Edizione: 16/03/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA
Edilizia record: 17mila addetti, il picco da 60 anni  
Il comparto è in continua crescita, molto è merito del certificato contributivo
A sinistra l’autostrada  avanza, in alto a destra un cantiere a Forno d’Allione, sotto le prime case di  padre Marcolini
l’autostrada avanza
Alberto Silvioli presidente Cape
un cantiere a Forno d’Allione


le prime case di padre Marcolini

Alberto Silvioli presidente Cape
Claudio Venturelli

BRESCIA

Mai successo prima. Nel novembre del 2005 gli addetti dell’edilizia al lavoro hanno superato le 17mila unità, un record assoluto in 60 anni di storia della Cape, la Cassa assistenziale paritetica edile.
Il motivo dell’inedito picco, pur se gli addetti al lavoro a Brescia e provincia sono ormai stabili fra le 15 e le 16mila unità, è duplice. Da un lato, nonostante il «gufaggio» dell’ultimo periodo, il mercato del mattone continua ad essere in forma. Certamente sono aumentati i tempi di intermediazione e i prezzi si sono stabilizzati, ma la domanda di case resta mediamente alta. L’altra motivazione del picco registrato dagli uffici di via Dei Mille è parametrabile all’introduzione del Durc, il documento unico di regolarità contributiva. Introdotto dal 3 gennaio scorso, infatti, il documento - rilasciato da Inps, Inail e Cape (la cassa paritetica edile) - deve accompagnare la domanda di partecipazione a gare d’appalto pubbliche, oppure commesse di edilizia privata, garantendo così la massima pubblicità sull’attività di imprese e favorendo la serietà imprenditoriale, proprio attraverso il contenimento dell’illecito ricorso al lavoro nero. Quindi l’effetto Durc potrebbe avere inciso - secondo la lettura del vicepresidente della Cape, Antono Lazzaroni della Filca-Cisl - in modo determinante sull’andamento delle iscrizioni in Cape.
La lettura del presidente Alberto Silvioli (in Cassa rappresenta gli imprenditori edili), il segno di un alto livello occupazionale corrisponde alle istanze del mercato, in linea con quanto enunciato da Scenari Immobiliari. Le stime hanno qualche inevitabile margine d’errore, ma l’intermediato 2005 a Brescia e provincia ha superato la soglia del milione di metri quadri. Non di meno, un altro dato fa riflettere sul futuro prossimo del mercato. Scenari Immobiliari ha provato a fare delle valutazioni sentendo operatori, valutando i diversi flussi demografici e mettendo insieme un sondaggio condotto fra gennaio e il febbraio 2006. La risposta che ne è uscita riporta come quasi 35mila bresciani siano in cerca di un’abitazione. Se l’aspirazione è comune, diversi sono i motivi: perchè il figlio non sposato va a vivere da solo; perchè ci sono famiglie che da inquilini vogliono diventare proprietarie; per ragioni di mobilità legate al lavoro; perchè ci sono famiglie che cercano una sistemazione migliore e - sesta ed ultima ragione - perchè c’è chi vuole investire. Il numero corrisponde a circa il 12% dei lombardi in cerca di sistemazione. Se allarghiamo il raggio d’azione della ricerca, sono circa 305mila i lombardi che cercano (per le sei ragioni sopra ricordate) una nuova sistemazione. Il dato si segnala perchè è in controtendenza, con un +2,4%, rispetto all’anno prima.
Nonostante i prezzi, infatti, ci sono motivi per credere che il mercato possa ancora crescere. Le incognite, semmai, sono rappresentate dalla tipologia di immobile da piazzare sul mercato e dalla capacità di indebitamento degli utenti. L’avvento dell’euro, che ha tagliato il reale potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e l’inevitabile ritocco al rialzo dei tassi di interesse, corrono il rischio di spiazzare molti potenziali acquirenti. A conti fatti, il solo prezzo vivo dell’area, degli oneri (quasi 200 euro al metro quadro) e il costo di costruzione, determinano prezzi di mercato che, almeno sul nuovo o sul ristrutturato, possono arrivare a 3mila euro il metro quadro. Ciò rappresenta un impegno economico fuori dalla portata di molti. Non è un caso che il mercato si stia orientando verso gli immobili di prestigio.
Un altro dato messo in evidenza dalla Cape (la Cassa è diretta da Dario Paroni) riguarda il numero delle imprese iscritte. Il saldo dell’esercizio 2005, che comprende il periodo ottobre 2004-settembre 2005, chiude a 4.210 unità con una media mensile di imprese attive pari a 3.422 unità. Un bel salto rispetto alle 2.903 unità medie del 2002, mentre siamo in linea con i due esercizi precedenti.
Il comparto delle costruzioni, quindi, continua a dare lavoro e distribuire ricchezza. Il totale imponibile salariale dell’esercizio 2005 è stato di 206 milioni di euro, a fronte di oltre 25 milioni di ore lavorate. Quindi il comparto dell’edilizia può essere ancora e a buon ragione definito come trainante. L’indotto, infatti, comprende una miriade di aziende artigiane che creano un flusso finanziario decisamente importante.