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Camillo Facchini
BRESCIA
Ci sono 35mila bresciani che vorrebbero una casa, ma non la trovano.
Il dato è stato confermato ieri da Giuliano Campana, presidente del Collegio
costruttori che sabato alle 10 alla Multisala Oz riunirà i rappresentanti
delle imprese iscritte.
Il dato presenta una connotazione economica ed una sociale: la seconda
caratterizzata dall’aumento delle separazioni quindi dalla richiesta di
nuove abitazioni, dalla mobilità per lavoro, dall’immigrazione e dalla
richiesta di edilizia di base; la prima dalla disponibilità delle imprese ad
accogliere questa esigenza che, secondo Giuliano Campana, potrebbe passare
«ripristinando un massiccio sistema di edilizia economico popolare (anche se
difficilmente la misura di queste risorse potrà esser sufficiente a
soddisfare le numerosissime risorse), ripristinando programmi misti di
iniziativa pubblico-privata con aree di proprietà pubblica in concessione,
contributi regionali integrativi, alloggi in parte per l’affitto e in parte
destinati alla vendita che potrebbero andare a costituire programmi misti
nei quali vendite, locazioni e contributi possono raggiungere un equilibrio
economico».
Dentro a questo scenario ipotizzabile c’è lo scenario attuale di un comparto
edilizio che continua a «tirare», anche se più lentamente che in passato,
con una crescita dell’uno per cento e con un fatturato stimato del comparto
in circa 2,5 miliardi di euro, generato dai nuovi metri quadri realizzati e
da quelli ristrutturati.
«Sostenuti - ha aggiunto ieri il presidente dei costruttori bresciani -
anche i dati del mercato immobiliare, che lo scorso anno ha interessato 1,6
milioni di metri quadrati di abitazioni, per un valore di 2,2 miliardi, pari
al 10% del totale italiano ed al 2% di quello nazionale», mercato
immobiliare che se per gli appartamenti di misure non eccessivamente ampie è
ancora dinamico, per gli immobili industriali è invece completamente
ingessato. Con un ulteriore campanello d’allarme «si è allungata le durata
media delle trattative di compravendita», vale a dire che oggi il mercato
non porta con sè quella prevedibilità, e quindi quella certezza, che
permaneva fino all’anno scorso.
In questo quadro problematico altri elementi di incertezza si aggiungono: le
imprese (60mila addetti con l’indotto, di cui 20mila nella sola edilizia)
lamentano una burocrazia lenta.
«Per una licenza occorrono - evidenzia Giuliano Paterlini, vice presidente
del Collegio - anche diciotto mesi dal momento dell’acquisizione dell’area
per definire un piano norma o un piano attuativo e quindi quattro anni per
consegnare il cantiere ultimato», mentre gli oneri di urbanizzazione
«cresciuti - sottolinea Mario Parolini, anch’egli vice presidente del
Collegio - mediamente del 20% con punte del 50% ma sul commerciale anche con
picchi del 92%, comportano ricadute su chi deve comperare».
Giuliano Campana aggiunge: «A Brescia, su questo tema, non c’è stato dialogo
sugli aumenti».
Per meglio comprendere gli effetti di questi aumenti due dati: gli oneri per
il 10% possono arrivare con l’area anche a incidere sul 50%, a fronte di un
aumento del costruito del 10%.
Il settore avanza alcune sollecitazioni: alla Provincia chiede revisione,
aggiornamento e completamento del piano territoriale di coordinamento,
allestendo lo staff tecnico necessario; al Comune una definizione delle
convenzioni obbligatorie «per gli interventi nel centro storico con
superficie superiore a 1.200 metri il 30% dovrà esser venduto ad un prezzo
convenzionato con la pubblica amministrazione, quindi con prezzi inferiori
al costo. Sono - ha concluso Giuliano Campana - contrario, non riuscendo
a capire perché se ristrutturassi 15 appartamenti e riuscissi a venderne 10 a
250-300mila euro, debba poi obbligatoriamente venderne 5 a 150-200mila con
dei beneficiati dalla sorte che riceverebbero un immobile simile o identici
ai primi».
Dai costruttori un’ultima sollecitazione: «In commissione edilizia, nel
contesto della revisione del Prg, vengono cancellati i posti riservati ai
rappresentanti delle imprese e non è più previsto che una parte della
commissione sia costituita da professionisti iscritti agli albi.
Un’Amministrazione che fa del confronto e del coinvolgimento uno dei suoi
elementi caratterizzanti dovrebbe mantenere queste rappresentanze in un
organismo comunque consultivo». Sabato l’assemblea con sindaco, presidente
della Provincia e la vice presidente della Giunta regionale Viviana
Beccalossi.
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