Edizione: 16/03/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA
FOTO E TESTIMONIANZE RACCOLTE DA CAMILLO FACCHINI E GIGI BELLOMETTI 
«L’elogio della fatica», storie di uomini buoni e di cantieri 

BRESCIA - È un libro scritto col cuore per chi il cuore lo ha speso in cantiere. Il tempo è il dopoguerra, c’era da rifare l’Italia e così fu. C’era un grande progetto e quegli uomini lo realizzarono tramandandoci un messaggio essenziale e attuale: «Nessuno lotterà mai al nostro posto per realizzare i nostri sogni». «L’elogio della fatica», scritto dal collega Camillo Facchini e corredato da stupende e storiche foto in bianco e nero frutto della ricerca iconografica di Gigi Bellometti, è uno spaccato di storia bresciana vista dal cantiere edile.
C’era da ricostruire dove le bombe avevano lasciato macerie, c’erano da preparare solide basi per un Paese che aveva voglia di crescere. E fu fatto. Così il libro edito per il 60° della Cape diventa un testo di storia, bello perché mai banale o noioso. Dice Facchini: «Ho incontrato uomini buoni, che hanno dato vita ad un sogno e ci hanno regalato il benessere. Per questo credo che l’esempio dei primi imprenditori-pionieri e dei loro muratori sia ancora oggi molto attuale: senza impegno non c’è risultato, senza progetto non c’è prospettiva». È emblematica la storia del «müradur» che andava in bici da Offlaga al cantiere di Nave (sono almeno 35 chilometri): nessuno vuole replicare modelli anacronistici, ma di quegli anni si dovrebbe conservare il senso della sfida, che oggi viene meno. I «figli grassi» spesso non hanno voglia di pedalare perché nessuno offre loro un buon motivo che vada oltre il solo (pur importante) guadagno. In più, fra le righe delle storie raccolte si legge l’orgoglio dell’appartenenza ad un categoria, quella di chi costruisce, che ha fatto del mattone un significato di lavoro e vita: «Sono nato muratore e morirò muratore nello spirito», dice Angelo e c’è da crederci. Lui si è arrampicato sulle impalcature di legno col cemento in spalla, ignorando vertigini e fatica, mettendo ad ogni cazzuolata una firma sul nuovo che avanzava. Si è sentito costruttore di cattedrali...
La presentazione del libro è stata voluta da Alberto Silvioli, presidente della Cassa assistenziale paritetica edile di Brescia e dal vice Antonio Lazzaroni, anche per ricordare la cerimonia del 60° in programma sabato 18 al PalaBrescia. Accanto ai pur doverosi e attesi discorsi si terrà una premiazione che la categoria sente sua, quella delle imprese e degli operai iscritti in Cape da 35 anni. (c. v.)