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Gianni
Bonfadini
MILANO
La crescita continua, meno pericolosamente impetuosa che
nel passato prossimo ma, come detto, si continua a salire. E
Brescia e la sua provincia si confermano, come già nel 2001,
la terza città d’Italia quanto ad attività edilizia con
1,8 milioni di € di fatturato stimato, preceduta da Milano
(che da sola vale circa il 25% dell’intera attività
edilizia nazionale) e Roma.
Brescia, prezzi da
primato - Non solo (ed
è un primato poco incoraggiante per chi intendesse acquistare
casa: Brescia resta la città dove comprar casa costa caro.
Anche qui siamo dopo Milano e Roma. Chi acquista un
appartamento in città deve metter in conto - mediamente - di
spendere 11,5 annualità di reddito: significa che occorre
lavorare 11 anni e mezzo per avere un tetto rispetto, ad
esempio, ai 9,4 anni di un fiorentino, gli 8,8 anni di un
bolognese o il 6,7 anni di un abitante di Bari. Le
valutazioni, i consuntivi e le previsioni 2003-2004 sono
quelle illustrate ieri a Milano, in occasione dell’annuale
presentazione del sesto rapporto sul mercato immobiliare
lombardo steso da Scenari Immobiliari e dal Centro regionale
dei costruttori edili.
Lombardia: terzo
mercato Ue - Il
quadro è quello delineato agli inizi: il settore edilizio
anche nel 2002 ha continuato a crescere come fa dal ’96,
anche se l’impressione è che l’apice sia stato raggiunto.
La Lombardia, con quasi 23 miliardi di euro di fatturato nel
2002, è diventato il terzo mercato immobiliare europeo, dopo
Parigi e Londra. In tutta la regione sono stati acquisiti 12,8
milioni di metri quadrati, con un incremento, sui precedenti
dodici mesi, del 3%. Più elevata è stata la crescita nei
comuni capoluogo, ma sul valore medio dei comuni minori pesa
il dato delle province più grandi, Brescia e Bergamo, dove l’incremento
non ha raggiunto i due punti percentuali.
In 3 anni, + 20%
- Il mercato residenziale, nell’ultimo triennio, ha
realizzato una crescita del 20% in termini di compravendite e
del 35% in termini di fatturato. I segnali provenienti dalle
province, emerge dalla ricerca, indicano un rallentamento dei
movimenti in attesa di nuovi stimoli, in modo particolare di
prodotto nuovo, indispensabile per soddisfare la domanda
potenziale delle famiglie che di riflesso ha prodotto la
crescita, a volte incontrollata, dei prezzi. Nel corso del
2002 l’andamento è stato disomogeneo tra un trimestre e l’altro
e in particolare il terzo e il quarto sono stati
caratterizzati da una generale lieve contrazione dei volumi
scambiati, mentre la prima parte dell’anno è stata più
brillante ed ha contribuito a chiudere il 2002 con risultati,
in certi ambiti, migliori delle previsioni. Le province si
trovano nella parte alta del ciclo di mercato, iniziato per
quasi tutto il territorio regionale sei anni fa, anche se
Lodi, Varese e Sondrio hanno intercettato la ripresa con uno
sfasamento di circa un biennio. Milano continua ad essere la
maggiore piazza immobiliare italiana ma il ciclo positivo,
iniziato alla fine del 1996, ha probabilmente già raggiunto
il proprio apice, anche se il trend si mantiene favorevole
perchè, a fronte di una domanda elevata ed in ulteriore
espansione, l’offerta è in diminuzione, soprattutto nelle
aree centrali e con qualità sempre più scadente. Per quanto
riguarda i prezzi, la loro crescita ha riguardato tutto il
territorio e l’incremento medio è stato pari al 7,5%, con
aree territoriali che hanno realizzato tra il 2 e il 4% e
altre che hanno superato il 10%. Le previsioni a breve-medio
termine sui prezzi delle abitazioni realizzate da Scenari
Immobiliari vedono, per la media delle città lombarde, un
aumento delle quotazioni del 5%.
Brescia, la città
traina i prezzi -
Entrando nel dettaglio, l’analisi di Scenatri Immobiliari
stima il mercato cittadino immobiliare cresciuto dell’8,1%
sul fronte dei prezzi rispetto ad un più contenuto (+1%)
registrato in provincia. Fra i dati correlati alla ricerca,
interessante quelli relativi alla stima della domanda che si
registrerà in città e provincia nel 2003-2004. Ebbene: nei
due anni, la stima per Brescia e provincia è di oltre 36mila
richieste di abitazioni. Una richiesta che nasce dai nuovi
matrimoni (5mila l’anno), nuovi nuclei di singles,
separazioni, immigrati. In totale fanno, come detto, 36mila
nuove domande di alloggio che vanno sul mercato.
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