Edizione: 05/04/2007   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA
Nei cantieri uno su tre è straniero  
Il presidente della Cape Alberto Silvioli conferma l’ottima congiuntura dell’edilizia
Alberto Silvioli presidente Cape
Alberto Silvioli presidente Cape

Camillo Facchini

BRESCIA

C’è anche un cittadino statunitense tra i lavoratori stranieri occupati nei cantieri edili bresciani. E con lui ci sono anche un salvadoregno, un iracheno, un messicano, uno spagnolo e un uzbeko. Che, sommati ai lavoratori di altre ottanta etnie presenti nell’edilizia, fanno 8.076 addetti. E allora l’aritmetica ci dice che un lavoratore su tre è straniero, considerando che a fine 2006 nei libri paga delle 4.448 imprese bresciane attive erano iscritti 25.200 addetti.
Crescono gli stranieri (da 7.356 a 8.076, anche se emerge che delle imprese con titolare straniero, che in totale sono 313, la percentuale di quelle insolventi è pari al 27%), ma migliora l’intero settore nel quale, a fine dicembre dello scorso anno, erano occupati 25.213 lavoratori, 1.395 in più dell’anno precedente «risultato - ha spiegato ieri Alberto Silvioli, presidente della Cassa edile bresciana - di una tenuta che il settore sta vivendo».
Numeri che, un’altra volta ancora, costituiscono un record perché è dal 1998 che si registra un aumento della manodopera «effetto - ha sottolineato Alberto Silvioli - anche di una continua regolarizzazione delle denunce salariali nel settore che ci auguriamo possa continuare». Perché maggiore è la regolarizzazione salariale maggiore è la tutela per chi lavora e migliore è la concorrenza per il mercato.
«Tenuta del settore» ha significato lo scorso anno 2,5 miliardi di euro di intermediazioni (escluso il commerciale e l’industriale) «tra nuovo, ristrutturato ed usato - ha ricordato il presidente della Cassa paritetica edile Alberto Silvioli - il 68,5% in provincia e il resto in città», sintesi contabile del trasferimento di proprietà di due milioni di metri quadrati, di cui poco più di quattrocentomila in città con un controvalore di 500 milioni. In sintesi estrema bene il residenziale, soffre il commerciale-direzionale con un andamento che negli anni mostra stabile continuità.
Ed allora ancora una volta trova conferma il paradigma che se l’edilizia va bene anche il resto va a ruota.
Il mercato che sta facendo il suo dovere e l’aumentata regolarizzazione hanno fatto salire l’imponibile salariale della cassa edile salito da 206 a 222 milioni (ieri questo risultato è stato commentato come «ottimo») con un miglioramento del 21% «cui si è anche opposto - ha detto ancora il presidente della Cape Alberto Silvioli - un dimezzamento della cassa integrazione».
A migliorare l’emersione del lavoro sommerso, a favorire la regolarizzazione contributiva ha contribuito dall’inizio del 2006 l’adozione del «durc» (il documento unico di regolarità contributiva) solamente in presenza del quale le amministrazioni pubbliche rilasciano licenze ed effettuano pagamenti.
«Ma oltre al durc - ha ricordato Francesco Cisarri, di Fillea Cgil (la Cape è una convivenza riuscita tra imprese e sindacato) - ha molto contribuito anche il decreto Bersani che ha smosso una parte di irregolarità presenti, irregolarità che danno fastidio alle imprese serie ed al sindacato».
L’edilizia bresciana lo scorso anno ha prodotto 26 milioni di ore, in crescita sul 2005; crescono anche le ore di infortunio (da 245.010 a 258.017) «ma quello in cui lavoriamo - ha detto ancora il presidente della Cape - è un settore pesante».
Alberto Silvioli ha poi ricordato come per il settore permangano penalizzazioni dal punto di vista fiscale «si pensa ad una riduzione dell’Ici - ha detto il presidente della Cape - ma da un’altra parte si pensa contemporaneamente a una revisione delle rendite catastali. Va insomma ripreso in mano integralmente il discorso fiscale».
Quanto ai conti della cassa, l’imponibile salariale ha permesso entrate consistenti della quota per l’assistenza e per le spese «l’aumento dei tassi (+1% sul 2005) - ha concluso Alberto Silvioli - con investimenti prudenti ci hanno permesso di chiudere il conto economico con un avanzo di 162mila euro» alla fine di un anno brillante. E i primi dati del 2007 danno una media mensile di 19.096 lavoratori e una media di imprese attive di 3.776.