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 Giuliano Campana
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BRESCIA
Alla Cape (Cassa assistenziale paritetica edile) di Brescia i
conti sono ok. Nonostante la forte percentuale di insolvenza contributiva da
parte delle imprese non strutturate, nate soprattutto in scia alla sanatoria
e quindi scomparse nel breve periodo. Se la Cape vanta crediti per 6 milioni
di euro, ciononostante chiude il 2003 con un avanzo economico d’esercizio di
198mila euro sul conto patrimoniale di 36 milioni di euro.
Ieri, nella sede di via Dei Mille, i dati Cape sono stati presentati dal
presidente Giuliano Campana, dal vice Raffaele Merigo e dal direttore Dario
Paroni. «Il 2003 - ha detto Campana - è stato un anno eccezionale: sono
quasi 2mila gli addetti in più e circa 600 le imprese nuove iscritte.
L’aspetto negativo di questo boom, semmai è rappresentato dalle insolvenze».
Giuliano Campana ha quindi delineato i dati di fondi della gestione Cape
che, ovviamente, rappresenta un osservatorio privilegiato per misurare
l’andamento del comparto. «Il 2003 è stato indubbiamente un anno del tutto
positivo - commenta Campana - ed è solo nei primi mesi del 2004 che è stato
evidenziato un certo rallentamento, peraltro non destinato a far segnare un
rallentamento dei prezzi. Il mercato, comunque, troverà nel Prg di Brescia,
recentemente licenziato dalla Regione, anche i motivi di nuove iniziative».
Ciò detto, mentre i lavoratori attivi iscritti nel 2003 sono aumentati di
oltre 2mila unità, arrivando al record di 23.217, anche l’imponibile
salariale ha compiuto un netto salto di qualità, chiudendo l’esercizio 2003
con 190 milioni di euro, il 20% in più rispetto ai 158 milioni del 2002. «Da
cinque anni il numero degli addetti è in continuo aumento - dice ancora il
presidente della Cape - e solo quest’anno potrebbe esserci una leggera
flessione. Nel contempo il dato eclatante è quello relativo alla presenza
degli stranieri iscritti alla Cape: nell’esercizio 2003 sono stati ben
6.645». In testa alla lista si collocano i lavoratori dell’Albania (1.727),
del Marocco (1.325), della Romania (852) e della Jugoslavia (696). Fra i
lavoratori attivi 19mila sono residenti in provincia di Brescia, 2.139 in
Lombardia e 2.061 in altre regioni. La dinamica fra inizio e cessazione
delle attività d’impresa è un dato preoccupante, soprattutto in mancanza «di
norme efficaci che regolino l’accesso ad una professione oggi indubbiamente
complessa come quella del costruttore edile». La dimensionalità media - da
tradizione - resta bassa: il numero medio degli addetti, infatti, è di 6
unità.
Raffaele Merigo ha voluto sottolineare la capacità della Cape di Brescia
nell’affiancare i dipendenti sotto il profilo delle prestazioni
assistenziali. «Il numero complessivo delle prestazioni integrative
effettuate lo scorso anno - ha ricordato Merigo - sono state più di 23mila».
La novità in cantiere che la Cape si accinge a varare è il mutuo casa
agevolato. Il colmo per un muratore è quello di non avere casa propria e la
Cassa, quindi, si muove per ovviare al problema. Come hanno spiegato sia
Campana che Merigo, dal 2005 la Cape stanzierà 200mila euro l’anno allo
scopo di «ammortizzare» gli interessi passivi del costo dei mutui prima casa
dei lavoratori edili. Tale opportunità sarà riservata agli iscritti (da
almeno due anni) scelti in base ad una specifica graduatoria. Considerata la
caratteristica a lungo periodo dell’operazione (dieci anni), «tutti gli
interessati sono invitati ad attivarsi per conoscere il valore di
un’opportunità che sarà presto presentata nel dettaglio». In corso di sono
infatti contatti con istituti di credito alla ricerca della migliore
proposta possibile. «Chi non sarà selezionato potrà comunque accedere a
prestiti più che interessanti», è stato detto al termine dell’incontro.
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