mercoledì 15 dicembre 2004 economia pag. 27

 
La provocazione lanciata dal segretario della Filca Cisl Giuseppe Bonaiti. Obbiettivo sulla qualificazione del mercato

«Cantieri a punti per la sicurezza»

Infortuni, Brescia migliora: nel 2003 le denunce scese a quota 2.577

La «patente a punti» per le imprese edili. Questa la provocazione di Giuseppe Bonaiti, segretario provinciale della Filca Cisl. Una proposta lanciata ieri durante il convegno provinciale programmato nell’ambito della giornata per la sicurezza nei cantieri edili, che ha evidenziato una situazione in progressivo miglioramento dal punto di vista dell’infortunistica, «anche se - hanno ammesso gli operatori -, i risultati non sono certo soddisfacenti» e il lavoro da fare «è ancora molto». Proprio in quest’ottica, quindi, si inserisce il richiamo di Bonaiti, che ieri ha parlato in rappresentanza anche di Fillea e Feneal.
«Il nostro obbiettivo - ha spiegato - è promuovere la qualificazione del mercato. Devono essere stabiliti dei criteri precisi, e questi vanno fatti rispettare. Pensiamo, ad esempio, ad un patentino per le imprese, in modo che chi esegua a garanzia di qualità il prodotto possa essere sempre rintracciabile. In questo modo la concorrenza può essere spostata dai costi alla qualità. Il peso che purtroppo continuano ad avere gli infortuni nella categoria - ha aggiunto Bonaiti - è alto, e tale che nulla deve essere lasciato intentato. L’edilizia possiede un triste primato, anche, se non soprattutto, per le caratteristiche organizzative che si è data: con quel suo sistema a rete che porta a un forte intreccio operativo di più imprese per ogni cantiere, attraverso l’uso dei subappalti che non sono da condannare in sè, ma che si prestano più facilmente alla proliferazione di lavoro spurio e irregolare, e maggiori difficoltà di coordinamento nella costruzione dell’opera».
Dopo l’introduzione di Angiolino Legrenzi, direttore del Consorzio Costruttori provinciale, ha preso la parola Aldo Pollonio, presidente del comitato paritetico territoriale di Brescia. «La categoria degli edili - ha spiegato - non ha mai abbassato la guardia, e ha investito sia in passato che oggi notevoli risorse per la salute e la sicurezza dei propri lavoratori. Un impegno che corrisponde ad uno sforzo economico annuo, sostenuto dalle imprese, pari ad oltre 75 milioni di euro. Un costo sostenuto per l’esecuzione di oltre 100 mila visite di controllo e consulenza in cantiere, condotte da oltre 500 tecnici, per l’erogazione di alcuni milioni di ore/uomo di formazione». Uno sforzo che ha portato il numero degli infortuni denunciati in provincia di Brescia, secondo i dati del Collegio Costruttori, a ridursi progressivamente, passando dalle 2.709 del 2001 alle 2.577 del 2003, con un indice di 62,85 infortuni ogni mille addetti (69,46 nel 2001). Un tasso comunque superiore alla media lombarda, pari a 58,02. «L’obbiettivo - ha spiegato Raffaele Merigo, vicepresidente del comitato paritetico territoriale di Brescia per l’edilizia - è dare continuità alle iniziative svolte. Il tema d’obbligo è l’educazione al lavoro sicuro. Un tema che richiede un approccio sistematico e strutturato». Per questo motivo Merigo ha sollecitato «un approccio nuovo alla prevenzione», pechè «la normativa in materia di sicurezza ha ampliato il campo di intervento per le azioni di informazione e formazione, e diversificato le tipologie di soggetti destinatari di norme in materia. La normativa ha introdotto nuove figure nelle procedure di gestione della sicurezza, ha introdotto il livello di coordinamento della sicurezza nella fase di concezione e realizzazione dell’opera, ha ampliato i destinatari di un fabbisogno di formazione e aggiornamento continuo all’insieme degli operatori che intervengono nel processo realizzativo». E’ un «doppio binario» quello su cui viaggiano le recenti iniziative dell’Ance e del sindacato. «Da una parte - ha spiegato il presidente provinciale del Collegio Costruttori Giuliano Campana - bisogna potenziare il sistema degli enti paritetici, ed in particolare le casse edili. Dall’altra parte è necessario intensificare il controllo dell’applicazione delle normative in materia di sicurezza attraverso i comitati paritetici per la sicurezza e le scuole edili». Un altro aspetto che, secondo Campana, va approfondito è relativo al lavoro irregolare, che «non è disgiunto dal problema del costo del lavoro. Oggi - ha spiegato - il netto all’ora di un dipendente è di 8,23 euro, con un costo complessivo di 24 euro. Quanto più gli oneri sociali sono elevati, tanto più alcuni operatori abbandonano la regolarità per forme di lavoro nero o grigio: non si deve dimenticare, infatti, che il settore edile sconta costi per Inps e Inail maggiori rispetto ad altri settori industriali».
Matteo Meneghello



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