sabato 9 settembre 2006 - economia pag. 9

Il presidente Campana: «Manovra punitiva, penalizza un mercato già in frenata»


Decreto Bersani e settore edile Collegio Costruttori all’attacco

Contrariati, demoralizzati ma soprattutto preoccupati. Il decreto Bersani incontra il rifiuto dei costruttori bresciani, che denunciano le pesanti ricadute sul settore delle nuove misure fiscali. Gli interventi appena approvati, secondo il Collegio costruttori edili di Brescia, comporteranno un generale appesantimento di adempimenti e costi a carico delle imprese edili e un irrigidimento e una contrazione di un mercato che, come ci tengono a sottolineare, in questi ultimi anni è stato l’unico capace di garantire incrementi occupazionali e fare da volano per l’intera economia.
«Ci sembra una manovra punitiva - spiega il presidente del Collegio Giuliano Campana -. Con un mercato che ha rallentato nel primo semestre 2006 e che ora è bloccato e i tassi di interesse in continuo aumento ci troviamo in una situazione che potrebbe diventare difficile per le imprese e gli 80 mila occupati che fanno parte del comparto e dell’indotto. Purtroppo il condivisibile intento di colpire l’elusione fiscale si è tradotto in un danno per le imprese edili, mentre si rischia che possano peggiorare i fenomeni evasivi già esistenti».
Molti i punti messi sotto accusa delle nuove norme che secondo i costruttori modificano e in alcuni punti stravolgono l’assetto normativo precedente e si pongono in modo tale da portare difficoltà nell’interpretazione e nell’applicazione dei nuovi istituti che causerà un rallentamento degli interventi in corso o in fase di avvio.
Il primo dei no arriva sull’imposta «ipocatastale» del 4%, fissata su tutte le compravendite di immobili non abitativi e l’innalzamento della tassazione, dall’1 all’11%, sul trasferimento della quasi totalità degli immobili inseriti in piani urbanistici particolareggiati. Il maggior onere fiscale secondo gli edili potrà essere «scaricato» sull’acquirente finale solo in parte per far sì che i prezzi restino proponibili. Altro punto dolente è l’appesantimento del mercato delle compravendite di immobili ultimati da oltre quattro anni. In questo caso il maggior onere fiscale risulterebbe esorbitante e ingiustificato, visto che la mancata alienazione entro il quadriennio dipende spesso da oggettive difficoltà di mercato. In queste ipotesi, il decreto prevede l’indetraibilità dell’Iva, già pagata e compensata, con ricadute economiche pesantissime sull’impresa edile, oltre al fatto che le disposizioni in tema di accertamento potrebbero creare disparità di trattamento. C’è poi il problema del pagamento dell’Ici sulle aree definite edificabili senza alcuna certezza che rimanga tale anche dopo la definitiva entrata in vigore dei relativi strumenti urbanistici.
«Una legge serviva, ma questa è stata fatta troppo in fretta e senza consultare le associazioni di categoria - dicono i vicepresidenti Mario Parolini e Giuliano Paterlini -. A questo punto speriamo solo che l’Ue la bocci o che vengano introdotte modifiche sostanziali». m.a.


Giuliano Campana



Giuliano Paterlini