Domenica 18 dicembre 2005


   



 CRONACA Pag. 14  

GIULIANO CAMPANA Il presidente del Collegio dei Costruttori indica nella laboriosità e nella capacità di fare uno dei punti di forza di Brescia
Oltre i veti incrociati: servono strategie condivise e infrastrutture

 


Un cantiere edile. In alto Giuliano Campana


  

 I problemi dell’economia bresciana sono legati anche a fattori nazionali e internazionali. Si tratta di analisi e diagnosi già evidenziate in questi mesi e le terapie proposte non possono che essere di carattere generale. Ma vi sono anche cause locali che stanno avendo i loro effetti nell’attuale fase economica. Per avere benefici effetti è necessario uno sforzo comune che riesca a concentrare tutte le energie disponibili. «Basta campanili, è tempo di fare squadra», titolava il Giornale di Brescia nei giorni scorsi nel presentare la ricerca della Fondazione Asm sul futuro del nostro territorio. Organismi, enti, associazioni e Comuni che - per ristretto interesse di campanile, porteranno avanti logiche di ostacolo ad iniziative proposte dalla stragrande maggioranza della società bresciana - dovranno assumersi le relative responsabilità. Brescia ha sempre mantenuto, oltre alla crescente quantità di servizi, una forte, marcata ed anche ricca di risultati, propensione industriale, agricola e turistica. Questa propensione ha il suo fondamento nelle tradizionali caratteristiche bresciane di laboriosità, capacità di adattamento, elasticità lavorativa, diffuso spirito imprenditoriale. In questi mesi Brescia assiste ad una ampia difficoltà che interessa il settore industriale e quello agricolo. Ma le caratteristiche e la capacità di «fare» della gente bresciana, riescono a ridurre gli effetti negativi del momento, impedendo, almeno fino ad ora, che si possa parlare di crisi. Per supportare questa tenuta produttiva, e forse per segnare qualche inversione di tendenza, è necessario innanzitutto un rinnovato sforzo congiunto nel miglioramento della dotazione infrastrutturale. Oggi credo che qualunque operatore possa verificare i benefici effetti dell’apertura della strada per la Valle Camonica, ancorché sia nata già insufficiente per larghezza e lunghezza. Gli elementi statistici confermano quanto tutti possono riscontrare in merito alla carenza di dotazione infrastrutturale della nostra provincia. Tra le cause vi è anche una non sufficiente capacità di scelte strategiche autonome, congiunte e concordi a livello provinciale. L’elenco degli interventi per i quali sarebbe necessario uno sforzo congiunto, senza «campanilismi» né individualismi, è abbondante e diversificato: autostrada Brebemi, raccordo autostradale della Valle Trompia, raccordo autostradale autostrada Milano/Brescia - Brebemi - aeroporto Montichiari, polo fieristico di Brescia, viabilità della Valle Camonica e della Valle Sabbia, aeroporto di Montichiari, linea ferroviaria Brescia - Edolo, linea ferroviaria Alta Capacità Torino-Venezia, sviluppo sovraccomunale della metropolitana leggera automatica del capoluogo, stadio di calcio a Castenedolo. In aggiunta al tema delle infrastrutture, prioritario e fondamentale per ogni prospettiva successiva, è il caso di rimarcare che un ostacolo sempre presente per ogni operatore resta quello delle complicazioni e delle lungaggini burocratiche. Vi sono sicuramente problemi di legislazione e di interpretazione, ma anche in sede locale sovente si peggiora la situazione. Troppi pubblici funzionari hanno una eccessiva deresponsabilizzazione, troppi problemi invece di risolversi si complicano ulteriormente o divengono insolubili. Gli Sportelli unici hanno riunito tante debolezze, evidenziando solo come sia difficile avere interlocutori di vari enti che non hanno dialogo tra loro, ma il cui parere è necessario. Recentemente invece, sull’esempio dei Comuni più rappresentativi, vi è una corsa al rincaro degli oneri di urbanizzazione, con pesanti effetti negativi sul mercato. Per quanto concerne l’attività delle Amministrazioni locali siamo in attesa degli importanti piani d’area provinciale che caratterizzeranno e completeranno il piano territoriale individuando le linee strategiche del prossimo augurabile sviluppo. Dai Comuni ci attendiamo una revisione delle convenzioni che ormai sono diventate obbligatorie per buona parte degli interventi più dimensionati. La normativa bresciana è tra le più rigide e difficili da attuare, come l’esperienza di altri importanti Comuni ha dimostrato. Per concludere si ribadisce che, più di altri settori, l’edilizia dipende dalle scelte e dal funzionamento delle pubbliche Amministrazioni. Più di altri, quindi, ci auguriamo una forte azione verso la semplificazione amministrativa, verso una maggiore efficienza da parte di tutti gli uffici. Il Collegio conferma la propria piena e completa disponibilità e collaborazione ad offrire il proprio contributo di esperienze ed operatività per favorire scelte strategiche condivise e per superare problemi locali. Ad esempio, all’Amministrazione provinciale offriamo competenze ed esperti per un più completo esame degli aspetti relativi allo sviluppo del piano territoriale; ai Comuni offriamo studi ed ipotesi per migliorare le convenzioni obbligatorie, con impegno e disponibilità, come sempre in passato, pur nel rispetto dei ruoli. Giuliano Campana

presidente del Collegio Costruttori