Giornale di Brescia
Martedì 28 giugno 2005

   

 
 ECONOMIA E FINANZA Pag. 28    

Quando terre e rocce da scavo possono tornare in cantiere
CONVEGNO CON ARPA E COLLEGIO COSTRUTTORI

    

BRESCIA - «Indirizzi per la gestione delle terre e rocce da scavo». Questo è il tema del convegno in programma per giovedì 30 giugno alle 9 nella sala Capretti dell’Istituto Artigianelli, in via Piamarta a Brescia. L’organizzazione dell’evento, che riguarda un tema tecnico molto sentito dagli operatori, è a cura dell’Assessorato all’ecologia della Provincia di Brescia, del Collegio Costruttori, dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e del territorio) e del Collegio geometri della Provincia di Brescia. Il programma dei lavori, che saranno coordinati da Salvatore Macaluso (tecnico dell’Arpa), prevedono, a partire dalle 9.30, il saluto di Enrico Mattinzoli, assessore provinciale all’Ambiente; di Giuliano Campana, presidente del Collegio Costruttori di Brescia; di Luigi Filini, direttore del dipartimento Arpa; di Fausto Savoldi, presidente del Collegio Geometri. Alle 10 Riccardo Davini, direttore area ambiente della Provincia di Brescia, si occuperà del tema «Terre e rocce da scavo tra rifiuto e non rifiuto», a seguire Gian Paolo Oneda (dirigente area suolo e bonifica dell’Arpa) terrà una relazione sulla parte tecnica degli aspetti normativi e casi applicativi. Alle 11.20 sono attesi gli interventi di Domenico Gramegna (laboratorio analisi Arpa) e di Liberale Formentini (ordine dei chimici della provincia di Brescia) che si occuperà del tema: linee guida proposte per i campionamenti e analisi chimiche. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno nel pomeriggio con tavoli tecnici e approfondimenti. Il convegno è di assoluta importanza poiché la non completezza dei necessari chiarimenti sta vanificando in parte la nuova legge e rende difficile far accertare i requisiti per poter riutilizzare terre e rocce da scavo. Inoltre, in presenza di problematiche interpretative si stanno affermando prassi operative non omogenee anche tra gli enti locali. Si registra in tal modo che gli adempimenti richiesti alle imprese variano non solo in relazione alla Regione in cui si svolge l'intervento edile ma anche tra un Comune e l’altro della stessa provincia. Ciò determina una situazione di incertezza che impedisce il corretto e continuo riutilizzo delle terre e rocce da scavo. Va segnalato inoltre che per le «grandi opere» la legge prevede che l’autorizzazione del progetto al riutilizzo sia approvata unitamente alla Valutazione di Impatto Ambientale. Invece, nel caso di opere non soggette a Via, ossia nella maggior parte delle opere edili, il riutilizzo è subordinato all'autorizzazione da parte dell'autorità amministrativa competente (Province e Comuni) previo parere dell’Arpa. Ma, in mancanza di precise linee guida, tale normativa è di applicazione estremamente difficile. Il risultato è che nelle grandi opere il riutilizzo è possibile, mentre nei piccoli e medi interventi il procedimento risulta difficilissimo. Per questo i lavori organizzati per giovedì 30 sono attesi come contributo di indispensabile chiarimento.