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 Un cantiere edile. In alto Giuliano Campana
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I problemi dell’economia bresciana sono legati anche a fattori nazionali
e internazionali. Si tratta di analisi e diagnosi già evidenziate in questi
mesi e le terapie proposte non possono che essere di carattere generale. Ma
vi sono anche cause locali che stanno avendo i loro effetti nell’attuale
fase economica. Per avere benefici effetti è necessario uno sforzo comune
che riesca a concentrare tutte le energie disponibili.
«Basta campanili, è tempo di fare squadra», titolava il Giornale di Brescia
nei giorni scorsi nel presentare la ricerca della Fondazione Asm sul futuro
del nostro territorio. Organismi, enti, associazioni e Comuni che - per
ristretto interesse di campanile, porteranno avanti logiche di ostacolo ad
iniziative proposte dalla stragrande maggioranza della società bresciana -
dovranno assumersi le relative responsabilità.
Brescia ha sempre mantenuto, oltre alla crescente quantità di servizi, una
forte, marcata ed anche ricca di risultati, propensione industriale,
agricola e turistica. Questa propensione ha il suo fondamento nelle
tradizionali caratteristiche bresciane di laboriosità, capacità di
adattamento, elasticità lavorativa, diffuso spirito imprenditoriale.
In questi mesi Brescia assiste ad una ampia difficoltà che interessa il
settore industriale e quello agricolo. Ma le caratteristiche e la capacità
di «fare» della gente bresciana, riescono a ridurre gli effetti negativi del
momento, impedendo, almeno fino ad ora, che si possa parlare di crisi. Per
supportare questa tenuta produttiva, e forse per segnare qualche inversione
di tendenza, è necessario innanzitutto un rinnovato sforzo congiunto nel
miglioramento della dotazione infrastrutturale.
Oggi credo che qualunque operatore possa verificare i benefici effetti
dell’apertura della strada per la Valle Camonica, ancorché sia nata già
insufficiente per larghezza e lunghezza.
Gli elementi statistici confermano quanto tutti possono riscontrare in
merito alla carenza di dotazione infrastrutturale della nostra provincia.
Tra le cause vi è anche una non sufficiente capacità di scelte strategiche
autonome, congiunte e concordi a livello provinciale. L’elenco degli
interventi per i quali sarebbe necessario uno sforzo congiunto, senza
«campanilismi» né individualismi, è abbondante e diversificato: autostrada
Brebemi, raccordo autostradale della Valle Trompia, raccordo autostradale
autostrada Milano/Brescia - Brebemi - aeroporto Montichiari, polo fieristico
di Brescia, viabilità della Valle Camonica e della Valle Sabbia, aeroporto
di Montichiari, linea ferroviaria Brescia - Edolo, linea ferroviaria Alta
Capacità Torino-Venezia, sviluppo sovraccomunale della metropolitana leggera
automatica del capoluogo, stadio di calcio a Castenedolo.
In aggiunta al tema delle infrastrutture, prioritario e fondamentale per
ogni prospettiva successiva, è il caso di rimarcare che un ostacolo sempre
presente per ogni operatore resta quello delle complicazioni e delle
lungaggini burocratiche. Vi sono sicuramente problemi di legislazione e di
interpretazione, ma anche in sede locale sovente si peggiora la situazione.
Troppi pubblici funzionari hanno una eccessiva deresponsabilizzazione,
troppi problemi invece di risolversi si complicano ulteriormente o divengono
insolubili. Gli Sportelli unici hanno riunito tante debolezze, evidenziando
solo come sia difficile avere interlocutori di vari enti che non hanno
dialogo tra loro, ma il cui parere è necessario. Recentemente invece,
sull’esempio dei Comuni più rappresentativi, vi è una corsa al rincaro degli
oneri di urbanizzazione, con pesanti effetti negativi sul mercato.
Per quanto concerne l’attività delle Amministrazioni locali siamo in attesa
degli importanti piani d’area provinciale che caratterizzeranno e
completeranno il piano territoriale individuando le linee strategiche del
prossimo augurabile sviluppo. Dai Comuni ci attendiamo una revisione delle
convenzioni che ormai sono diventate obbligatorie per buona parte degli
interventi più dimensionati. La normativa bresciana è tra le più rigide e
difficili da attuare, come l’esperienza di altri importanti Comuni ha
dimostrato.
Per concludere si ribadisce che, più di altri settori, l’edilizia dipende
dalle scelte e dal funzionamento delle pubbliche Amministrazioni. Più di
altri, quindi, ci auguriamo una forte azione verso la semplificazione
amministrativa, verso una maggiore efficienza da parte di tutti gli uffici.
Il Collegio conferma la propria piena e completa disponibilità e
collaborazione ad offrire il proprio contributo di esperienze ed operatività
per favorire scelte strategiche condivise e per superare problemi locali. Ad
esempio, all’Amministrazione provinciale offriamo competenze ed esperti per
un più completo esame degli aspetti relativi allo sviluppo del piano
territoriale; ai Comuni offriamo studi ed ipotesi per migliorare le
convenzioni obbligatorie, con impegno e disponibilità, come sempre in
passato, pur nel rispetto dei ruoli.
Giuliano Campana
presidente
del Collegio Costruttori
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