economia pag. 19
Al Palabrescia le celebrazioni della Cassa edile di Brescia
CAPE, 60 ANNI DI SFIDE E UN NUOVO IMPEGNOSilvioli: supporto per il settore. Lazzaroni: esempio di bilateralità
 Sessant'anni di successi, nuove sfide per il futuro. Tra ricordi e voglia di fare la Cassa assistenziale paritetica edile (Cape) ha festeggiato sabato mattina, al Palabrescia, il 60° della fondazione con la presentazione di una pubblicazione dedicata alla rinascita del lavoro edile nel bresciano all'indomani della guerra. Una grande rievocazione, con gli occhi puntati ai nuovi ruoli della Cape cui hanno partecipato anche i vertici delle istituzioni; tra loro anche il sindaco, Paolo Corsini, e il presidente della Provincia, Alberto Cavalli. Protagonista indiscussa la storia. «La nostra cassa è nata per difendere un settore in cui i lavoratori restavano senza occupazione e stipendio per diversi mesi l'anno - ha detto il presidente della Cape, Alberto Silvioli -: nel corso degli anni ha fatto molta strada offrendo assistenza sanitaria. Oggi, con il Durc, anche controlli contributivi, tutto all'insegna della trasparenza». Oggi conta 4210 ditte iscritte, 23.818 lavoratori e 60 milioni di euro gestiti. «Un esempio di durata che forse nemmeno i fondatori, nel lontano 1946, si sarebbero aspettati - ha detto il vicepresidente Cape, Antonio Lazzaroni -. Ha permesso la sopravvivenza ad un settore caratterizzato da una grande flessibilità. Ma soprattutto la Cassa è uno strumento di bilateralità, di parità nella gestione tra rappresentanti dei lavoratori e imprese, alla quale la pubblica amministrazione affida sempre più compiti». Le sfide sono ancora molte, soprattutto in termini contrattuali. Se il presidente del Collegio Costruttori, Giuliano Campana, ha sottolineato la capacità della Cape di attuare con celerità tutti gli accordi sottoscritti, il rappresentante sindacale, Francesco Cisarri, ha ricordato la mobilitazione dei lavoratori in questi giorni a seguito della rottura delle trattative contrattuali. «Il settore in questi ultimi anni è cresciuto, ma ciò non ha portato miglioramenti nelle condizioni di lavoro - ha sottolineato Cisarri -: gli infortuni restano troppi, persistono drammatiche realtà come il lavoro nero e il caporalato». Alle immagini e alle interviste del libro «L'elogio della fatica. Storie di alcuni, storie di tutti» è andato il compito di rievocare gli inizi del Cape il lavoro negli anni del dopoguerra; un volume curato da Camillo Facchini (giornalista del Giornale di Brescia) e dal fotografo, Gigi Bonometti.m.a.
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