Edizione: 29/03/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:CRONACA

La costituzione annunciata al convegno «La mobilità delle persone e delle merci: un’emergenza non più rinviabile per l’economia dei nostri territori»  
Un comitato permanente per far muovere Brescia  
Promosso dalle associazioni di categoria. Obiettivo: risolvere i nodi viabilistici. «Saremo la voce della coscienza delle istituzioni»
 

Da sinistra: Bruno Bottiglieri (Brebemi Spa), Claudio Baroni, vicedirettore del Giornale di Brescia, e Franco Tamburini (Aib)

«Un comitato che, una volta tanto, sia pro e non contro. Nato per agire a fianco delle istituzioni, ma che all’occorrenza sia pronto a scendere in campo contro di esse e ad esserne comunque la voce della coscienza».
Parole vibrate, di quelle che pesano. A pronunciarle è stato Franco Tamburini, presidente di Aib, al termine del convegno, svoltosi ieri mattina nella sede di Isfor 2000. Il tema? Spinoso e annoso: «La mobilità delle persone e delle merci: un’emergenza non più rinviabile per l’economia dei nostri territori».
Promosso dalle associazioni di categoria (Ascom, Aib, Collegio costruttori edili, Confartigianato, Confederazione italiana agricoltori, Confederazione nazionale artigianato, Confesercenti, Federazione autotrasportatori italiani, Lega nazionale Cooperative e mutue, Unione provinciale agricoltori), il convegno ha preso avvio con il contributo dei rappresentanti di sei delle associazioni citate per fare il punto della situazione. È stato così chiarito quanto pesi un sistema viario e infrastrutturale inadeguato - a livello provinciale e lombardo tout court - sui bilanci delle imprese bresciane e sull’indotto complessivo dei vari settori. Concordi Ferruccio Rossi Thielen (Ascom) e Alessio Merigo (Confesercenti) nel ribadire come «la viabilità attuale finisca con l’essere d’intralcio allo sviluppo delle attività commerciali» e come a risentirne sia in particolare «il turismo che oggi è improntato sulla "vacanza itinerante"». A Giuliano Campana del Collegio costruttori edili il compito di ricordare come «code e ritardi finiscano con l’avere conseguenze pesanti sull’intera organizzazione dei cantieri».
Giovanmaria Rizzi di Confartigianato stigmatizza: «Le nostre imprese non prendono più lavori oltre Milano, i tempi di trasporto lo impediscono». Caustico Andrea Rossetti di Confederazione nazionale artigianato: «Quello che le nostre imprese guadagnano in competitività, lo perdono per strada, nel senso letterale del termine». Ci va pesante anche Antonio Petrogalli del Fai: «Basta con divieti, limiti, burocrazie. Inutile parlare di intermodalità se mancano le infrastrutture. Dateci la possibilità di far viaggiare le merci dell’economia bresciana». Icastica Magda Nassa (Lega coop): «Il nostro futuro non può essere giocato in coda al casello».
Insomma, per essere competitivi servono nuove strade: se già si è fatto (come la variante della Sp 510 per Sebino e Valcamonica), Brebemi e autostrada della Valtrompia vanno fatte, e in fretta. Anche Mauro Coletta, direttore centrale autostrade e trafori di Anas Spa, riconosce l’importanza della creazione di queste infrastrutture, pur ribadendo il quadro finanziario e operativo complesso in cui si inseriscono.
«Ma allora, se siamo tutti d’accordo, davvero non capisco dove siano le responsabilità per la situazione attuale» tuona al termine del forum Tamburini, davanti ad una platea in cui sono numerosi i volti noti dell’economia e della politica bresciani. «Abbiamo chiare le priorità. Verificheremo tempi e costi (cominci a darceli l’Anas...). Poi faremo i dovuti riscontri per capire di chi sono le responsabilità, economiche e politiche. È finito il tempo delle richieste, ora è tempo di pretendere quello che ci spetta».
g. gal.