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BRESCIA - «Indirizzi per la gestione delle terre e rocce da scavo». Questo è
il tema del convegno in programma per giovedì 30 giugno alle 9 nella sala
Capretti dell’Istituto Artigianelli, in via Piamarta a Brescia.
L’organizzazione dell’evento, che riguarda un tema tecnico molto sentito
dagli operatori, è a cura dell’Assessorato all’ecologia della Provincia di
Brescia, del Collegio Costruttori, dell’Arpa (agenzia regionale per la
protezione dell’ambiente e del territorio) e del Collegio geometri della
Provincia di Brescia. Il programma dei lavori, che saranno coordinati da
Salvatore Macaluso (tecnico dell’Arpa), prevedono, a partire dalle 9.30, il
saluto di Enrico Mattinzoli, assessore provinciale all’Ambiente; di Giuliano
Campana, presidente del Collegio Costruttori di Brescia; di Luigi Filini,
direttore del dipartimento Arpa; di Fausto Savoldi, presidente del Collegio
Geometri.
Alle 10 Riccardo Davini, direttore area ambiente della Provincia di Brescia,
si occuperà del tema «Terre e rocce da scavo tra rifiuto e non rifiuto», a
seguire Gian Paolo Oneda (dirigente area suolo e bonifica dell’Arpa) terrà
una relazione sulla parte tecnica degli aspetti normativi e casi
applicativi. Alle 11.20 sono attesi gli interventi di Domenico Gramegna
(laboratorio analisi Arpa) e di Liberale Formentini (ordine dei chimici
della provincia di Brescia) che si occuperà del tema: linee guida proposte
per i campionamenti e analisi chimiche.
Nel pomeriggio i lavori riprenderanno nel pomeriggio con tavoli tecnici e
approfondimenti.
Il convegno è di assoluta importanza poiché la non completezza dei necessari
chiarimenti sta vanificando in parte la nuova legge e rende difficile far
accertare i requisiti per poter riutilizzare terre e rocce da scavo.
Inoltre, in presenza di problematiche interpretative si stanno affermando
prassi operative non omogenee anche tra gli enti locali. Si registra in tal
modo che gli adempimenti richiesti alle imprese variano non solo in
relazione alla Regione in cui si svolge l'intervento edile ma anche tra un
Comune e l’altro della stessa provincia. Ciò determina una situazione di
incertezza che impedisce il corretto e continuo riutilizzo delle terre e
rocce da scavo. Va segnalato inoltre che per le «grandi opere» la legge
prevede che l’autorizzazione del progetto al riutilizzo sia approvata
unitamente alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Invece, nel caso di opere non soggette a Via, ossia nella maggior parte
delle opere edili, il riutilizzo è subordinato all'autorizzazione da parte
dell'autorità amministrativa competente (Province e Comuni) previo parere
dell’Arpa. Ma, in mancanza di precise linee guida, tale normativa è di
applicazione estremamente difficile. Il risultato è che nelle grandi opere
il riutilizzo è possibile, mentre nei piccoli e medi interventi il
procedimento risulta difficilissimo. Per questo i lavori organizzati per
giovedì 30 sono attesi come contributo di indispensabile chiarimento.
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