|
|
|
BRESCIA
Sicurezza ed edilizia. Un binomio che continua apparentemente a
non dare grandi soddisfazioni se è vero - come è vero - che muratori,
carpentieri e ferraioli continuano a fare un mestiere che risulta essere
(stando ai dati dell’Inail) fra i più pericolosi. Ma insistere - quando si
parla di sicurezza - si deve. Ed ieri, nella sede del Comitato paritetico
territoriale di Brescia e Provincia (il Cpt), si è ad un tempo voluto
ricordare il 30.mo della fondazione, oltre che fare il punto sull’attività
più recente di una istituzione che a livello nazionale è considerata un
modello: perchè è stata la prima struttura (con Torino) di questo tipo
avviata in Italia; e perchè continua ad avere un tasso di innovazione e di
risultati che da altre parti ci invidiano.
Il Cpt, come dice il nome, è un Comitato paritetico. È una volontaria
associazione fra le imprese e i sindacati dei lavoratori che hanno
autonomamente deciso di costituire una struttura che, pur non obbligatoria
per legge, fosse in grado di essere un elemento di controllo, osservazione,
consulenza e formazione per le imprese in materia di sicurezza sui cantieri.
Enrico Mazzucchi e Romano Rebuschi (presidente e vicepresidente del Cpt, il
primo in rappresentanza delle imprese, il secondo del sindacato), con il
direttore Obizio Pandocchi, hanno voluto segnare ieri la ricorrenza dei 30
anni, oltre che rimarcare le attività più recenti dell’istituzione. I dati
forniti continuano a presentarsi come ambivalenti. Solo per limitarsi ad
alcune cifre del 2003. Il Cpt, con un organico complessivo di 4 funzionari e
5 delegati territoriali full time, ha effettuato lo scorso anno poco meno di
4mila visite su cantieri, 3.991 sopralluoghi per l’esattezza. Se da questo
numero ci si limita a valutare gli andamenti della "prima visita" - cioè
della prima volta nella quale i tecnici del Cpt varcano il cancello del
cantiere - ebbene, la prima visita degli ispettori registra irregolarità
diffuse prossime al 70% dei cantieri. Come a dire che su tre cantieri che
aprono, due hanno significative irregolarità sul fronte della sicurezza. Non
avendo funzione istituzionale, il Comitato interviene sulle imprese con una
sorta di moral suasion e, nei casi più evidenti, trasmette agli enti
preposti (Asl in primis) la dovuta segnalazione, una sorta di denuncia che
lo scorso anno ha coinvolto una quarantina di cantieri.
Le cose migliorano mano a mano che il cantiere viene ri-visitato. Già al
secondo sopralluogo le irregolarità, ad esempio, scendono al 18-22%, per poi
abbassarsi ancora al 4-7% alla terza visita. Molto - hanno detto Mazzucchi e
Rebuschi - è stato fatto, anche se molto resta da fare. In particolare, un
rinnovato impegno sarà attuato sul fronte della formazione mettendo in
cantiere (è il caso di dirlo) la più vasta e capillarle attività di
informazione con incontro di 2 ore con tutti i dipendenti (circa 18-20 mila)
delle poco meno di 4 mila imprese iscritte alla Cape, la cassa paritetica
edile. Non solo. Ad attestare un’attenzione al tema, il comitato bresciano è
stato il primo in Italia ad entrare nelle scuole professionali e di
indirizzo tecnico (geometri) per fornire una prima indicazione sulla
sicurezza ai futuri tecnici del settore: è un lavoro più lento, ma che va in
profondità. Almeno si spera...
|
|