domenica 9 marzo 2003 cronaca pag. 11


Venerdì inizia la maratona in Consiglio per votare i 759 rilievi presentati da cittadini e associazioni allo strumento urbanistico

Prg, via libera a un’osservazione su tre

Corsini: «Coniugati sviluppo e salvaguardia». Cantoni: «Norme più snelle»

Quindici sedute, fra fine novembre e inizio febbraio. Ore e ore di analisi tecniche, discussioni, confronti. Così, a tempo di record, la commissione urbanistica comunale è riuscita a esaminare tutte le 759 osservazioni presentate da cittadini e istituzioni al Piano regolatore generale approvato il 9 settembre scorso in Consiglio comunale. E così, da venerdì prossimo, inizia la maratona consiliare per esprimere un voto su queste osservazioni. In agenda sedute a raffica anche sabato 14, e poi ancora lunedì 17, martedì 18 e mercoledì 19 marzo. Non è ancora chiaro se le osservazioni saranno votate una ad una o per blocchi, se tutta la discussione sarà pubblica o ci sarà qualche momento a porte chiuse. Di sicuro si tratterà di un tour de force . Tutto il materiale è depositato dal 4 marzo, ma ieri il sindaco Paolo Corsini, l’assessore all’Urbanistica Mario Venturini (Ds), il presidente della commissione Luciano Cantoni (Sdi) e il segretario Fausto Baresi (Margherita) hanno fatto il punto sul lavoro si qui svolto.
RIDOTTE DI UN TERZO. Il Piano-Secchi incappò in oltre 2000 osservazioni e un nugolo di ricorsi al Tar uno dei quali (che prendeva di mira la mancanza di zone omogenee) lo scardinò completamente. Il Prg Venturini-Moreni ha invece alimentato una quarantina di ricorsi al Tar («nessuno, però, tale da inficiare l’intero Piano, secondo i nostri legali», osserva l’assessore) e 759 osservazioni. La commissione urbanistica ha espresso parere favorevole su 132, parzialmente favorevole su altre 133, negativo su 494 (nelle quali rientrano anche quelle pleonastiche, cioè che chiedono cose già contenute nel Prg).
Un grosso lavoro di sistemazione e messa a punto è stato fatto su Norme tecniche di attuazione e Piano dei servizi.
I PRINCIPI QUALIFICANTI. Il sindaco Corsini difende la «filosofia» generale del Prg. «Questo è un Piano che consente alla città la riqualificazione, la ricucitura del tessuto urbano, il recupero e il riempimento dei vuoti, senza un eccesso di consumo del territorio. Un Piano che offre grandissime opportunità ma al tempo stesso salvaguarda le riserve di naturalità, le colline a nord e la campagna a sud». Corsini considera raggiunti i due obbiettivi: «Consentire lo sviluppo e la modernizzazione, garantire un progresso compatibile con la tutela del territorio».
UN LUNGO LAVORÌO. Corsini ricorda che, una volta licenziato dal Consiglio, il Prg con le sue 93 tavole a scala 2000 partirà alla volta della Regione Lombardia, che avrà sei mesi di tempo per varare definitivamente il provvedimento. «La fase intercorsa fra la bocciatura del vecchio Piano da parte del Tar e oggi - dice Corsini - è stata una fase utile, che ha consentito di approfondire il dialogo con la città, le associazioni. Ne sono sortiti affinamenti che hanno migliorato il Piano. E se comunque due terzi delle osservazioni sono stati bocciati, questo non è per volontà punitiva, ma perchè un Prg è una filosofia della convivenza, esige armonizzazioni».
IL MERITO DEI RILIEVI. Ma quali punti del Prg hanno contestato le osservazioni? Lo spiega l’assessore Venturini: «35 hanno riguardato la normativa tecnica, 54 temi generali del Piano, 264 hanno avanzato richieste di nuova edificabilità, e sono state le più bocciate, 157 toccano le aree di trasformazione strategica e i progetti norma, con richieste di correzione ma non di abolizione. In 240 casi si è trattato di osservazioni miste, incluse segnalazioni di errori materiali».
Piano stravolto? Tutt’altro. «Il Piano conserva il suo impianto di fondo e le macro-previsioni: 10.209 nuovi alloggi, 221mila abitanti teorici . Su questa popolazione sono commisurate le aree standard: 29,5 metri quadrati pro capite per i servizi a scala urbana, 29,6 per quelli di prossimità contro minimi di legge - rispettivamente - di 26,5 e 17,5 metri pro-capite».
Stesso discorso per il verde e le aree sportive: contro minimi di legge di 23 metri pro-capite il Prg assicura 36 metri per ogni bresciano.
IL RUOLO DELLE OPPOSIZIONI. Cantoni ricorda il lavoro della commissione, che in 15 sedute ha analizzato quasi 50 osservazioni a seduta.
«In commissione - ricorda Cantoni - sempre è stata presente la minoranza: mai la Lega, talvolta Forza Italia che è stata attiva, e sempre An che ha presentato un’osservazione contenente 115 quesiti». Particolare rilievo il presidente della commissione assegna all’osservazione presentata da Collegio costruttori e Ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri): «È stata la più sostanziale, ci ha indotto a snellire le regole».
In generale, rileva Cantoni, «le osservazioni sono state uno strumento di dialogo con la città».
TEMPI CORRETTI. Baresi, infine, mette le mani avanti rispetto a possibili accuse di «frettolosità» visto che, l’altra volta, ci vollero quasi due anni per affrontare le osservazioni, mentre stavolta sono bastati tre mesi.
«Posto che la maggioranza intende approvare il Prg - sottolinea il segretario della commissione - maggioranza e opposizione hanno concordato un tragitto di collaborazione. Fra vecchio e nuovo piano sono state discusse 3000 osservazioni: questo è ormai un referendum sostanziale sul territorio, e nessuna forza politica può rinunciare a un simile patrimonio».
Un lavoro così celere è dipeso anche dal fatto che «in commissione non c’è stato ostruzionismo», e l’auspicio di Baresi è che lo stesso accada in Consiglio. Peraltro Baresi sottolinea altri due aspetti: «Questo è un piano per zone omogenee, e dunque è più semplice definire la corenza di un’osservazione. Comunque l’impostazione del Piano Secchi, senza zone omogenee, era coerente con la normativa che sta avanzando a livello regionale. E poi le osservazioni sono scese da 2000 a 700 perchè la gente s’è resa conto di non poter chiedere cose inverosimili. E anche questo è il segno che il Prg è stato recepito dalla città».
Massimo Tedeschi

 

Le novità tecniche di maggior rilievo

Sottotetti, accolta la norma regionale senza se e senza ma

Il lavoro sulle osservazioni, e in particolare sulla maxi-osservazione di Costruttori e Ordini professionali, ha portato a semplificare le regole, a snellire le norme, a chiarirne l’interpretazione. Parola del presidente della commissione urbanistica, Luciano Cantoni (Sdi), che sottolinea quattro aspetti particolarmente «sentiti» in città.
Il primo riguarda la vexata quaestio dei sottotetti: la Regione Lombardia ha approvato una legge particolarmente liberale in materia di sopralzi, mentre il Comune di Brescia in sede di prima stesura del Piano aveva cercato di circoscrivere e limitare i casi di applicazione di questa norma. Dopo la discussione delle osservazioni è stata eliminata l’interpretazione restrittiva. La previsione regionale sui sottotetti insomma, per usare un’espressione in voga in questi tempi, verrà applicata «senza se e senza ma».
Un secondo punto delicato riguarda i villaggi Marcolini e le possibilità di ampliamento delle case mono e bi-familiari realizzate anche trenta e quarant’anni fa. «Ora in questi villaggi è consentito un aumento dal 12 al 15% della volumetria - spiega Canrtoni - purchè sia interessata nel caso delle abitazioni monofamiliari una superficie minima di 120 metri quadrati, e nelle bifamiliari una superficie minima di 150 metri quadrati».
Modifiche anche alla normativa riguardante le parti interrate. «Passa da 2,40 a 2,70 metri l’altezza massima prevista per questi locali senza che debbano diventare superficie lorda di pavimento nei computi edilizi».
Per quanto riguarda sbalzi (ovvero balconi) e tettoie, infine, la sporgenza ammessa passa da 1,5 a 2 metri, e a 4 metri nel caso delle zone industriali.
Il nuovo Piano contiene poi cifre importanti, che danno la dimensione della trasformazione in atto in città. Le aree da acquisire per la realizzazione degli standard ammontano a 6,5 milioni di metri quadri, di cui 1,638 milioni saranno espropriati, mentre 4,861 saranno da acquisire attraverso convenzioni.
La reiterazione di vincoli preordinati a espropri interessa 1,603 milioni di metri quadrati. Le disposizioni di legge non sono chiare, ma pare che il Comune debba prevedere un indennizzo per questi vincoli: l’onere complessivo è stimato in 192mila euro. Per il Piano dei servizi, nell’arco dei 10 anni, è previsto infine un investimento di 210 milioni di euro da parte del Comune, al netto degli oneri di concessione. m.te.

 

In discussione la scelta di via Nikolajewka. «Nessuno si è più fatto vivo»

Ospedalino, supplemento di indagine

Ex stadio no, Ospedalino sì. Il piano regolatore che, una volta approvate le osservazioni, sarà definitivamente varato, elude un corposo tema urbanistico della Brescia che verrà, mentre affronta la questione dell l’Ospedale dei bambini. Con una differenza. Se il destino delle aree in cui sorge l’attuale Rigamonti non è neppure stato posto, la collocazione dell’Ospedalino in quel di Mompiano, zona Nikolajewka, è ritornato sub judice. «D’intesa con la Circoscrizione competente stiamo svolgendo un supplemento di indagine su questo punto» s’è limitato a chiarire il sindaco Corsini.
Il fatto è che la maggioranza ulivista che governa la Loggia aveva destinato all’insediamento dell’Ospedalino dei bambini una grande area a ridosso del quartiere Montini, nei mesi in cui era venuta prepotentemente avanti l’offerta di fondi da parte della Fondazione Ospedale dei bambini. Trovata l’area, però, gli sponsor privati s’erano raffreddati. «Da allora non abbiamo più sentito nessuno: nè Civile, nè Asl, nè Fondazione», dice Coresini. L’interrogativo fra le righe è ovvio: che senso ha impegnare un’area come questa se nessuno è intenzionato a realizzare la struttura? Di qui il «supplemento di indagine».
L’ipotesi di spostamento dello stadio, poi, apre il tema del futuro dell’attuale Rigamonti. Ma, di quello, il Prg in discussione si limita a confermare la destinazione sportiva.