Edizione: 21/06/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:CRONACA

Replica del Collegio costruttori al segretario della Fillea  
«Contro il lavoro nero» 
«Nella sola provincia di Brescia il numero di lavoratori in nero nel settore dell’edilizia equivale a quello del personale assicurato. Il Collegio dei costruttori dovrebbe aiutare i sindacati a costruire i percorsi per debellare il fenomeno». Un’affermazione, quella pronunciata da Francesco Cisarri, segretario della Fillea Cgil, nell’occasione della presentazione di un dibattito alla festa dell’Unità dello scorso 17 giugno, alla quale il presidente del Collegio costruttori di Brescia Giuliano Campana replica prontamente. «I problemi del lavoro irregolare e della sicurezza nei cantieri non sono mai stati tralasciati né tantomeno "coperti" dal Collegio Costruttori di Brescia. In più occasioni abbiamo dimostrato con i fatti la volontà di combattere queste piaghe».
Quanto al lavoro nero il presidente ricorda che «fin dal 1947 il Collegio ha affrontato il problema del lavoro nero evidenziando, in una lettera indirizzata agli Istituti assicurativi e previdenziali, che il Collegio è nato per tutelare gli interessi delle imprese oneste e non di quelle che disonorano e danneggiano la classe imprenditoriale. Nel 1992, primo in Italia, il Collegio ha sottoscritto un accordo perché si considerassero regolari solo le imprese che denunciano alla Cassa Edile un numero di ore non inferiore a quello medio contrattuale. Nel dicembre del 2003, inoltre, è stato dato il via al DURC, il documento che attesta la regolarità dell’impresa esecutrice dei lavori nei confronti degli Enti previdenziali e della Cassa Edile».
Giuliano Campana, inoltre, ritiene che siano da ricercare altrove le cause del ricorso al lavoro nero. «Il segretario della Fillea dimentica, o finge di dimenticare, che il problema del ricorso al lavoro nero non dipende solo dalla volontà di alcuni imprenditori privi di scrupolo. Mi riferisco al cosiddetto "cuneo contributivo e fiscale", al problema del divario tra quanto percepisce il lavoratore in busta paga ed il relativo costo sostenuto dal datore di lavoro. Finché tale forbice rimarrà attestata sui valori odierni anche i lavoratori sono ammaliati dal miraggio di facili, ed illeciti, guadagni. Questo è il fenomeno da combattere per arginare e infine debellare l’odioso fenomeno del lavoro irregolare».