|
|
|
Lucio Dall’Angelo
BRESCIA
Segni sulla città. Architetture che hanno scandito il
passare degli anni, da un secolo all’altro. A partire dal
1872, quando Faustino Pisa diede vita all’impresa edile che
oggi si chiama Irces. Centotrent’anni di realizzazioni:
dalla «Fabbrica del ghiaccio» che segnò il decollo della
ditta, sotto la guida di Pietro Pisa, ai palazzi di via
Solferino, corso Magenta, via Trento. Per arrivare al Palazzo
dell’Ina di piazza Vittoria (1930) all’epoca l’edificio
in cemento armato più alto d’Europa. «Segni»
architettonici che portano la firma di architetti come Egidio
Dabbeni, realizzati grazie alla capacità tecniche della
famiglia Pisa. A sfogliare il bel volume realizzato per il
130° di attività, si ha chiara la percezione di una storia
che affonda le radici nella città. Certo, a partire dagli
Cinquanta, con la nascita della Irces, il raggio d’azione
dei Pisa diventa nazionale (basterebbe citare i 15 lotti
autostradali realizzati tra il ’55 e l’80 con il gruppo
Gelfi). Ma è la città il terreno di elezione dell’impresa.
«È questo il motivo per il quale abbiamo voluto festeggiare
l’anniversario con i nostri collaboratori, quelli di oggi e
di ieri, con gli imprenditori e gli amici bresciani, con il
sindaco Corsini», spiega Riccardo Pisa, presidente della
Irces. Con lui il fratello Pierluigi e i rappresentanti della
quinta generazione: Andrea, Giambattista, Gianpaolo Pisa e
James Broadhurst. Riccardo Pisa ricorda per immagini - tante
istantanee quanti sono i palazzi, le scuole, le grandi opere
realizzate - questi centotrent’anni. Senza tralasciare il
passaggio più arduo: le difficoltà nelle quali l’impresa
incappò all’inizio degli anni Novanta quando Situr, il
gruppo dentro il quale era confluita la spa, andò in crisi.
«È lì che abbiamo deciso di ricominciare: abbiamo
costituito la Irces 95, rilevato il ramo d’azienda e siamo
ripartiti». C’è orgoglio nel racconto di Riccardo Pisa.
Quella del ’95 è stata una vera rifondazione. «C’erano
il nome, le competenze, le risorse umane, ma per il resto
siamo parti da capo», spiega Pierluigi Pisa. Quasi da zero
anche il fatturato: da oltre cento miliardi a trenta. In pochi
anni Irces ha riconquistato il ruolo nazionale che le
competeva. «Abbiamo appena concluso la ristrutturazione degli
Studi De Laurentis a Roma, al centro di un’area sulla quale
realizzeremo altri 250mila metri cubi; siamo impegnati nella
costruzione di Borgo Wuhrer; presto, nell’area ex Orlandi,
sempre con Claudio Mascialino, partirà la costruzione della
torre di Fuksas», conclude Riccardo Pisa. E proprio quest’anno
i ricavi torneranno sopra i 50 milioni di euro (i 100 miliardi
dei tempi d’oro) ai quali si aggiunge un portafoglio ordini
di 130 milioni di euro.
|
|