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domenica 08 ottobre 2006 economia pag. 9
- LO STUDIO
Bene redditività, non la capitalizzazione
Occhio alla conclusione dei lavori: se troppo lunga può pesare sulla liquidità
Redditività e crescita, ma in una situazione di perenne situazione di sottocapitalizzazione e indebitamento con le banche. C'è del buono sul piano economico, molto meno sul piano finanziario nelle imprese bresciane del settore edile come emerge dallo studio presentato durante il convegno del Collegio Costruttori. Il trend dei dati aggregati di conto economico mostra nel 2002, 2004 e 2005 valori crescenti rispetto agli esercizi precedenti, evidenziando viceversa una netta flessione nel solo anno 2003. In particolare, nel 2002 il Roe ha raggiunto un valore pari al 17%, con un dato medio degli altri anni oscillante intorno al 9%. E sempre nel 2002 lutile netto è risultato pari a 42 milioni di euro, un importo che è stato raggiunto e superato solamente nel 2005. Dal punto di vista della struttura patrimoniale si è assistito sia al miglioramento della capitalizzazione, sia allallungamento delle scadenze dei debiti. Nellintero periodo il quoziente di indebitamento ha seguito un trend decrescente, giungendo, nel 2005, a un rapporto pari a 4,10, un valore che pur risultando elevato e denotando una tendenza al finanziamento con mezzi di terzi, è il più basso dellultimo decennio. «Emergono anche segnali di un blocco del capitale - ha spiegato Renato Camodeca, commercialista e docente -: laddove l'immagine è di un circolante molto pesante e coerente con le passività correnti, ciò provoca nelle imprese una "sete" di mezzi finanziari che si trasforma in un ricorso ai debiti bancari». La situazione finanziaria, quindi, è caratterizzata da un livello non sempre soddisfacente raggiunto dai quozienti di disponibilità e liquidità. Lanalisi combinata dei due indicatori rivela - come sottolineato durante i lavori - che il livello delle attività correnti (costituito in prevalenza dai crediti verso clienti e dalle rimanenze di magazzino) non supera, nel 2001 e 2002, quello delle passività correnti (date principalmente dai debiti di fornitura), mentre - nel 2003, nel 2004 e nel 2005 - il dato del rapporto risulta essere rispettivamente 1,22, 1,25 e 1,28. Laddove i tempi di conclusione dei lavori e incasso dei corrispettivi dovessero allungarsi rispetto alla media, le imprese potrebbero quindi andare incontro a situazioni di tensione sul piano della liquidità, con un potenziale peggioramento del rapporto di indebitamento. «Il flusso di cassa operativo evidenzia che nel 2002 e 2005 la gestione produce cassa. Ma nel 2003 e 2004 la gestione "brucia" cassa, perché ciò che guadagno lo metto in credito e rimanenze - ha concluso Camodeca -. Quindi conviene vedere non solo la situazione reddituale, ma pure quella finanziaria per evitare la sempre maggior dipendenza dai mezzi di terzi».m.a. | |