sensazione che ieri mattina in Aib non sia certo nato un nuovo soggetto politico, ma almeno un originale, cospicuo interlocutore per partiti ed istituzioni, una voce che intende concordemente dir la sua non solo sulle questioni infrastrutturali direttamente collegate agli interessi delle imprese, e che frenano lo marcia della locomotiva bresciana, bensì su molti degli argomenti che toccano la vita di tutti. Commentatori politici avvertiti non mancherebbero di sottolineare che, in fondo, l’unità d’intenti, la condivisione degli obiettivi più importanti non sono una novità per le associazioni imprenditoriali bresciane. Ma certo non può passare inosservato che quanti rappresentano la ’Brescia che produce e dà servizi’ intendano d’ora in avanti farsi sentire non solo attraverso l’ambito istituzionale riconosciuto della Camera di commercio, ma pure con la voce d’un coordinamento, magari episodico eppur frequente. Per la verità, qualche partito o qualche onorevole o amministratore locale non avrebbe forse torto a sentirsi sminuito, persino contestato da iniziative che potrebbero anche suonare come una denuncia dei limiti attuali della politica. Ma il presidente dell’Aib, Aldo Bonomi, a nome di tutti, ha precisato ripetutamente la volontà di volersi solo porre ancor più chiaramente al fianco delle istituzioni, in questo caso della Provincia, per il raggiungimento di un obiettivo ritenuto di fondamentale importanza per la stessa sopravvivenza del sistema economico della Valle Trompia, nonchè per la qualità della vita dei trumplini e dei bresciani. Peraltro, anche il presidente Cavalli ha detto di non poter essere che «grato» del sostegno, riconoscendo la bontà dell’iniziativa ed il buon diritto degli imprenditori di «sollecitare un’opera richiesta da cinquant’anni». Più esplicita è stata però la chiosa finale del direttore dell’Aib, Salvatore d’Erasmo, che ha spiegato questa presa di posizione degli imprenditori, lasciando intendere che altre ce ne potranno essere, anche come correttivo della «continua operazione di disinformazione» di Comitati e gruppuscoli. Con questo primo documento le associazioni hanno infatti «voluto sottolineare che Brescia nella sua globalità vuole l’autostrada di Valtrompia, e vuole dirlo chiaramente, con una voce autorevole e corale, anche per rispondere alle prese di posizione di sparuti gruppi di persone che certo non rappresentano la totalità dei bresciani».