Giornale di Brescia
Sabato 7 dicembre 2002


 
 ECONOMIA E FINANZA  

Anniversari. L’impresa edile fondata nel 1872 da Faustino Pisa è arrivata alla quinta generazione
Pisa, l’architettura della città
E nel 2002 la Irces chiuderà con un fatturato di 50 milioni

 


  


Lucio Dall’Angelo

 


BRESCIA

 


 

Segni sulla città. Architetture che hanno scandito il passare degli anni, da un secolo all’altro. A partire dal 1872, quando Faustino Pisa diede vita all’impresa edile che oggi si chiama Irces. Centotrent’anni di realizzazioni: dalla «Fabbrica del ghiaccio» che segnò il decollo della ditta, sotto la guida di Pietro Pisa, ai palazzi di via Solferino, corso Magenta, via Trento. Per arrivare al Palazzo dell’Ina di piazza Vittoria (1930) all’epoca l’edificio in cemento armato più alto d’Europa. «Segni» architettonici che portano la firma di architetti come Egidio Dabbeni, realizzati grazie alla capacità tecniche della famiglia Pisa. A sfogliare il bel volume realizzato per il 130° di attività, si ha chiara la percezione di una storia che affonda le radici nella città. Certo, a partire dagli Cinquanta, con la nascita della Irces, il raggio d’azione dei Pisa diventa nazionale (basterebbe citare i 15 lotti autostradali realizzati tra il ’55 e l’80 con il gruppo Gelfi). Ma è la città il terreno di elezione dell’impresa. «È questo il motivo per il quale abbiamo voluto festeggiare l’anniversario con i nostri collaboratori, quelli di oggi e di ieri, con gli imprenditori e gli amici bresciani, con il sindaco Corsini», spiega Riccardo Pisa, presidente della Irces. Con lui il fratello Pierluigi e i rappresentanti della quinta generazione: Andrea, Giambattista, Gianpaolo Pisa e James Broadhurst. Riccardo Pisa ricorda per immagini - tante istantanee quanti sono i palazzi, le scuole, le grandi opere realizzate - questi centotrent’anni. Senza tralasciare il passaggio più arduo: le difficoltà nelle quali l’impresa incappò all’inizio degli anni Novanta quando Situr, il gruppo dentro il quale era confluita la spa, andò in crisi. «È lì che abbiamo deciso di ricominciare: abbiamo costituito la Irces 95, rilevato il ramo d’azienda e siamo ripartiti». C’è orgoglio nel racconto di Riccardo Pisa. Quella del ’95 è stata una vera rifondazione. «C’erano il nome, le competenze, le risorse umane, ma per il resto siamo parti da capo», spiega Pierluigi Pisa. Quasi da zero anche il fatturato: da oltre cento miliardi a trenta. In pochi anni Irces ha riconquistato il ruolo nazionale che le competeva. «Abbiamo appena concluso la ristrutturazione degli Studi De Laurentis a Roma, al centro di un’area sulla quale realizzeremo altri 250mila metri cubi; siamo impegnati nella costruzione di Borgo Wuhrer; presto, nell’area ex Orlandi, sempre con Claudio Mascialino, partirà la costruzione della torre di Fuksas», conclude Riccardo Pisa. E proprio quest’anno i ricavi torneranno sopra i 50 milioni di euro (i 100 miliardi dei tempi d’oro) ai quali si aggiunge un portafoglio ordini di 130 milioni di euro.