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BRESCIA - In esordio si era dichiarato "emozionato" nel tenere il suo primo
discorso all’assise annuale dei colleghi. Va detto subito: se l’è cavata
mica male. Con garbo, come si conviene al presidente di una associazione che
del basso profilo e dei toni civili ha sempre fatto vanto, Giuliano Campana
non si è fatto intimorire dall’esordio e pur confermando i rapporti di
civiltà e cordialità con le istituzioni, non ha usato perifrasi nel dire
quel che al Collegio sta indigesto. Come nel caso - si era sotto Natale -
dell’"aggiornamento" da parte del Comune di Brescia degli oneri di
urbanizzazione: fosse stato un più 10% nessuno avrebbe alcunchè da ridire,
incrementi abbondantemente doppi con punte al 90% per il commerciale lasciano
un qualche sconcerto. Così come dubbi lascia il tema delle convenzioni
obbligatorie, che rischia di prestarsi «a sotterfugi, se non peggio».
Parentesi: le convenzioni obbligatorie impongono per l’appunto alle imprese
che operano nel centro storico con intervento oltre i 1.200 mq di destinarne
il 30% a vendite convenzionate, quindi a prezzi più bassi del costo. Terzo
sassolino: la commissione edilizia dalla quale rischiano di essere esclusi i
rappresentanti delle imprese: perché mai, ha chiesto Campana al sindaco
Corsini?
Su questo ultimo punto il sindaco ha tranquillizzato: quel che è girata è
solo una bozza redatta da tecnici, senza ancora alcuna valutazione politica.
Vero: gli oneri sono aumentati per ragioni di bilancio, ma nessuno, di
fatto, arriverà a pagare le punte più alte. Ma sul piatto - ha invitato il
sindaco - le imprese valutino quel che stanno avendo dal pieno dispiegarsi
del nuovo Prg e in particolare dai progetti mirati di trasformazione: le
case del Sole di via Milano, l’area Pè di via Triumplina, la Cidneo, l’ex Atb
e l’ex Berardi, solo per citare i maggiori. Vera anche la vicenda
dell’edilizia convenzionata. Ma - ha voluto ricordare il sindaco - è la
legge che lo impone. Anzi: Brescia è stata bassa con questa quota, Milano,
ad esempio, ha una percentuale più alta. Ma altre strade pare non ci
fossero: dopo i 900 alloggi di Sanpolino e del Violino in convenzionata, se
si voleva costruire in Centro occorreva imporre anche lì gli standard che la
legge impone.
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