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BRESCIA
Per andare continua ad andare, fino a quando è difficle dire. Quel
che ragionevolmente si può affermare «è che il mercato non potrà crescere
all’infinito. Veniamo da quattro-cinque anni positivi, in qualche caso più
che positivi, attendersi un rallentamento è nelle cose». Così Alberto
Silvioli, presidente della Cape bresciana, la Cassa assistenziale paritetica
edile, sintetizza il consuntivo 2004 per il settore che continua ad essere
fra i pochi a non registrare rallentamenti. Almeno per ora. E se qualche
cedimento è da mettere in conto, la speranza è affidata «alle committenza
pubblica», e quindi ai cantieri (metropolitana e non solo) aperti o che si
avvieranno. La nuova sede. Fra i possibili piccoli nuovi cantieri
che potrebbero aprirsi, Alberto Silvioli e il vice Antonio Lazzaroni con il
direttore Paroni, annunciano quello della nuova sede della Cape: la
localizzazione è da trovarsi, ma una serie di approcci con il Comune di
Brescia sono avviati. La speranza è di trovare al più presto un’intesa che
consenta di avviare il cantiere a fine anno o ai primi dell’anno prossimo,
in concomitanza con i sessant’anni di fondazione della Cape. I numeri del comparto. Il comparto, come detto, non va
male. I numeri lo confermano. E i numeri per la Cape fanno essenzialmente
riferimento al cosiddetto imponibile salariale, cioè a quanto le imprese
dichiarano all’Inps e sul quale la Cape (che funge da cassa assistenza
integrativa) fa le dovute trattenute: era di 190 milioni di euro nel 2003, è
passato a 195 milioni lo scorso anno con un incremento in buona parte dovuto
all’aumento (2,51%) del contratto nazionale, ma già il fatto di confermare
sostanzialmente il dato dell’anno prima (annus mirabilis) è giudicato più
che positivamente. In crescita, ma qui i dati si prestano a qualche
interpretazione non necessariamente sempre positiva, anche il numero delle
imprese attive (da 4.080 a 4.242) che però sconta, con ogni probabilità, un
ulteriore processo di frammentazione. Stabili, poco più, gli addetti (oltre
le 23 mila unità) pur se la presenza media è di poco superiore alle 16 mila
unità, anche questo un dato che attesta un elevato turn-over «garantito» in
primo luogo dai quasi 7mila lavoratori stranieri che registrano una
permanenza media per azienda di 95 giorni: «È questo - commentano Silvioli e
Lazzaroni - qualche problema lo pone. I dati dicono che i lavoratori
stranieri rappresentano ormai una risorsa importante per il settore anche se
- e qui sta il rovescio della medaglia - la permanenza resta aleatoria, con
tutti i problemi connessi. Col Durc lavoro nero più difficile. Silvioli lo
ammette senza riserve, pur se definisce «irregolare» quel che più banalmente
è lavoro nero tout court: il settore è ancora interessato a forme piuttosto
diffuse di lavoro nero. Vero è che di strada su questo fronte a Brescia ne è
stata fatta. Basti un dato: se un’azienda dichiara meno di 140 ore mensili
per addetto scatta un segnale d’allerta. Adesso si farà un passo ulteriore
con lo sportello unico informativo della Cassa che sarà abilitato al
rilascio della certificazione unica di regolarità contributiva anche per
conto di Inps e Inail. Contemporaneamente verrà creata una banca dati
nazionale nella quale confluiranno i dati di tutte le Casse edili nazionali
che con cadenza mensile invieranno l’elenco delle imprese non in regola con
i contributi. Il passaggio si annuncia essere di quelli epocali visto che il
rilascio del Durc (dichiarazione unica di regolarità contributiva) sarà
indispensabile per poter partecipare non solo ai lavori pubblici, ma anche a
quelli privati. Una Cassa in salute. Il bilancio della Cassa è in buona
salute. Ha incassato 704mila euro di interessi attivi e oltre 6 milioni
quali contributi delle imprese. E ne ha spesi 6,5 milioni per la gestione
dell’ufficio, ma - soprattutto - per erogare le varie prestazioni per le
quali è stata fondata: diaria malattie, infortuni, vestiario, sussidi per
assegni di studio, rimborsi per spese odontoiatriche e via elencando. Il
bilancio chiude con un avanzo di 269mila euro, non prima di aver stanziato
50mila € per alleviare i problemi di chi ha avuto le case
danneggiate dal terremoto che si è registrato sul Garda.
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