Edizione: 05/09/2006   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA

LAVORO NERO Entrano in vigore da ottobre le nuove misure per la regolarità e la sicurezza nei cantieri  
Decreto Bersani, manovali con il badge  
L’assunzione deve essere regolarizzata prima dell’inizio del lavoro. Indispensabile il Durc
Erminio Bissolotti

BRESCIA

Lo Stato punta le armi sui cantieri edili rendendo la vita difficile ai lavoratori in nero. Con la conversione in legge del decreto Bersani sono state attuate una serie di misure a contrasto del lavoro sommerso e ad incentivo della maggior sicurezza sul lavoro nei cantieri edili.
Una prima novità riguarda l’obbligo di comunicazione preventiva dell’instaurazione di un rapporto di lavoro. Con questa nuova norma l’impresa edile deve comunicare l’assunzione del dipendente il giorno prima che questo inizi a lavorare in cantiere. Pertanto, gli impresari della nostra provincia sono tenuti a comunicare al Centro provinciale dell’impiego di Via Cipro l’avvenuta assunzione di nuovi manovali il giorno prima dell’inizio del rapporto di lavoro tramite lettera raccomandata o consegnata a mano con ricevuta attestante l’avvenuto recapito (in modo tale da poter certificare la data).
Con decorrenza 1°ottobre prossimo viene inoltre introdotto, per i datori di lavoro, l’obbligo di munire il personale dipendente di un’apposita tessera di riconoscimento con foto. Tale adempimento grava anche sui lavoratori autonomi che operano per conto proprio all’interno dello stesso cantiere. Sono invece esonerati dall’obbligo della tessera individuale i datori di lavoro edili con meno di dieci dipendenti, e che in alternativa, devono iscrivere i propri lavoratori occupati giornalmente in registri vidimati dalla direzione generale del lavoro. Nei cantieri in cui sono presenti contemporaneamente più imprese edili (con e senza dipendenti), l’obbligo del badge di riconoscimento va a gravare anche sul committente dei lavori.
La mancata adozione della tessera identificativa sarà sanzionata al datore di lavoro con un ammenda da 100 a 500 euro per lavoratore, mentre il dipendente che non provvede ad esporla sarà punito con la sanzione amministrativa da 50 a 300 euro.
Le imprese edili che utilizzano personale non registrato e che violano le disposizioni sull’orario di lavoro e dei riposi, in aggiunta alle sanzioni previste per le singole omissioni, rischiano la sospensione dei lavori. Viene, infatti, attribuito al personale di vigilanza del Ministero del lavoro (i temuti ispettori) il potere di sospensione dei lavori nell’ambito di cantieri edili nei quali sia riscontrato un impiego di personale in nero, cioè non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria, in misura pari o superiore al 20% dei lavoratori regolari. Sospensione che potrà essere decisa anche su segnalazione dell’Inps o dell’Inail. Al provvedimento di sospensione adottato dalla direzione provinciale del Lavoro fa seguito un provvedimento del Ministero delle infrastrutture con il quale viene negata all’impresa la possibilità di partecipare a gare pubbliche e di stipulare contratti con la pubblica amministrazione per tutta la durata della sospensione.
Ulteriore spina nel fianco per gli imprenditori edili viene dal comma 8 dell’art. 36 bis della nuova legge nata con la conversione del decreto Bersani. Le imprese non in possesso dei requisiti per il rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva (che attesta contestualmente la regolarità di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti Inps, Inail e Cassa Edile) non possono usufruire della riduzione contributiva del 11,50% prevista dal Decreto legge 244/95.
«Auspicavamo da tempo un deciso intervento legislativo a contrasto del lavoro nero». Questa la prima affermazione del presidente Giuliano Campana, chiamato in causa per render nota la posizione del Collegio dei Costruttori edili di Brescia.
Il governo ha applicato norme più rigide giustificandole (com’è espressamente citato nel decreto) da una situazione di urgenza e estrema necessità. Secondo Campana «le misure adottate sono da accogliere positivamente perché colpiscono quelle pseudo imprese che, perseguendo illecite riduzioni del costo del lavoro a discapito della sicurezza dei loro collaboratori, si pongono sul mercato in modo sleale».
A parere del Collegio il problema del ricorso al lavoro nero è strettamente connesso al «cuneo fiscale e contrbutivo» ossia al divario tra quanto percepisce il lavoratore in busta paga ed il relativo costo sostenuto dal datore di lavoro. «Finché tale forbice rimane sui valori odierni anche i lavoratori sono ammaliati dal miraggio di facili, ed illeciti, guadagni». 

 

EDILIZIA BRESCIANA 2005
           
  Addetti Imprese Imprenditori Dipendenti Operai Impiegati
Complessiva di imprese specializzate, indotto, precomponenti, materiali  
          84.000           23.000           26.000           58.000           48.000           10.000
           
Imprese edili in senso stretto senza ditte specializzate, né indotto  
          44.000           12.000           15.000           29.000           22.000             7.000
           
Imprese edili con dipendenti iscritti in cassa edile    
          30.000             4.000             6.000           24.000           18.000             6.000
(fatturato stimato 4 milioni)