Edizione: 09/03/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:CRONACA

Dieci associazioni imprenditoriali locali hanno elaborato un documento con osservazioni e proposte sul futuro del Csmt di via Branze  

UN CENTRO AL SERVIZIO DELL'IMPRESA
 
«Serve un Tavolo di confronto con le istituzioni»
 
 
Già nel corso della conferenza degli Stati generali dell’economia e della società bresciana era emersa, specie nell’ambito definito dall’Azione bandiera n. 2, la centralità del dare il giusto e definitivo input all’esperienza del Centro servizi multisettoriale, quell’agognato «contenitore per la ricerca bresciana» realizzato in via Branze (proprio di fronte alla facoltà di Ingegneria), e costato già 8 milioni di euro. A riportare in auge il dibattito sul presente e, soprattutto, sul futuro del Csmt è un documento, inviato a Regione, Provincia, Comune, Camera di commercio e Università, sottoscritto da dieci associazioni imprenditoriali. Nella fattispecie Aib, Confcommercio, Collegio costruttori edili, Confartigianato, Cia, Cna, Confesercenti, Fai, Lega nazionale cooperative e Upa.
Essenzialmente il documento contiene un’esortazione, rivolta al Comitato promotore degli Stati generali, «affinché venga aperto un Tavolo tra gli enti realizzatori del Centro e il mondo delle imprese». Ma non solo. Pur mostrando «piena condivisione per le cinque Azioni declinate nel documento di sintesi degli Stati generali», le associazioni firmatarie del documento ritengono opportuno soffermarsi su alcune riflessioni di carattere generale, in particolare sul tema «Innovazione e trasferimento tecnologico, dove vengono descritte iniziative che potrebbero essere realizzate in tempi rapidi». Ed è proprio a questo punto che entra in gioco la questione del Centro servizi.
«Più volte - si legge nel documento -, nell’esprimere apprezzamento nei confronti del Centro servizi, abbiamo sottolineato come debba essere l’Università il riferimento non solo fisico-logistico, ma anche culturale e scientifico del Centro. Tuttavia - prosegue - le sfide sempre più ardue della globalizzazione, della produzione e dei mercati non possono non farci affermare che deve essere il mondo delle imprese a orientare le attività del Centro servizi». Ne consegue che «le finalità del Csmt dovranno essere rivolte al soddisfacimento delle esigenze delle imprese, accogliendo le istanze già maturate ma anche stimolandone di nuove così da valorizzare la dimensione della collaborazione tra singole imprese ed anche tra imprese e territorio». Su questo punto «potrebbe risultare opportuno confrontarsi con analoghi Centri tecnologici, magari provando a replicarne le virtù».
A fronte di queste finalità «pro impresa», diventa centrale anche il discorso relativo alla gestione del Centro multisettoriale. «La governance del Centro - sostengono le associazioni imprenditoriali - dovrà necessariamente esplicitare la centralità del mondo delle imprese, un obiettivo da raggiungere all’insegna di una equilibrata e accettata presenza nella compagine sociale del Csmt dei rappresentanti dell’imprenditoria». Quale sia poi «il giusto punto di equilibrio tra le esigenze dei soggetti ideatori e l’effettivo coinvolgimento dei rappresentanti dell’impresa a livello di indirizzi strategici» lo si potrà stabilire «solo attraverso opportune e specifiche verifiche». Un passaggio che gli imprenditori giudicano tutt’altro che secondario, forti della convinzione che, se questa sorta di osmosi non venisse ricercata e perfezionata, «si potrebbe verificare un minore riconoscimento delle capacità del Centro di rispondere adeguatamente alla domanda delle imprese, costringendole così a rivolgersi altrove».