domenica 08 ottobre 2006 economia pag. 9

Al Collegio Costruttori il convegno sul rapporto tra aziende e sistema del credito. Presentata l’analisi 2001-2005

Edilizia-Basilea 2, partita aperta

Il settore cresce e mostra miglioramenti, ma restano nodi da sciogliere

Un settore alle prese con una significativa esposizione bancaria, ma che cresce e potrebbe mettersi sulla buona strada in vista di Basilea 2. È il ritratto dell’edilizia provinciale emerso durante la presentazione del Rapporto «Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2001 -2005» realizzato dal Collegio Costruttori di Brescia, col supporto della Cdc. Un'occasione - il convegno ospitato nella sede del Collegio, presieduto da Giuliano Campana che ha aperto i lavori, dal titolo Basilea 2: le imprese edili bresciane fra rischi e opportunità - per riflettere sull'equilibrio reddituale, finanziario e patrimoniale delle aziende e sulla sua capacità di rispondere alle nuove regole.
L'indagine. Lo studio ha valutato l’evoluzione del settore bresciano mediante l’analisi di un campione con 1.300 bilanci di aziende in forma di società di capitali e un valore della produzione superiore a un milione di euro, associate al Collegio. Utilizzando la verifica per indici, quozienti e flussi sono emersi fattori di debolezza ma anche di forza: quello edile è un settore che nell’ultimo quinquennio è cresciuto e migliorato la composizione del debito.
Edili e mondo bancario. Sono parecchi, però, i motivi per cui l’edilizia bresciana non sembra ancora pronto per Basilea 2. Come ha spiegato Cinzia Dabrassi Prandi (docente di Rapporti Banca-Impresa alla Statale di Brescia) «le aziende del settore sono, soprattutto, di piccolissime dimensioni e il 67% fa parte del gruppo retail con meno di 5 milioni di euro di fatturato e un'esposizione bancaria verso singolo istituto di massimo un milione. Inoltre, sono poco capitalizzate. Di positivo c'è la presenza di molte garanzie reali date dagli immobili prodotti, ma delle informazioni qualitative e quantitative poco presenti, poco complete e opache e con una diffusa politica di multiaffidamento. Tutti aspetti poco favorevoli in vista di Basilea 2».
Il rating. Gli approcci possibili per definire il rating delle imprese e calcolare il costo del credito sono due: quello standard che, però, per il segmento retail pesa tutti i crediti al 75%, e quello interno avanzato con cui la banca valuta l'impresa singolarmente. «Il primo andrà bene per banche piccole, il secondo per le grandi - ha aggiunto Cinzia Dabrassi - ma anche quelle di minori dimensioni vorranno approfittare di un ridotto assorbimento di capitale, possibile solo con una valutazione singolare. Di sicuro a un'impresa di bassa qualità converrà confrontarsi con una banca che usa il metodo standard». D'altra parte le aziende edili dovranno fare di tutto per migliorare la posizione rispetto al sistema di valutazione introdotto da Basilea 2: se il rating medio dell'industria italiana nel 2004 è classificabile con B+, le costruzioni si posizionano in coda alla classifica settoriale. E secondo Unioncamere la probabilità di default è del 4,1%, contro il 3,9% non settoriale.
Le prospettive. Tutti questi aspetti dovrebbero indurre le imprese a migliorare alcuni parametri: sottocapitalizzazione, debiti a breve rispetto ai debiti a medio lungo, anche se questo sta già migliorando. «Bisogna fare attenzione alla gestione di cassa finanziaria - ha concluso Antonio Porteri, docente alla Statale di Brescia - gestire il rapporto bancario non solo per controllare valute e tassi, ma verificando sconfini, andamento del credito, scadenza degli impegni. Basilea 2 inciderà in senso prociclico, quindi in ogni fase di assorbimento del capitale sarà più caro il credito e più difficile l'accesso. Ma sarà pure una sfida da affrontare a livello consortile».Matteo Asti