Martedì 15 marzo 2005





 ECONOMIA E FINANZA Pag. 28    

Le proposte al convegno di Pro Brixia alla Fiera di Brescia sulla fiscalità per la casa Immobili, tutto in un’unica imposta Gli atti dovrebbero riportare il compenso effettivo, non il solo valore catastale

 
Franco Maggio

Giuseppe Barbiero

  


BRESCIA


 

Tutti i balzelli sugli immobili in una imposta unica, obbligo di dichiarare il vero ammontare della compravendita nei rogiti notarili, salvo poi tassare in base alla rendita catastale, semplificare l’Ici riducendo la varietà e la fantasia delle tipologie inventate dai Comuni, tornare alla tassazione del reddito e non del patrimonio, in pratica togliere le tasse dalla prima casa, continuare l’opera di aggiornamento del Catasto per poter ragionare sulla vera base imponibile, incrociare la mappe catastali con le mappe urbanistiche in modo da far emergere la vera destinazione d’uso del mappale. Non è stato avaro di proposte il convegno sulla fiscalità sugli immobili, organizzato da Pro Brixia in occasione di Brescia Casa 2005 per offrire alla rassegna e soprattutto al Salone dei servizi immobiliari che è alla seconda edizione. L’imposta unica - La vogliono tutti, salvo che non è dietro l’angolo. La si immagina come una imposta locale, regionale o più probabilmente comunale. Giorgio Bruni Zani, intervenuto per il Collegio costruttori, si spinge a chiedere non solo un’imposta unica, ma un’aliquota unica simile a quella applicata alla ricchezze mobiliari. Il presidente dell’Anci Leonardo Domenici, nel suo intervento scritto al convegno insiste che tutte le competenze vadano ai Comuni che hanno dimostrato in questi anni competenza e moderazione. La simulazione del prezzo - Il fatto che negli atti notarili figuri un prezzo che normalmente ha poco a che fare con il corrispettivo effettivamente pagato, è stato uno dei temi ricorrenti del convegno. Le controindicazioni a questo operare sono molte e le ha elencate inesorabilmente il notaio Gianni Tufano. Dichiarando meno si rischia di andare incontro ad una revocatoria, si evade l’Iva, si rischia persino di non poter detrarre gli interessi sui mutui. La proposta dei notai è di stabilire un obbligo, robustamente sanzionato, a dichiarare il valore reale, salvo poi tassare sulla base del valore catastale. Anche perchè, dice il presidente dell’Osservatorio fiscale Giuseppe Barbiero, il Catasto non avrà mai una base per arrivare ai valori reali degli immobili se si registreranno in continuazione atti falsi. Non piace all’agente immobiliare Gianfranco Ferrari esponente della Borsa immobiliare bresciana, che il metodo catastale sia stato inserito anche per gli affitti. Altre dichiarazioni di comodo in vista. In proposito il direttore dell’Agenzia delle entrate di Brescia uno Salvatore Labruna, avverte che dichiarare in base al valore catastale è comunque a rischio, perchè il Fisco, se ne ha le prove, può sempre sanzionare l’occultamento di corrispettivo. Il catasto - Ne ha parlato con competenza e persino entusiasmo il direttore regionale dell’Agenzia del territorio della Lombardia Franco Maggio. L’aggiornamento di un Catasto fino a 15 anni fa disastroso ha proceduto a ritmi serrati. Oggi con 52 milioni di immobili censiti si può dire che tutto il patrimonio sia registrato. Si pensi che nel ’96 gli immobili censiti erano 20 milioni di meno. Anche a Brescia è costante l’aggiornamento, soprattutto dove si può contare sulla collaborazione dei Comuni. Allarma semmai che ancora nel 2004 si siano recuperati oltre 100 milioni di base imponibile più dell’anno prima, segno che da fare ce n’era ancora molto. Va detto che i valori catastali sono riferiti al biennio 1989/90. L’aggiornamento però procederà senza fretta in attesa di passare, nel 2006, tutta la partita ai Comuni. I grandi progressi si devono all’informatica. Franco Maggio ha spiegato che gli ultimi anni sono stati spesi per mettere in linea la documentazione cartacea. Anche il notaio Tufano dà atto dei miglioramenti e delle molte possibilità offerte di consultazione on line. L’Ici - L’Imposta comunale sugli immobili è vittima degli strali (peraltro tradizionali) di Confedilizia. Impegnato in Bankitalia il presidente Sforza Fogliani, è venuto a Brescia il tesoriere Renzo Gardella. Gardella ha spiegato che l’Ici è sostanzialmente un’imposta patrimoniale che diventa espropriativa se l’immobile non dà reddito come nel caso della prima casa. Per di più la pessima comunicazione tra le banche dati comunali e quelle statali, rende l’applicazione confusa. Contro l’Ici si sono schierati anche i consumatori con il segretario dell’Adiconsum di Brescia Cesare Reboni, limitandosi però a chiedere una semplificazione. La varietà di formule inventate dai Comuni inferocisce i consumatori che si vedono costretti, oltre che a pagare, a spendere soldi in consulenze. Reboni ritiene che se i Comuni dovessero istituire uno sportello Ici, questo sarebbe molto utilizzato e gradito. Sempre in tema di Ici Salvatore la Bruna ha illustrato la possibilità di pagarla con l’F24, compensando l’Ici con i crediti d’imposte Irpef e persino con l’Inps. (p)