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BRESCIA
L’analisi dettagliata dell’andamento economico del comparto e le
proiezioni in chiave 2004; il dialogo con le istituzioni; la verifica
critica della politica fiscale. Sono questi i temi proposti nel corso dei
lavori dell’assemblea del Collegio Costruttori Edili di Brescia.
L’assise, che si è svolta a porte chiuse in ottemperanza alle procedure per
il rinnovo delle cariche (il risultato dello spoglio verrà reso noto nella
giornata di lunedì), ha visto la partecipazione di numerosi iscritti.
Al tavolo dei relatori (gli interventi sono stati coordinati dal presidente
della Scuola Edile, Franco Donati), il presidente uscente Alberto Giacomelli
con i vicepresidenti Arturo Dotti, Vitaliano Gaidoni e Mario Parolini.
Nel suo dettagliato intervento, Giacomelli ha preso atto dei significativi e
positivi dati che hanno contraddistinto il 2003, un altro periodo
eccezionale per il settore delle costruzioni, ma non ha sottaciuto i primi
segnali di controtendenza che porteranno l’edilizia a chiudere l’anno
corrente con un trend di crescita inferiore rispetto al passato. «I segnali
del rallentamento - ha sottolineato Giacomelli - incideranno anche
sull’occupazione. Sarà quindi difficile ripetere il record dello scorso
esercizio, che ha chiuso con oltre 23mila dipendenti iscritti».
Ciò detto, Giacomelli ha posto anche l’accento sui temi che riguardano il
rapporto fra le imprese e le istituzioni. «Sul fronte delle opere pubbliche
- ha detto - non avvertiamo quei segnali di rilancio concreto che ci saremmo
attesi, probabilmente sulla capacità di investire dello Stato pesa un
deficit pubblico pesante, che ingessa i bilanci». «Se è vero che il Fisco ha
un poco cambiato rotta, riducendo il prelievo sulla rivalutazione dei
cespiti ed ha confermato le agevolazioni per gli interventi di
ristrutturazione - ha detto ancora il presidente del Collegio - non sono
state attuate quelle riduzioni utili a premiare ancor meglio l’investimento
immobiliare».
Mentre il settore attende ancora la nuova legge urbanistica della Regione
Lombardia, a Brescia si prende atto delle modifiche apportare al nuovo Prg
del capoluogo che consentono una maggiore chiarezza operativa,
dell’approvazione in Provincia sia del Piano Territoriale di Coordinamento
(«che semplifica e ottimizza le procedure»), sia del Piano Cave («che mette
a disposizione dei costruttori la materia prima, ossia gli inerti»).
Tornando alla questione delle infrastrutture, Alberto Giacomelli ha
manifestato viva preoccupazione per il destino del progetto che riguarda il
collegamento con la Valtrompia («servono nuove iniziative»), mentre ha
auspicato tempi rapidi per la Direttissima Brescia-Milano.
Tra gli argomenti non poteva mancare l’accenno al forte turn-over delle
imprese che - come Giacomelli ha ricordato in altre occasioni - denota
un’eccessiva facilità nell’accesso alla professione. «Il Collegio di Brescia
- ha ribadito - è fatto di persone serie e di costruttori seri. Escludo,
anche per il futuro, che la nostra realtà possa farsi tramite e tutelare
quella pur minima parte di operatori che non rispondano ai requisiti propri
della professionalità, soprattutto oggi, alla vigilia di una riforma che
implicherà la certificazione contributiva anche per i lavori privati».
Alberto Giacomelli lascia la presidenza del Collegio dopo un’esperienza che
lo ha visto al vertice dell’associazione, pur se non continuativamente, per
sedici anni.
Durante l’assemblea sono intervenuti Giuliano Campana (presidente della
Cassa Assistenziale Paritetica Edile), Franco Donati (presidente uscente
della Scuola Edile), Enrico Mazzucchi (presidente del Comitato Paritetico
Territoriale per la prevenzione Infortuni) e Alberto Silvioli (Comitato dei
revisori dei conti).
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