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Preoccupazioni, ma anche suggerimenti per rilanciare il Paese. Iniziando da una «politica seria

Preoccupazioni, ma anche suggerimenti per rilanciare il Paese. Iniziando da una «politica seria, che liberi le risorse, valorizzi i beni dello Stato, crei efficienza e competitività in una vera situazione di libero mercato». Una ricetta che il presidente uscente dell’Ance, Claudio De Albertis (oggi al vertice dei Costruttori di Milano), ha rilanciato concludendo l’assemblea del Collegio caratterizzata, tra l’altro, anche dalla premiazione delle 35 aziende associate dal ’45, dei vertici passati e presenti.
Timori e orgoglio. «Mi sono letto i programmi della nuova maggioranza nel Paese e dei due candidati sindaci a Milano - ha esordito De Albertis -, ho analizzato alcuni provvedimenti legislativi che la Regione sta pensando di varare, e sono preoccupato. Mi sembra di capire che, in Italia, sta nuovamente emergendo una cerca cultura incapace di comprendere che siamo parte integrante di un sistema industriale e, con quanto realizziamo, siamo importanti per vincere le nuove fide». Per De Albertis, dunque, i costruttori «considerato che gli imprenditori non hanno il diritto di essere preoccupati», devono raccogliersi attorno al loro sistema per contribuire a superare le difficoltà sottolineando che «vanno individuate subito le priorità e decise azioni coerenti».
Vincoli da superare. Ridare competitività al Paese significa innanzitutto, per De Albertis, riconoscere e superare due grandi vincoli. «In primo luogo bisogna ammettere - ha spiegato il presidente Ance - che lo sviluppo non è più solo industriale. Dopodichè va considerata l’esistenza di un sistema economico-sociale fortemente caratterizzato da una diffusa resistenza al cambiamento, che irrigidisce ogni tentativo di riforma. Ci cono ancora troppe sacche di lavoro protetto e tantissimi blocchi d’interesse che sottraggono energie altrimenti utilizzabili».
Doppia proposta. Per recuperare i gap, dunque, secondo il leader dell’Ance è necessario un intervento serio della politica, accompagnato dalla capacità dello Stato di mobilitarsi «per mettere a frutto i beni di cui dispone. Il primo di questi - ha aggiunto De Albertis - è rappresentato proprio dalle città, ricche di storia e valore, sede dello sviluppo e dell’economia delle conoscenze. Devono essere incentivate ad attrezzarsi per sfruttare al meglio le loro capacità attrattive, farsi conoscere. E per fare questo è necessario aumentare anche la competitività tra loro». L’altro bene strategico è il turismo: «una grandissima opportunità anche per il comparto edile», ha detto il presidente dell’Ance.
Regole per migliorare. Il nuovo corso deve poggiare anche su norme «fatte per favorire la crescita e lo sviluppo, non per tornare indietro», ha detto chiaramente De Albertis parlando, tra l’altro, di opere pubbliche e urbanistica. A proposito di infrastrutture il presidente dell’Ance ha sottolineato la necessità di «superare il gap, individuando le priorità nelle quali investire le risorse pubbliche disponibili. Ma servono anche regole che consentano gli interventi dei privati nei lavori pubblici». Sui temi specifici al centro dell’attenzione in questa fase, De Albertis ha toccato anche quelli degli ammortizzatori sociali, della ricerca («basta con le risorse distribuite a pioggia» e il prospettato intervento sul cuneo contributivo: un’operazione, quest’ultima, che ha giudicato «poco realistica, anzi assai improduttiva e destinata ad aprire un varco pauroso sul fronte pensionistico e costare allo Stato un sacco di denaro».