Venerdì 4 ottobre 2002


 
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Rischia d’essere strangolata la vita d’una intera valle
IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA A ROMA

    



Questa la lettera che le associazioni di categoria hanno inviato al ministro dei Beni culturali Urbani e, con lievi modifiche, al ministro Lunardi ed ai parlamentari bresciani.


 «Signor ministro, i sottoscritti presidenti delle Organizzazioni imprenditoriali rappresentative del sistema produttivo della provincia di Brescia, Le rivolgono un appello pressante per richiamare la Sua attenzione su un problema la cui soluzione non può più essere procrastinata: quello del raccordo autostradale della Valle Trompia. Pur prendendo positivamente atto del passo avanti compiuto con la firma del decreto di Valutazione di impatto ambientale, da parte del ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio, altri ostacoli rimangono da superare in sede di Governo nazionale ma, soprattutto, per quanto attiene le competenze dalla Commissione europea. In rappresentanza delle migliaia di aziende che fanno capo alle Associazioni firmatarie, desideriamo ribadire la necessità di pervenire rapidamente "alla definitiva conclusione dell’istruttoria per la Valutazione di impatto ambientale", per la quale è necessaria la Sua firma, Signor Ministro. Si tratta di un atto fondamentale per la prosecuzione di un iter che dura ormai da troppi anni e che ha portato a raddoppiare i costi di quest’opera rispetto all’ipotesi di spesa iniziale, per le migliorie nel frattempo apportate al progetto, anche per tener conto delle esigenze di tutela dell’ambiente. In tutti questi anni l’inadeguatezza del sistema stradale della Valle - che nelle ore diurne consente velocità medie dell’ordine di 15 chilometri l’ora - ha messo a dura prova una comunità notoriamente molto laboriosa ed un sistema produttivo tra i più dinamici ed efficienti del nostro Paese. Le diseconomie prodotte da una rete viaria inadeguata alle necessità di un’economia moderna e sempre più aperta verso il mercato mondiale, minacciano seriamente la capacità di resistenza di un’area industriale, patria di un miracolo economico che fino a poco tempo fa sembrava senza fine. La fase recessiva in atto ha accentuato i segnali di crisi, ponendo in discussione un modello di sviluppo che aveva fatto leva soprattutto sulle risorse e le forze locali. Il problema, stavolta, è ad ampio raggio ed esula, sotto certi aspetti, dalle ottiche imprenditoriali. I costi insopportabili, diretti ed indiretti, di una rete stradale al limite della saturazione - ma che costituisce l’unica modalità di trasporto delle merci e delle persone - hanno costretto molte imprese ad abbandonare la Valle e a trasferirsi in aree più accessibili; altrettante sono le aziende intenzionate a delocalizzarsi, nonostante i vantaggi della presenza di una diffusa imprenditorialità, di una consolidata cultura del lavoro, di un tessuto fortemente industrializzato imperniato su una fitta rete di piccole e medie imprese. Le drammatiche conseguenze di questa situazione si ripercuotono non solo sul mondo della produzione - in Valle Trompia operano più di 3mila aziende con oltre 23mila addetti e un fatturato di 5 miliardi di euro - ma anche sul commercio e sui servizi, dai quali dipende il reddito di altri 16mila lavoratori, con un apporto complessivo di ricchezza pari al 10% del Pil della provincia di Brescia, tra i più rilevanti di tutte le province italiane. Un sistema economico, quindi, che è all’avanguardia in Europa, ma che si trova servito da una viabilità ancora ferma al XIX secolo. Per non parlare dei disagi di tutti i cittadini e degli studenti, che hanno davanti a sè un vero e proprio «muro» che ostacola l’accesso al capoluogo provinciale, ai suoi uffici, alle sue Università, ai suoi centri culturali, alla ferrovia, agli aeroporti, per fare degli esempi. Si tratta, Signor Ministro, di una situazione assolutamente insostenibile e incompatibile con un’economia di mercato senza barriere e con una vita di relazione che si svolge sempre più in tempo reale. L’intero mondo produttivo della provincia di Brescia si rivolge quindi a Lei, per chiederLe ogni sforzo personale e diretto affinché venga al più presto conclusa la procedura di Valutazione dell’impatto ambientale dell’opera in questione, per consentire poi al Governo di accelerare i tempi degli altri adempimenti, anche attraverso un’opportuna quando indilazionabile azione di sollecito rivolta alla Commissione europea. Per tutti questi motivi, signor ministro, la preghiamo di voler concedere un colloquio urgente ad una nostra delegazione ristretta per consentire di avere anche dalla viva voce dei responsabili la conoscenza diretta di questo importante problema. Ciò potrà consentire al Governo italiano, anche presso la Commissione europea, di rappresentare compiutamente - e auspicabilmente con la diretta testimonianza delle categorie produttive, che sin da ora le sottoscritte Associazioni pongono a disposizione, sia in sede nazionale che comunitaria - l’assoluta priorità dell’opera. Con viva cordialità. Associazione Artigiani - Enrico Mattinzoli Ass. Commercianti Confcommercio - Paolo Rossi Aib - Aldo Bonomi Collegio Costruttori Edili - Alberto Giacomelli Cna - Andrea Rossetti Confagricoltori - Aldo Donato Cipriano Confesercenti - Piergiorgio Piccioli Fai Autotrasporti - Antonio Petrogalli Unione Prov. Agricoltori - Antonio Zampedri Unione Prov. Artigianato - Gian Maria Rizzi Unione Prov. Cooperative - Marco Menni