Edizione: 11/07/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA

Sollecitazione del Collegio di Brescia ai parlamentari  
Costruttori: la manovra Bersani non piace 
Il Collegio costruttori ha esaminato i contenuti del recente decreto legge 223 e gli effetti che la nuova normativa avrà sul comparto delle costruzioni chiedendo ai parlamentari bresciani di intervenire per apportare modifiche, esprimendo «gravi preoccupazioni per alcune misure contenute nel provvedimento, nonché stupore per alcuni adempimenti che, di fatto, risultano impossibili da realizzare. L’assoggettamento all’imposta di registro, anziché all’Iva, di alcune operazioni, come le locazioni e le cessioni di immobili, le rettifiche retroattive delle detrazioni Iva e l’innalzamento (dall’1 all’11%) dell’imposta di registro per i trasferimenti di aree e di immobili da ristrutturare - spiega Giuliano Campana presidente del Collegio - avranno effetti pesantissimi sul mercato immobiliare, in alcuni casi con oneri finanziariamente insopportabili per le aziende. Va aggiunto, inoltre, che l’evidente acredine verso il settore immobiliare ed il disordine interpretativo dovuto a norme così stravolgenti sta creando l’arresto di molte iniziative. Sono decine i casi che ci sono stati segnalati - aggiunge Giuliano Campana - di programmi sospesi da parte degli investitori, che, oltremodo allarmati, giustamente richiedono una verifica dell’analisi economica dell’operazione. Per quanto concerne i nuovi obblighi, per gli appaltatori, relativi ai versamenti dell’Iva e di verifica degli adempimenti dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali, nonché la previsione che il committente ha la facoltà di non dar corso ai pagamenti nel caso i suddetti obblighi non fossero adempiuti, la presidenza del Collegio sottolinea, con incredulità, che si tratta di provvedimenti non attuabili. Infatti - aggiunge ancora Giuliano Campana - la disciplina previdenziale e fiscale prevedono denunce e versamenti unici per ogni azienda e non distinti per cantiere. Le verifiche richieste pertanto imporrebbero all’appaltatore di analizzare e controllare l’intera contabilità, tutti i libri paga ed i documenti contributivi e fiscali, di tutte le attività del subappaltatore, cioè una verifica giuridicamente non praticabile».
I costruttori, termina il presidente, condividono ovviamente gli obiettivi del Governo contro l’evasione e l’elusione fiscale, nonché per una lotta a qualunque forma di lavoro irregolare, ma chiedono norme concrete, che non li espongano alla «facoltà» di qualunque committente, essendo nella condizione di non poter ottemperare a forme di garanzia che una norma, a loro avviso non meditata, ha dettato.