Giornale di Brescia
Venerdì 29 aprile 2005


 
 ECONOMIA E FINANZA Pag. 31    

BILANCIO 2004. Alberto Silvioli traccia il consuntivo della Cassa assistenziale paritetica
L’edilizia non sente crisi
Aumenta il numero delle imprese; addetti sempre oltre le 23mila unità

 

  


BRESCIA


 

Per andare continua ad andare, fino a quando è difficle dire. Quel che ragionevolmente si può affermare «è che il mercato non potrà crescere all’infinito. Veniamo da quattro-cinque anni positivi, in qualche caso più che positivi, attendersi un rallentamento è nelle cose». Così Alberto Silvioli, presidente della Cape bresciana, la Cassa assistenziale paritetica edile, sintetizza il consuntivo 2004 per il settore che continua ad essere fra i pochi a non registrare rallentamenti. Almeno per ora. E se qualche cedimento è da mettere in conto, la speranza è affidata «alle committenza pubblica», e quindi ai cantieri (metropolitana e non solo) aperti o che si avvieranno. La nuova sede. Fra i possibili piccoli nuovi cantieri che potrebbero aprirsi, Alberto Silvioli e il vice Antonio Lazzaroni con il direttore Paroni, annunciano quello della nuova sede della Cape: la localizzazione è da trovarsi, ma una serie di approcci con il Comune di Brescia sono avviati. La speranza è di trovare al più presto un’intesa che consenta di avviare il cantiere a fine anno o ai primi dell’anno prossimo, in concomitanza con i sessant’anni di fondazione della Cape. I numeri del comparto. Il comparto, come detto, non va male. I numeri lo confermano. E i numeri per la Cape fanno essenzialmente riferimento al cosiddetto imponibile salariale, cioè a quanto le imprese dichiarano all’Inps e sul quale la Cape (che funge da cassa assistenza integrativa) fa le dovute trattenute: era di 190 milioni di euro nel 2003, è passato a 195 milioni lo scorso anno con un incremento in buona parte dovuto all’aumento (2,51%) del contratto nazionale, ma già il fatto di confermare sostanzialmente il dato dell’anno prima (annus mirabilis) è giudicato più che positivamente. In crescita, ma qui i dati si prestano a qualche interpretazione non necessariamente sempre positiva, anche il numero delle imprese attive (da 4.080 a 4.242) che però sconta, con ogni probabilità, un ulteriore processo di frammentazione. Stabili, poco più, gli addetti (oltre le 23 mila unità) pur se la presenza media è di poco superiore alle 16 mila unità, anche questo un dato che attesta un elevato turn-over «garantito» in primo luogo dai quasi 7mila lavoratori stranieri che registrano una permanenza media per azienda di 95 giorni: «È questo - commentano Silvioli e Lazzaroni - qualche problema lo pone. I dati dicono che i lavoratori stranieri rappresentano ormai una risorsa importante per il settore anche se - e qui sta il rovescio della medaglia - la permanenza resta aleatoria, con tutti i problemi connessi. Col Durc lavoro nero più difficile. Silvioli lo ammette senza riserve, pur se definisce «irregolare» quel che più banalmente è lavoro nero tout court: il settore è ancora interessato a forme piuttosto diffuse di lavoro nero. Vero è che di strada su questo fronte a Brescia ne è stata fatta. Basti un dato: se un’azienda dichiara meno di 140 ore mensili per addetto scatta un segnale d’allerta. Adesso si farà un passo ulteriore con lo sportello unico informativo della Cassa che sarà abilitato al rilascio della certificazione unica di regolarità contributiva anche per conto di Inps e Inail. Contemporaneamente verrà creata una banca dati nazionale nella quale confluiranno i dati di tutte le Casse edili nazionali che con cadenza mensile invieranno l’elenco delle imprese non in regola con i contributi. Il passaggio si annuncia essere di quelli epocali visto che il rilascio del Durc (dichiarazione unica di regolarità contributiva) sarà indispensabile per poter partecipare non solo ai lavori pubblici, ma anche a quelli privati. Una Cassa in salute. Il bilancio della Cassa è in buona salute. Ha incassato 704mila euro di interessi attivi e oltre 6 milioni quali contributi delle imprese. E ne ha spesi 6,5 milioni per la gestione dell’ufficio, ma - soprattutto - per erogare le varie prestazioni per le quali è stata fondata: diaria malattie, infortuni, vestiario, sussidi per assegni di studio, rimborsi per spese odontoiatriche e via elencando. Il bilancio chiude con un avanzo di 269mila euro, non prima di aver stanziato 50mila € per alleviare i problemi di chi ha avuto le case danneggiate dal terremoto che si è registrato sul Garda.