Quindici sedute, fra fine novembre e
inizio febbraio. Ore e ore di analisi tecniche, discussioni, confronti. Così, a
tempo di record, la commissione urbanistica comunale è riuscita a esaminare
tutte le 759 osservazioni presentate da cittadini e istituzioni al Piano
regolatore generale approvato il 9 settembre scorso in Consiglio comunale. E
così, da venerdì prossimo, inizia la maratona consiliare per esprimere un voto
su queste osservazioni. In agenda sedute a raffica anche sabato 14, e poi ancora
lunedì 17, martedì 18 e mercoledì 19 marzo. Non è ancora chiaro se le
osservazioni saranno votate una ad una o per blocchi, se tutta la discussione
sarà pubblica o ci sarà qualche momento a porte chiuse. Di sicuro si tratterà
di un tour de force . Tutto il materiale è depositato dal 4 marzo, ma
ieri il sindaco Paolo Corsini, l’assessore all’Urbanistica Mario Venturini (Ds),
il presidente della commissione Luciano Cantoni (Sdi) e il segretario Fausto
Baresi (Margherita) hanno fatto il punto sul lavoro si qui svolto.
RIDOTTE DI UN TERZO. Il Piano-Secchi incappò in oltre 2000 osservazioni
e un nugolo di ricorsi al Tar uno dei quali (che prendeva di mira la mancanza di
zone omogenee) lo scardinò completamente. Il Prg Venturini-Moreni ha invece
alimentato una quarantina di ricorsi al Tar («nessuno, però, tale da inficiare
l’intero Piano, secondo i nostri legali», osserva l’assessore) e 759
osservazioni. La commissione urbanistica ha espresso parere favorevole su 132,
parzialmente favorevole su altre 133, negativo su 494 (nelle quali rientrano
anche quelle pleonastiche, cioè che chiedono cose già contenute nel Prg).
Un grosso lavoro di sistemazione e messa a punto è stato fatto su Norme
tecniche di attuazione e Piano dei servizi.
I PRINCIPI QUALIFICANTI. Il sindaco Corsini difende la «filosofia»
generale del Prg. «Questo è un Piano che consente alla città la
riqualificazione, la ricucitura del tessuto urbano, il recupero e il riempimento
dei vuoti, senza un eccesso di consumo del territorio. Un Piano che offre
grandissime opportunità ma al tempo stesso salvaguarda le riserve di
naturalità, le colline a nord e la campagna a sud». Corsini considera
raggiunti i due obbiettivi: «Consentire lo sviluppo e la modernizzazione,
garantire un progresso compatibile con la tutela del territorio».
UN LUNGO LAVORÌO. Corsini ricorda che, una volta licenziato dal
Consiglio, il Prg con le sue 93 tavole a scala 2000 partirà alla volta della
Regione Lombardia, che avrà sei mesi di tempo per varare definitivamente il
provvedimento. «La fase intercorsa fra la bocciatura del vecchio Piano da parte
del Tar e oggi - dice Corsini - è stata una fase utile, che ha consentito di
approfondire il dialogo con la città, le associazioni. Ne sono sortiti
affinamenti che hanno migliorato il Piano. E se comunque due terzi delle
osservazioni sono stati bocciati, questo non è per volontà punitiva, ma
perchè un Prg è una filosofia della convivenza, esige armonizzazioni».
IL MERITO DEI RILIEVI. Ma quali punti del Prg hanno contestato le
osservazioni? Lo spiega l’assessore Venturini: «35 hanno riguardato la
normativa tecnica, 54 temi generali del Piano, 264 hanno avanzato richieste di
nuova edificabilità, e sono state le più bocciate, 157 toccano le aree di
trasformazione strategica e i progetti norma, con richieste di correzione ma non
di abolizione. In 240 casi si è trattato di osservazioni miste, incluse
segnalazioni di errori materiali».
Piano stravolto? Tutt’altro. «Il Piano conserva il suo impianto di fondo e le
macro-previsioni: 10.209 nuovi alloggi, 221mila abitanti teorici . Su questa
popolazione sono commisurate le aree standard: 29,5 metri quadrati pro capite
per i servizi a scala urbana, 29,6 per quelli di prossimità contro minimi di
legge - rispettivamente - di 26,5 e 17,5 metri pro-capite».
Stesso discorso per il verde e le aree sportive: contro minimi di legge di 23
metri pro-capite il Prg assicura 36 metri per ogni bresciano.
IL RUOLO DELLE OPPOSIZIONI. Cantoni ricorda il lavoro della commissione,
che in 15 sedute ha analizzato quasi 50 osservazioni a seduta.
«In commissione - ricorda Cantoni - sempre è stata presente la minoranza: mai
la Lega, talvolta Forza Italia che è stata attiva, e sempre An che ha
presentato un’osservazione contenente 115 quesiti». Particolare rilievo il
presidente della commissione assegna all’osservazione presentata da Collegio
costruttori e Ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri): «È stata
la più sostanziale, ci ha indotto a snellire le regole».
In generale, rileva Cantoni, «le osservazioni sono state uno strumento di
dialogo con la città».
TEMPI CORRETTI. Baresi, infine, mette le mani avanti rispetto a possibili
accuse di «frettolosità» visto che, l’altra volta, ci vollero quasi due
anni per affrontare le osservazioni, mentre stavolta sono bastati tre mesi.
«Posto che la maggioranza intende approvare il Prg - sottolinea il segretario
della commissione - maggioranza e opposizione hanno concordato un tragitto di
collaborazione. Fra vecchio e nuovo piano sono state discusse 3000 osservazioni:
questo è ormai un referendum sostanziale sul territorio, e nessuna forza
politica può rinunciare a un simile patrimonio».
Un lavoro così celere è dipeso anche dal fatto che «in commissione non c’è
stato ostruzionismo», e l’auspicio di Baresi è che lo stesso accada in
Consiglio. Peraltro Baresi sottolinea altri due aspetti: «Questo è un piano
per zone omogenee, e dunque è più semplice definire la corenza di un’osservazione.
Comunque l’impostazione del Piano Secchi, senza zone omogenee, era coerente
con la normativa che sta avanzando a livello regionale. E poi le osservazioni
sono scese da 2000 a 700 perchè la gente s’è resa conto di non poter
chiedere cose inverosimili. E anche questo è il segno che il Prg è stato
recepito dalla città».
Massimo Tedeschi
Le novità tecniche di maggior rilievo
Il lavoro sulle osservazioni, e in particolare sulla maxi-osservazione di
Costruttori e Ordini professionali, ha portato a semplificare le regole, a
snellire le norme, a chiarirne l’interpretazione. Parola del presidente
della commissione urbanistica, Luciano Cantoni (Sdi), che sottolinea quattro
aspetti particolarmente «sentiti» in città.
Il primo riguarda la vexata quaestio dei sottotetti: la Regione
Lombardia ha approvato una legge particolarmente liberale in materia di
sopralzi, mentre il Comune di Brescia in sede di prima stesura del Piano aveva
cercato di circoscrivere e limitare i casi di applicazione di questa norma.
Dopo la discussione delle osservazioni è stata eliminata l’interpretazione
restrittiva. La previsione regionale sui sottotetti insomma, per usare
un’espressione in voga in questi tempi, verrà applicata «senza se e senza
ma».
Un secondo punto delicato riguarda i villaggi Marcolini e le possibilità di
ampliamento delle case mono e bi-familiari realizzate anche trenta e
quarant’anni fa. «Ora in questi villaggi è consentito un aumento dal 12 al
15% della volumetria - spiega Canrtoni - purchè sia interessata nel caso
delle abitazioni monofamiliari una superficie minima di 120 metri quadrati, e
nelle bifamiliari una superficie minima di 150 metri quadrati».
Modifiche anche alla normativa riguardante le parti interrate. «Passa da 2,40
a 2,70 metri l’altezza massima prevista per questi locali senza che debbano
diventare superficie lorda di pavimento nei computi edilizi».
Per quanto riguarda sbalzi (ovvero balconi) e tettoie, infine, la sporgenza
ammessa passa da 1,5 a 2 metri, e a 4 metri nel caso delle zone industriali.
Il nuovo Piano contiene poi cifre importanti, che danno la dimensione della
trasformazione in atto in città. Le aree da acquisire per la realizzazione
degli standard ammontano a 6,5 milioni di metri quadri, di cui 1,638 milioni
saranno espropriati, mentre 4,861 saranno da acquisire attraverso convenzioni.
La reiterazione di vincoli preordinati a espropri interessa 1,603 milioni di
metri quadrati. Le disposizioni di legge non sono chiare, ma pare che il
Comune debba prevedere un indennizzo per questi vincoli: l’onere complessivo
è stimato in 192mila euro. Per il Piano dei servizi, nell’arco dei 10 anni,
è previsto infine un investimento di 210 milioni di euro da parte del Comune,
al netto degli oneri di concessione. m.te.
In discussione la scelta di via Nikolajewka. «Nessuno si è più fatto vivo»
Ex stadio no, Ospedalino sì. Il piano regolatore che, una volta approvate
le osservazioni, sarà definitivamente varato, elude un corposo tema
urbanistico della Brescia che verrà, mentre affronta la questione dell
l’Ospedale dei bambini. Con una differenza. Se il destino delle aree in cui
sorge l’attuale Rigamonti non è neppure stato posto, la collocazione
dell’Ospedalino in quel di Mompiano, zona Nikolajewka, è ritornato sub
judice. «D’intesa con la Circoscrizione competente stiamo svolgendo un
supplemento di indagine su questo punto» s’è limitato a chiarire il
sindaco Corsini.
Il fatto è che la maggioranza ulivista che governa la Loggia aveva destinato
all’insediamento dell’Ospedalino dei bambini una grande area a ridosso del
quartiere Montini, nei mesi in cui era venuta prepotentemente avanti
l’offerta di fondi da parte della Fondazione Ospedale dei bambini. Trovata
l’area, però, gli sponsor privati s’erano raffreddati. «Da allora non
abbiamo più sentito nessuno: nè Civile, nè Asl, nè Fondazione», dice
Coresini. L’interrogativo fra le righe è ovvio: che senso ha impegnare
un’area come questa se nessuno è intenzionato a realizzare la struttura? Di
qui il «supplemento di indagine».
L’ipotesi di spostamento dello stadio, poi, apre il tema del futuro
dell’attuale Rigamonti. Ma, di quello, il Prg in discussione si limita a
confermare la destinazione sportiva.