PROGRAMMAZIONE URBANISTICA PER IL COMMERCIO -
PROVVEDIMENTO DELLA REGIONE LOMBARDIA
Lo
scorso 13 marzo il Consiglio della Regione Lombardia, nell’ambito delle
disposizioni nazionali e regionali in materia di Commercio (ed in particolare
con riferimento alla I.r. 12/2005 sul governo del territorio e al Programma
Triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006-2008) ha approvato a
maggioranza un Atto Amministrativo che racchiude le definizioni relative agli
indirizzi generali per la programmazione urbanistica commerciale.
Nell’Atto
sono indicati gli indirizzi che il Piano Territoriale Regionale, il Piano
Territoriale di Coordinamento provinciale, il Piano di Governo del Territorio e
gli strumenti di programmazione negoziata devono seguire.
Nella
stesura degli indirizzi del Piano di Governo del Territorio, i Comuni dovranno
evidenziare nel Documento di Piano la strutturazione esistente del settore
commerciale e prevedere nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole una corretta
e ottimale integrazione delle politiche commerciali con le politiche generali
inerenti i servizi e le attrezzature messe a disposizione della cittadinanza,
con particolare attenzione alle azioni di recupero degli ambienti degradati e
da riconvertire a nuovi usi.
Il
documento approvato in Consiglio incentiva anche l’utilizzo degli strumenti di
programmazione negoziata (Programmi Integrati di Intervento e Accordi di
Programma) nell’ambito della concertazione tra gli enti territoriali e gli
operatori privati.
Gli
indirizzi generali ai quali si dovranno attenere le amministrazioni comunali e
provinciali riguardano anche il rapporto che dovrà instaurarsi tra grande
distribuzione e piccoli e medi esercizi, con particolare attenzione
all’equilibrio della loro presenza nelle zone rurali e montane.
In
questo contesto il documento intende rivitalizzare e sostenere soprattutto la
funzione commerciale dei centri storici e dei nuclei urbani centrali con
politiche d’intervento per il settore commerciale finalizzate “ad una forte
disincentivazione all’apertura di grandi strutture di vendita mediante la
creazione di superfici di vendita aggiuntive”. Appare evidente, infatti,
l’ambizione a limitare il consumo di suolo, incentivando il riuso o il recupero
di poli esistenti.
I
Comuni che daranno il via libera a interventi che prefigurano determinati
impatti ambientali anche su municipalità confinanti dovranno “riparare” tali
ricadute attuando le necessarie modalità di compensazione ambientale.
L’apertura dunque di grandi magazzini, o di punti di particolare interesse
sovracomunale, dovranno essere accompagnati da specifiche azioni di supporto
infrastrutturale, paesaggistico e di servizio. I Comuni potranno inoltre
riservare specifica attenzione nella rete commerciale ai nuclei di antica
formazione, dunque valorizzare quelli che vengono ritenuti negozi “storici”.Si
pubblica qui di seguito l’Atto Amministrativo.
INDIRIZZI GENERALI PER LA PROGRAMMAZIONE
URBANISTICA DEL SETTORE COMMERCIALE
1) I nuovi strumenti di
pianificazione della L.R. 12/2005 ed il settore commerciale.
Il Piano Territoriale
Regionale (P.T.R.)
Il P.T.R. e i Piani
territoriali regionali d’area predisposti ai sensi della l.r. 12/2005 sono atti
di indirizzo generale per lo sviluppo del territorio lombardo, nonché di
orientamento della programmazione e pianificazione territoriale di province e
comuni.
Il P.T.R., definito ad una
scala di relazioni interregionali, nazionali e sopranazionali, si realizza con
il concorso di tutti i soggetti interessati e favorisce lo sviluppo locale,
consentendo ad ogni soggetto di agire in autonomia ma in raccordo con un
disegno strategico a più ampia scala.
Il P.T.R. ha rilevante
significato anche sotto il profilo paesaggistico, considerando particolarmente
gli obiettivi di tutela dei beni paesaggistici ed ambientali e promuovendo il
corretto inserimento degli interventi di trasformazione territoriale nel
contesto paesaggistico.
Costituisce altresì il
primo quadro di riferimento per province e comuni in materia di localizzazione
di grandi strutture di vendita. In particolare i Piani di Governo del
Territorio e gli indirizzi dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
dovranno relazionarsi con i contenuti del P.T.R. inerenti a:
- il quadro delle maggiori
infrastrutture e delle opere pubbliche di interesse regionale e nazionale;
- le linee orientative
dell’assetto del territorio regionale, con riferimento ai principali poli di
sviluppo regionale ed alle zone di preservazione e salvaguardia ambientale e
paesaggistica;
- gli indirizzi per la
programmazione territoriale di province e comuni e la definizione degli
elementi costituenti limiti essenziali di salvaguardia della sostenibilità
ambientale e socio-economica del territorio regionale;
- le modalità di
compensazione ambientale per interventi che determinano impatti rilevanti sul
territorio anche in comuni non direttamente interessati dagli interventi
stessi;
- la tutela e la
valorizzazione del paesaggio lombardo.
Il P.T.R. fornirà
indicazioni ed opzioni generali di riferimento per le politiche territoriali
regionali ed infraregional ai fini dell’equilibrato sviluppo del settore
commerciale nelle diverse zone della Lombardia, per garantire un’adeguata
offerta del servizio distributivo, il rispetto delle prerogative territoriali
ed ambientali della Regione, il positivo raccordo con le dinamiche di sviluppo
insediative ed infrastrutturali, anche in rapporto alla elaborazione dei Piani
territoriali regionali d’area di cui all’articolo 20 l.r. 12/2005.
Il Piano Territoriale di coordinamento provinciale (P.T.C.P.)
Il P.T.C.P. è lo strumento
con il quale la provincia promuove lo sviluppo e la tutela del proprio
territorio con un carattere di indirizzo della programmazione socio-economica e
con efficacia paesaggistico-ambientale.
Il P.T.C.P. contiene
elementi di carattere provinciale o sovracomunale per la pianificazione
comunale, il programma delle maggiori infrastrutture, orientandone
l’inserimento ambientale e concorre alla definizione dell’assetto idrogeologico
ed alla qualificazione paesaggistico-ambientale del territorio.
Con riferimento al settore
commerciale, ed in particolare alle problematiche legate alla localizzazione
delle grandi strutture di vendita, tra i contenuti previsti dalla l.r.12/2005
per il P.T.C.P. assumono particolare rilievo:
- l’indicazione degli
elementi qualitativi di scala provinciale o sovracomunale, sia orientativi che
prevalenti, per la pianificazione comunale;
- la definizione dei
contenuti minimi sui temi di interesse sovracomunale da prevedere nei documenti
di P.G.T.;
- le indicazioni puntuali
per la realizzazione di insediamenti di portata sovracomunale, se definiti come
tali nei P.G.T.;
- le modalità per favorire
il coordinamento tra le pianificazioni dei comuni;
- il programma generale
delle maggiori infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità;
- la definizione degli
ambiti destinati all’attività agricola.
Il P.T.C.P. esprime quindi
significativi obiettivi ed indirizzi in ordine all’evoluzione della rete
commerciale nel territorio provinciale.
In linea di massima e, con
attenzione alle specificità di ciascun contesto provinciale, il P.T.C.P. può
provvedere:
1) nell’ambito del quadro
conoscitivo e degli obiettivi di sviluppo a scala provinciale (articolo 15,
comma 2, lettere a) e b)):
- ad individuare le aree
territoriali sovracomunali a diverso livello di dotazione di offerta
commerciale di grande distribuzione (offerta matura, equilibrata, da
potenziare), quelle con criticità di offerta di vicinato (in particolare nelle
zone rurali o montane), i poli o gli assi commerciali esistenti da
riqualificare;
- a proporre obiettivi ed
elementi qualitativi di riferimento per l’attuazione delle politiche
urbanistiche comunali, in particolare attinenti alle priorità di insediamento
della grande distribuzione;
2) nell’ambito dei
contenuti minimi sui temi di interesse sovracomunale (articolo 15, comma 2,
lettera c)):
- ad individuare gli
elementi di valutazione preventiva che devono essere assicurati dalla pianificazione
comunale per la localizzazione dei nuovi insediamenti di grande distribuzione,
in raccordo con gli indirizzi generali del presente documento e del Programma
Triennale per il Commercio;
3) nell’ambito delle
modalità di coordinamento intercomunale (articolo 15, comma 2, lettera h)):
- alla definizione di
misure di razionalizzazione e coordinamento dello sviluppo degli insediamenti
di grande distribuzione (e, per le aree montane, anche della media
distribuzione), prevedendo anche forme compensative o finanziarie finalizzate
anche all’associazionismo tra comuni;
- alla determinazione di
indirizzi volti ad assicurare la compatibilità a scala sovracomunale delle
previsioni di sviluppo commerciale, in particolare con riferimento alle
dinamiche di evoluzione della rete distributiva e alle condizioni di
accessibilità;
4) nell’ambito delle
indicazioni puntuali per la realizzazione di insediamenti di portata
sovracomunale (articolo15, comma 2, lettera g)):
- ad orientamenti per il
raccordo con i sistemi della mobilità;
- ad elementi puntuali di
carattere urbanistico ed ambientale ed eventuali modalità di compensazione per
favorire l’ottimale inserimento territoriale ed ambientale di singoli
insediamenti;
5) nell’ambito inerente
alla tutela paesaggistica:
- alla determinazione di
prescrizioni ed indirizzi per l’attenta localizzazione, il corretto inserimento
nel contesto e la qualità paesaggistico-ambientale dei nuovi insediamenti
commerciali di grande distribuzione, al fine di assicurarne la congruenza con
le caratteristiche degli ambiti interessati e con le indicazioni della
pianificazione paesaggistica.
Il Piano di Governo del
Territorio (P.G.T.)
Il nuovo strumento di
pianificazione comunale previsto dalla l.r. 12/2005, il Piano di Governo del
Territorio, si configura come strumento articolato in tre distinte componenti
(Documento di piano, Piano dei servizi, Piano delle regole) e si caratterizza
per esprimere contemporaneamente una dimensione strategica che delinea
un’evoluzione di sviluppo territoriale complessiva ed una dimensione operativa
consistente nell’individuazione di precisi obiettivi di pianificazione (e
conseguenti azioni da attuare sul territorio) da perseguire per le diverse
destinazioni funzionali e per l’individuazione degli ambiti soggetti a
trasformazione urbanistica.
In questo nuovo contesto
di pianificazione comunale le problematiche relative alla distribuzione
commerciale si rapportano:
a) con il Documento di
piano per quanto riguarda:
- la costruzione del
quadro conoscitivo del territorio comunale (articolo 8, comma 1, lettera b)),
nell’ambito del quale deve essere evidenziata la strutturazione esistente del
settore commerciale;
- la definizione degli
obiettivi di sviluppo comunale (articolo 8, comma 2, lettere a) e b)), dove
devono essere evidenziate le esigenze di sviluppo o di riorganizzazione o di
contenimento del settore commerciale;
- la determinazione delle
politiche di settore (articolo 8, comma 2, lettera c)), dove particolare
attenzione deve essere posta al comparto della distribuzione commerciale nelle
sue varie componenti tipologiche;
- l’evidenziazione delle
previsioni di carattere commerciale che presentano ricadute a scala
sovracomunale (articolo 8, comma 2, lettere c) ed e)), da evidenziare
specificamente;
- la valutazione
ambientale e paesaggistica delle strategie e delle azioni di piano;
b) con il Piano dei
servizi ed il Piano delle regole per quanto riguarda:
- la necessità di
integrare le politiche commerciali con le politiche più generali di
miglioramento dell’insieme dei servizi e delle attrezzature di interesse
generale offerte alla popolazione locale;
- la necessità di
coerenziare le politiche commerciali con l’insieme delle azioni mirate alla
riqualificazione dei tessuti urbani sia centrali che periferici, con
particolare attenzione alle azioni di recupero degli ambiti degradati e da
riconvertire a nuovi usi.
c) con gli strumenti
attuativi di pianificazione comunale nonché con gli atti di programmazione
negoziata con valenza territoriale, previsti dall’articolo 6 della l.r. 12/2005
per quanto riguarda:
- gli aspetti di concreto
inserimento territoriale, paesaggistico ed ambientale della progettazione dei nuovi
insediamenti e l’eventuale valutazione di impatto ambientale.
- Il Documento di piano
E’ importante sottolineare
che la l.r. 12/2005 precisa esplicitamente che il Documento di piano deve, in
coerenza con gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del territorio
comunale e con le politiche da attuarsi per la mobilita’, determinare le
politiche di intervento per la distribuzione commerciale, evidenziando le
eventuali scelte aventi rilevanza sovracomunale.
Nel Documento di piano
pertanto deve essere garantita specifica attenzione al sistema commerciale
locale ed in particolare a:
- la funzionalità
complessiva della rete commerciale;
- la distribuzione sul
territorio comunale degli esercizi commerciali e le relative potenzialità o
carenze;
- la presenza e
localizzazione delle diverse tipologie di vendita;
- la consistenza della
rete commerciale nei nuclei di antica formazione, evidenziando l’eventuale
presenza di esercizi “storici” o di aree urbane a specifica funzionalità
commerciale da valorizzare.
Conseguentemente devono
essere focalizzate le politiche d’intervento per il settore commerciale
finalizzandole ai seguenti obiettivi generali della politica regionale per il
commercio:
- forte disincentivazione
all’apertura di grandi strutture di vendita mediante la creazione di superficie
di vendita aggiuntiva;
- riqualificazione di
parti del tessuto urbano e di situazioni di degrado, in sinergia con le
politiche di altri settori economici;
- rivitalizzazione e
sostegno della funzione commerciale dei centri storici e dei nuclei urbani
centrali, nonché di quella dei piccoli comuni e dei comuni montani;
- corretta distribuzione
urbana delle attività commerciali, in stretta coerenza con le previsioni del
Piano dei servizi, così da garantire un’idonea disponibilità del servizio
commerciale in tutto il territorio comunale.
Le previsioni di
insediamento di attività commerciali, contenute in strumenti di pianificazione
precedenti e non ancora attuate, devono essere rigorosamente valutate, ai fini
di verificarne l’ammissibilità di inserimento nei nuovi P.G.T., in termini di
congruità e sostenibilità rispetto agli obiettivi soprarichiamati, nonché
verificate in ordine agli effetti generati sul territorio sotto il profilo
commerciale, urbanistico (ivi compresa le relazioni con il sistema della
viabilità), paesaggistico ed ambientale.
Analogamente eventuali
nuove previsioni di carattere commerciale di rilevanza sovracomunale devono
essere supportate da adeguate valutazioni condotte a scala più ampia rispetto
al singolo confine comunale in relazione a:
- l’accertamento
dell’ambito di gravitazione della struttura commerciale da insediare;
- la verifica della
consistenza del sistema economico commerciale (esistente o previsto)
nell’ambito territoriale di gravitazione così come sopra determinato;
- la necessità di valutare
preventivamente le ricadute e gli impatti generati sia a scala locale che
sovracomunale e sotto i vari aspetti di possibile incidenza (infrastrutturale,
ambientale, paesaggistico, di dotazione dei servizi), nonché attraverso uno
studio di prefattibilità che, anche ricorrendo a modelli matematici di
simulazione, documenti lo stato di criticità della rete viabilistica esistente
ed il grado di incidenza dell’indotto derivante dall’attuazione dell’intervento
programmato;
- il
riconoscimento del livello di accessibilità della localizzazione prescelta per
l’intervento dal punto di vista dei servizi pubblici di trasporto;
- la
verifica di coerenza con le valutazioni di sostenibilità derivanti dal
contemporaneo processo, da condursi all’interno del Documento di piano, di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Salvo
diversa argomentata indicazione, con particolare riferimento alla dimensione
del comune ed alla superficie di vendita prevista, anche secondo quanto nel
seguito indicato, si riscontra che gli insediamenti di grandi strutture di
vendita producono effetti su un ambito territoriale di norma più esteso di
quello comunale e come tali devono essere oggetto di classificazione come
insediamenti di portata sovracomunale ai sensi dell’articolo 8, comma 2,
lettera c), e dell’articolo 15, comma 2, lettera g), della l.r. 12/2005.
E’
importante sottolineare che qualora le scelte di pianificazione comunale
comportino la possibilità di realizzare interventi commerciali a rilevanza
sovracomunale, questi ultimi debbono trovare negli elaborati del Documento di
piano adeguata evidenziazione attraverso la specifica individuazione
cartografica di riferimento e la descrizione particolareggiata delle
destinazioni funzionali previste.
Si
ribadisce inoltre che la previsione di grandi strutture di vendita deve essere
sottoposta all’approvazione di piano attuativo comunale coerente con gli
obiettivi quantitativi di sviluppo e con le politiche indicate nel Documento di
piano.
Si raccomanda altresì
un’attenta valutazione della necessità di assoggettare a pianificazione
attuativa la realizzazione di medie strutture di vendita, in particolare nei
comuni di minore consistenza demografica.
Per gli interventi
interessanti ambiti di trasformazione urbanistica indicati nel Documento di
piano tale assoggettamento risulta peraltro sempre obbligatorio (articolo 12
l.r. 12/2005).
Risulta importante che, al
momento della definizione delle nuove scelte urbanistiche, si valuti
adeguatamente l’insieme degli effetti generati dagli esercizi con superficie di
vendita di maggiore estensione rispetto alle diverse componenti commerciali,
urbanistico-infrastrutturale ed ambientale, accertando così, in via preliminare,
la loro congruenza generale rispetto agli obiettivi di corretto sviluppo degli
insediamenti richiamati in questo documento.
- Il Piano dei servizi e il Piano delle
regole
E’ importante sottolineare
la stretta attinenza tra le scelte urbanistiche relative alla programmazione
del settore commerciale e il Piano dei servizi, essendo quest’ultimo uno
strumento improntato anche a criteri di sovracomunalità, che può quindi
costituire momento di preventiva definizione di indirizzi concordati anche con
i comuni limitrofi.
Il Piano dei servizi
rappresenta lo strumento atto a promuovere una corretta integrazione delle
funzioni commerciali con i servizi pubblici di interesse generale per la
comunità; può definire infatti scelte idonee a valorizzare il comparto, quali:
- l’integrazione con i
servizi per il tempo libero, rispondendo all’esigenza di fornire attrezzature
che coniughino shopping e svago, sia all’interno delle città che in luoghi
esterni opportunamente dedicati;
- il coordinamento con la
realizzazione di parcheggi, aree di sosta e di interscambio;
- l’integrazione con
programmi comunali e sovracomunali di ricostruzione di connessioni verdi e di
reti ciclo-pedonali;
- l’eventuale raccordo con
l’attivazione di servizi culturali o ricreativi nei centri urbani;
- l’interazione con le
previsioni del Piano Urbano del Traffico e del Programma triennale delle opere
pubbliche;
- la promozione della
partecipazione delle associazioni del commercio nella realizzazione esecutiva,
gestionale e finanziaria dei servizi di qualificazione dell’offerta commerciale
locale.
Nel Piano dei servizi
particolare attenzione deve essere dedicata, nei centri storici,
all’allocazione di attività ed iniziative che funzionino anche da elemento di
attrazione e quindi potenziamento degli esercizi commerciali di vicinato e di
media – piccola distribuzione che usualmente si collocano in tali ambiti, di
cui si deve riconoscere e valorizzare il ruolo di coadiuvante essenziale nella
conservazione di elementi di qualità della vita dei centri cittadini.
Tale attenzione può
estrinsecarsi, oltre che in specifiche modalità di articolazione del comparto
del commercio nei centri storici (si pensi all’esperienza dei c.d. «centri
commerciali di vicinato», già positivamente percorsa), altresì con scelte
mirate della politica dei servizi, come, ad esempio, una funzionale allocazione
(in numero e posizione) dei parcheggi, perseguendo, tramite il contestuale
raccordo con il trasporto pubblico, l’obiettivo di disincentivare l’uso degli
automezzi privati.
Non si deve, inoltre,
ignorare che, in certe condizioni (frazioni o piccoli comuni in posizioni
isolate, prevalenza di popolazione anziana, ecc.) la salvaguardia
dell’esistenza di esercizi di vicinato di minima necessità (quali l’edicola, la
farmacia, il panificio, ecc.), che siano accessibili senza l’uso di autoveicoli
privati, costituisce di per sé un servizio essenziale, di cui si ravvisa una
crescente perdita, e che di contro deve essere garantito, anche con funzionali
forme di collaborazione attiva con gli operatori del settore e le loro
rappresentanze associative. Tale azione va spesso evidentemente intrapresa in
una logica di cooperazione a scala sovracomunale.
Si evidenzia che la
presenza della grande distribuzione e dei grandi centri commerciali può
costituire, per flusso di utenti per motivi di lavoro e per la fruizione del
servizio commerciale stesso, un significativo fattore di individuazione del
comune con caratteristiche di polo attrattore nel Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale, ai sensi dell’articolo 9, comma 5, della l.r.
12/2005, con la conseguente necessaria dotazione comunale di servizi di
interesse sovracomunale per il soddisfacimento della domanda espressa dal
bacino territoriale di gravitazione.
Il Piano delle regole si
connota come lo strumento di promozione della qualità urbana e territoriale e,
in particolare rappresenta lo strumento attraverso cui si può assicurare
l’integrazione tra le diverse componenti del tessuto edificato.
E’ quindi all’interno del
Piano delle regole che deve essere ricercato il corretto dimensionamento e
posizionamento delle attività commerciali in rapporto all’assetto urbano
consolidato, considerandole come una risorsa importante a disposizione della
pianificazione ai fini del raggiungimento di obiettivi generali di
qualificazione di parti di città e di tessuto urbano, di risanamento e
rivitalizzazione dei centri storici, di recupero e integrazione urbana di
ambiti degradati, compromessi o abbandonati.
Il Piano delle regole
dettaglierà pertanto le caratteristiche degli interventi commerciali consentiti
per le diverse situazioni urbane presenti nell’ambito comunale: centri di
antica formazione ed aree urbane centrali, aree periurbane o periferiche, aree
extraurbane di interesse sovracomunale, normando puntualmente le modalità di
inserimento di tali strutture nel contesto territoriale, avendo particolare
attenzione a:
- la disciplina
dell’assetto morfologico in rapporto alle caratteristiche funzionali,
insediative, paesistiche ed ambientali e le potenzialità di riorganizzazione
urbanistica locale conseguenti all’insediamento dell’attività commerciale;
- la specificazione delle
categorie commerciali non ammissibili in determinati contesti;
- la prescrizione di
parametri qualitativo - prestazionali riguardanti materiali, tecnologie,
elementi costruttivi finalizzati ad assicurare la qualità degli interventi in
rapporto all’efficacia energetica, alla riduzione dell’inquinamento, al
risparmio di risorse naturali;
- l’incentivazione delle
attività commerciali di vicinato.
Nello specifico
provvedimento, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della l.r. 14/1999, che la
Giunta regionale, previa comunicazione alle commissioni consiliari competenti,
dovrà predisporre, si provvederà in particolare alla definizione di specifici
criteri per la valorizzazione e qualificazione commerciale degli insediamenti
urbani.
Gli strumenti di
programmazione
negoziata
Gli strumenti di
programmazione negoziata (Programmi Integrati di Intervento, Accordi di
Programma, ecc.) previsti dalla legislazione della Regione Lombardia hanno
introdotto una nuova modalità di operare sul territorio, con l’intento di
rispondere alle esigenze di flessibilità e dinamicità del mercato, ma anche di
diffondere una nuova cultura della partecipazione al processo di formazione dei
progetti. Significativo è a questo proposito il fatto che grandi trasformazioni
territoriali, con presenza di attività commerciali, siano avvenute negli ultimi
anni, proprio attraverso il metodo della programmazione negoziata, soprattutto
con riferimento a vasti comparti industriali dismessi, sui quali si sono
riallocate iniziative di eccellenza architettonica, accompagnate da importanti
opere pubbliche.
In particolare il nuovo
modello di organizzazione spaziale degli insediamenti della grande
distribuzione, presenta significative relazioni con il ruolo che strumenti di
programmazione negoziata (Programmi Integrati di Intervento e Accordi di
Programma) possono svolgere nella concertazione tra gli enti territoriali e gli
operatori privati.
L’azione dei singoli
comuni deve essere responsabilmente esercitata con l’applicazione di idonee
modalità di valutazione del contesto urbanistico locale e, di norma, anche
intercomunale prestando massima attenzione a:
- la congruità
dell’insediamento commerciale con le caratteristiche urbanistiche e socio
demografiche generali del comune e del suo contesto territoriale più ampio;
- le caratteristiche di
accessibilità e di funzionalità dell’ambito urbano interessato
dall’insediamento e le potenzialità di qualificazione locale generate dalla
localizzazione di nuovi servizi commerciali;
- il riutilizzo di aree
degradate o comunque già interessate da precedenti trasformazioni urbanistiche,
evitando in assoluto nuovo consumo di suolo, valutando come consumo di
territorio anche gli effetti di sconfinamento, separazione, interclusione di
aree derivanti dalla localizzazione dell’insediamento e dalle infrastrutture
relative, ma anche il riutilizzo di aree in cui i valori di concentrazione per
l’inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e acque sotterranee
superino quelli limite accettabili, così come stabiliti dalla normativa
ambientale vigente;
- la presenza di funzioni
diverse da quella commerciale con la creazione di servizi commerciali
polifunzionali, privilegiando destinazioni d’uso quali funzioni di servizio
pubbliche e private, attrezzature collettive;
- l’equilibrato rapporto
tra le reti viarie e l’insediamento commerciale, favorendo soluzioni che
risolvano situazioni di criticità pregressa e garantiscano livelli di
accessibilità pubblica;
- l’inserimento del
manufatto nel contesto territoriale e paesaggistico – ambientale, non limitando
la valutazione alla struttura edilizia in sè, ma ricercando soluzioni di
qualità urbana di micro contesto;
- la possibilità di
articolazione tipologica delle attività di vendita quale fattore di
diversificazione dell’offerta commerciale e di miglioramento complessivo della
qualità urbana.
Si richiamano infine, per
quanto applicabili, gli indirizzi generali contenuti nel successivo paragrafo.
2) Indirizzi orientativi generali per le
politiche commerciali locali
I
Piani di Governo del Territorio devono elaborare le strategie, le azioni e le
nuove previsioni urbanistiche relative al settore commerciale in coerenza con i
contenuti dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale nonché con gli
indirizzi generali indicati nel presente documento.
Ai fini
della definizione delle politiche urbanistiche e territoriali, nei nuovi
Documenti di piano devono inoltre essere assunti gli indirizzi generali di
seguito richiamati.
- La
congruenza delle previsioni con il livello di gerarchia urbana che contraddistingue
il comune.
Le
nuove previsioni devono avere uno stretto raccordo con le dimensioni
demografiche locali e la capacità di attrazione del bacino d’utenza: vale a
dire che la dimensione delle strutture di vendita programmate deve essere
supportata/giustificata da una valutazione di congruità rispetto al ruolo
ricoperto dal comune nell’armatura urbana che caratterizza il contesto
territoriale di appartenenza del comune stesso, anche in riferimento
all’insieme di comuni compresi nel bacino di utenza della nuova struttura
commerciale (ruolo che deve essere verificato dal punto di vista della
popolazione residente, dei flussi di pendolarità esistenti, di eventuali flussi
turistici, della presenza di servizi connotati da lungo o medio raggio di
attrattività, ecc.).
Si
riconosce un preciso orientamento regionale nel disincentivare la
localizzazione di nuove grandi strutture di vendita nei piccoli comuni privi di
capacità di attrazione sovracomunale e, in ogni caso, nuove localizzazioni
dovranno essere verificate in coerenza con eventuali indicazioni contenute in
atti di programmazione sovraordinata, nonché valutate preliminarmente in
termini di compatibilita’ urbanistica, territoriale ed infrastrutturale.
- La
salvaguardia dell’equilibrio tra le diverse tipologie distributive.
Come
previsto nel capitolo 3 del Programma Triennale per lo sviluppo del settore
commerciale, la determinazione delle politiche commerciali non solo dal punto
di vista quantitativo ma anche da quello delle diverse tipologie di vendita deve
porre particolare attenzione alla qualificazione del complessivo sistema
commerciale locale, promuovendo la qualità dei servizi in relazione alla
funzionalità della rete commerciale e alla idonea distribuzione sul territorio;
disincentivando lo sviluppo disarticolato della grande distribuzione qualora si
configuri come fattore di squilibrio tra le diverse forme distributive sul
territorio e causa di fenomeni di desertificazione commerciale.
Deve
viceversa essere incentivata l’attività commerciale di vicinato, eminentemente
nei centri storici e nelle aree densamente abitate, come elemento qualitativo
di riqualificazione e rivitalizzazione di questi luoghi, contribuendo ad un
auspicabile processo di riappropriazione delle aree centrali da parte della popolazione
come luoghi di elevata vivibilità e di aggregazione sociale.
In
questo senso la nuova previsione di grandi strutture di vendita deve essere
verificata in rapporto alla dotazione della rete distributiva nel bacino di
gravitazione interessato, all’esistenza di situazioni di squilibrio dal lato
della domanda di strutture commerciali, all’impatto sulla media e piccola
distribuzione a livello locale.
Si
ritiene necessario che le nuove previsioni di grandi strutture di vendita
debbano generare condizioni di miglioramento nell’integrazione col tessuto
commerciale esistente anche attraverso:
-
l’adozione di meccanismi di sostegno/incentivo economico agli esercizi di
prossimità nei centri storici od in ambiti periferici densamente abitati e
sottodimensionati dal punto di vista delle strutture commerciali, prevedendo un
concorso delle grandi strutture di vendita alla realizzazione di piani e
programmi per lo sviluppo delle piccole imprese commerciali;
- il
ricorso a procedure di concertazione sovracomunale, valutando l’opportunità di
assicurare la realizzazione di opere di urbanizzazione, finalizzate a garantire
una adeguata infrastrutturazione territoriale.
Ai
fini della corretta individuazione delle aree idonee ad ospitare insediamenti
di carattere commerciale (e delle relative tipologie di vendita) si ritiene
inoltre necessario verificarne la rispondenza rispetto ad ulteriori indirizzi
di politica territoriale regionale.
- La
minimizzazione del consumo di suolo.
La
localizzazione di previsioni commerciali da parte dei P.G.T. deve essere
preferibilmente ricercata all’interno di situazioni di completamento o di
sostituzione di tessuti insediativi esistenti, qualora non causino un
insostenibile incremento del carico insediativi esistente. Al fine di assicurare
la riorganizzazione e riqualificazione del territorio urbanizzato devono essere
garantite condizioni di accessibilità e di rapporti con il contesto
territoriale circostante compatibili.
- La
compatibilità ambientale.
La
localizzazione di nuove previsioni deve essere oggetto di valutazione di
coerenza alla luce degli indirizzi e delle norme di riferimento contenute nel
Piano Territoriale Paesistico Regionale, delle previsioni in materia di tutela
dei beni ambientali e paesaggistici contenute nei P.T.C.P., nonché, e
soprattutto, alla luce delle indagini di dettaglio contenute nel quadro
conoscitivo del P.G.T.
Al
P.G.T. viene assegnato il compito precipuo di individuare le strategie
ambientali e paesaggistiche da attivare sul territorio comunale, tenendo conto
delle peculiarità dello stesso e dei processi di sviluppo da governare da cui
ne consegue la definizione dei principali obiettivi di qualità ambientale e
paesaggistica da perseguire, delle azioni da promuovere e degli strumenti più
idonei per metterle in atto.
Il
rapporto tra il nuovo insediamento ed il contesto circostante deve pertanto
essere attentamente considerato non solo al fine di dimostrare la non
compromissione con ambiti tutelati o con la presenza di elementi storici,
artistici, culturali, ambientali od ecologici da salvaguardare, ma anche al
fine di assicurare una qualità progettuale elevata che operi nella ricerca di
un rapporto chiaro e rispettoso dei caratteri formali, costruttivi e materici
del contesto, al fine di garantire l’ottimale inserimento ambientale,
minimizzando l’alterazione dell’equilibrio territoriale complessivo.
Vanno
in tal senso considerati in fase progettuale sia gli aspetti compositivo –
architettonici dei manufatti edilizi, sia la corretta localizzazione della cartellonistica
pubblicitaria e delle insegne, l’organizzazione degli spazi aperti e con essa
il trattamento delle superfici a verde, la scelta delle essenze, gli accessi
stradali e le aree a parcheggio. Sono tendenzialmente da escludere soluzioni
che prevedano la realizzazione di parcheggi esclusivamente a raso, orientandosi
preferibilmente verso proposte integrate che recuperino parte dei posti auto
all’interno del complesso architettonico con l’attenta integrazione di autosilo
o l’utilizzo delle coperture o di piani interrati.
La
corretta localizzazione del nuovo insediamento deve essere attentamente
valutata infine sotto il profilo dei possibili impatti negativi generati sul
contesto territoriale limitrofo in termini di inquinamento acustico,
atmosferico e di gestione dei rifiuti.
-
L’adeguatezza del livello di accessibilità e di dotazione di servizi.
La
localizzazione di nuove previsioni nei P.G.T. deve essere supportata da
dimostrazione relativa all’adeguato grado di accessibilità dell’area prescelta,
in considerazione della strettissima interdipendenza tra strutture commerciali
ed effetti indotti generanti criticità sul sistema della mobilità con
conseguenti fenomeni di congestione della rete e di aggravamento dei tassi di
inquinamento atmosferico. Il grado di accessibilità deve essere valutato non
solo sotto l’aspetto del mezzo di trasporto privato ma anche, e soprattutto, di
quello pubblico in rapporto al modello insediativo circostante ed al bacino di
gravitazione cui fa riferimento l’insediamento in questione. Analogamente deve
essere valutata la congrua dotazione di servizi accessori indispensabili per
l’ottimale attivazione, funzionalità e fruizione della struttura commerciale
(in primo luogo la dotazione di parcheggi, ma anche ulteriori attrezzature di
interesse pubblico e privato).
- La
conservazione degli esercizi e delle aree commerciali storiche.
Il
PGT, con adeguate disposizioni nell’ambito del documento di piano e del piano
delle regole, individua specifiche misure per la tutela e la conservazione
degli esercizi commerciali di più antico insediamento ovvero riconosciuti come
di rilievo storico in base alla vigente normativa regionale, nonché le aree
commerciali di peculiare interesse sotto il profilo dell’identità urbanistica
del tessuto commerciale comunale.
A tale
scopo viene prevista la conservazione della destinazione urbanistica esistente
e delle caratteristiche architettoniche degli immobili interessati e la
qualificazione degli spazi pubblici limitrofi.