Giornale di Brescia
Mercoledì 4 maggio 2005

   

 
 ECONOMIA E FINANZA  

Sabato in assemblea alla Multisala Oz i rappresentanti delle imprese iscritte al Collegio Costruttori
35mila bresciani cercano una casa
Le richieste generate da mobilità per lavoro, separazioni ed edilizia sociale

 
 

  


Camillo Facchini


BRESCIA


 

Ci sono 35mila bresciani che vorrebbero una casa, ma non la trovano. Il dato è stato confermato ieri da Giuliano Campana, presidente del Collegio costruttori che sabato alle 10 alla Multisala Oz riunirà i rappresentanti delle imprese iscritte. Il dato presenta una connotazione economica ed una sociale: la seconda caratterizzata dall’aumento delle separazioni quindi dalla richiesta di nuove abitazioni, dalla mobilità per lavoro, dall’immigrazione e dalla richiesta di edilizia di base; la prima dalla disponibilità delle imprese ad accogliere questa esigenza che, secondo Giuliano Campana, potrebbe passare «ripristinando un massiccio sistema di edilizia economico popolare (anche se difficilmente la misura di queste risorse potrà esser sufficiente a soddisfare le numerosissime risorse), ripristinando programmi misti di iniziativa pubblico-privata con aree di proprietà pubblica in concessione, contributi regionali integrativi, alloggi in parte per l’affitto e in parte destinati alla vendita che potrebbero andare a costituire programmi misti nei quali vendite, locazioni e contributi possono raggiungere un equilibrio economico». Dentro a questo scenario ipotizzabile c’è lo scenario attuale di un comparto edilizio che continua a «tirare», anche se più lentamente che in passato, con una crescita dell’uno per cento e con un fatturato stimato del comparto in circa 2,5 miliardi di euro, generato dai nuovi metri quadri realizzati e da quelli ristrutturati. «Sostenuti - ha aggiunto ieri il presidente dei costruttori bresciani - anche i dati del mercato immobiliare, che lo scorso anno ha interessato 1,6 milioni di metri quadrati di abitazioni, per un valore di 2,2 miliardi, pari al 10% del totale italiano ed al 2% di quello nazionale», mercato immobiliare che se per gli appartamenti di misure non eccessivamente ampie è ancora dinamico, per gli immobili industriali è invece completamente ingessato. Con un ulteriore campanello d’allarme «si è allungata le durata media delle trattative di compravendita», vale a dire che oggi il mercato non porta con sè quella prevedibilità, e quindi quella certezza, che permaneva fino all’anno scorso. In questo quadro problematico altri elementi di incertezza si aggiungono: le imprese (60mila addetti con l’indotto, di cui 20mila nella sola edilizia) lamentano una burocrazia lenta. «Per una licenza occorrono - evidenzia Giuliano Paterlini, vice presidente del Collegio - anche diciotto mesi dal momento dell’acquisizione dell’area per definire un piano norma o un piano attuativo e quindi quattro anni per consegnare il cantiere ultimato», mentre gli oneri di urbanizzazione «cresciuti - sottolinea Mario Parolini, anch’egli vice presidente del Collegio - mediamente del 20% con punte del 50% ma sul commerciale anche con picchi del 92%, comportano ricadute su chi deve comperare». Giuliano Campana aggiunge: «A Brescia, su questo tema, non c’è stato dialogo sugli aumenti». Per meglio comprendere gli effetti di questi aumenti due dati: gli oneri per il 10% possono arrivare con l’area anche a incidere sul 50%, a fronte di un aumento del costruito del 10%. Il settore avanza alcune sollecitazioni: alla Provincia chiede revisione, aggiornamento e completamento del piano territoriale di coordinamento, allestendo lo staff tecnico necessario; al Comune una definizione delle convenzioni obbligatorie «per gli interventi nel centro storico con superficie superiore a 1.200 metri il 30% dovrà esser venduto ad un prezzo convenzionato con la pubblica amministrazione, quindi con prezzi inferiori al costo. Sono - ha concluso Giuliano Campana - contrario, non riuscendo a capire perché se ristrutturassi 15 appartamenti e riuscissi a venderne 10 a 250-300mila euro, debba poi obbligatoriamente venderne 5 a 150-200mila con dei beneficiati dalla sorte che riceverebbero un immobile simile o identici ai primi». Dai costruttori un’ultima sollecitazione: «In commissione edilizia, nel contesto della revisione del Prg, vengono cancellati i posti riservati ai rappresentanti delle imprese e non è più previsto che una parte della commissione sia costituita da professionisti iscritti agli albi. Un’Amministrazione che fa del confronto e del coinvolgimento uno dei suoi elementi caratterizzanti dovrebbe mantenere queste rappresentanze in un organismo comunque consultivo». Sabato l’assemblea con sindaco, presidente della Provincia e la vice presidente della Giunta regionale Viviana Beccalossi.