Edizione: 04/05/2007   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA

Domani l’annuale assemblea del Collegio Costruttori che rinnoverà le cariche  
L’edilizia tiene «nonostante Prodi»  
Campana: «Le imprese in prima linea contro gli infortuni e il lavoro nero»
La presidenza del Collegio Costruttori che domani rinnoverà le cariche in assemblea
La presidenza del Collegio Costruttori che domani rinnoverà le cariche in assemblea
Campana, presidente del Collegio
Campana, presidente del Collegio

Camillo Facchini

BRESCIA

Spettatori dei lavori della nascente metropolitana cittadina, ma attori su un mercato che per i costruttori bresciani ormai non è più solamente locale, ma è sempre più extraprovinciale «anche perché - ricorda Giuliano Campana, presidente del Collegio di Brescia - qui si è in tanti e gli spazi per costruire sono quelli che sono». Ovvero non ce ne sono quasi più. Dopo un altro anno di lavoro l’edilizia bresciana fa sintesi «al termine di un 2006 che possiamo tranquillamente definire positivo - dice Giuliano Campana - con i primi mesi di quest’anno che continuano bene, ma con sempre maggiori ostacoli al nostro lavoro».
Giuliano Campana non fa alcun minuetto sintattico per dire come la pensa ed avverte che «il decreto Bersani si farà sentire sulle imprese e questo è ingeneroso verso un comparto che da otto anni traina l’economia nazionale. Nonostante questo...». Parlano i numeri: dal 1998 al 2006 in Italia gli investimenti in costruzioni sono aumentati del 23,8% in termini reali, a fronte di una crescita del prodotto interno lordo che è stata solamente dell’1,7%. Giuliano Campana aggiunge che «sempre dal 1998 al 2006 solamente i settori delle costruzioni e dei servizi hanno garantito un significativo incremento occupazionale che, per quanto concerne l’edilizia, ha toccato una crescita del 29%».
E allora via con ciò che i costruttori non hanno gradito, come il 4% su tutte le compravendite, l’innalzamento dell’aliquota dall’uno all’11% sugli immobili inseriti nei piani urbanistici, gli accertamenti fiscali «su quello che è, secondo il fisco, il valore normale: ma come lo si valuta se un immobile in una via quota seimila euro e un altro, a cento metri di distanza ma in un’altra via - dice Campana - in cui fattori sociali condizionano il mercato, quota duemila euro?». Per i costruttori bresciani «un’autentica stangata fiscale» che - ha aggiunto il presidente dei costruttori - «temevo avrebbe determinato nell’immediato effetti pesantissimi sul nostro mercato: mi riferisco agli incrementi dell’imposta ipocatastale e di quelle di registro o alla novità sconcertante che riguarda gli immobili ultimati da oltre quattro anni. Provvedimenti gravosi e onerosi che daranno origine a sperequazioni incertezze e contenziosi. A livello locale ci siamo fatti sentire ma tutto è rimasto com’era».
Temi che domani (sabato) il presidente del Collegio costruttori Giuliano Campana presenterà all’assemblea degli iscritti: 1.700 imprese con 15.000 addetti in un settore che conta a Brescia 3.500 imprese e oltre 24mila occupati di cui, ormai, uno su tre è straniero e con quasi novanta etnie differenti nei libri paga, occupati in un sistema economico «che non merita alcun tipo di criminalizzazione» ha detto il presidente del Collegio ricordando che le imprese che rispettano le regole «sono le prime e le più direttamente danneggiate dalle pseudo imprese che purtroppo esistono e non sono poche». Un danno che deriva dall’elusione contributiva, dal mancato rispetto delle regole.
«In Parlamento, ha concluso Campana, giacciono alcune proposte per la qualificazione delle imprese edili e l’Ance sta esaminando queste proposte, alcune delle quali fanno riferimento alla necessità di una formazione, verificata e documentata, altre a una qualificazione più completa e organica». I costruttori attendono una decisione.
Ma c’è anche un altro tema su cui le imprese insistono chiedendo che «per la legislazione urbanistica la frenesia di nuove norme si conceda un poco di riposo. Con le competenze concorrenti, con gli enti che si stanno orientando con notevoli difficoltà tra Piani di governo del territorio e nuovoi meccanismi, come la perequazione e la compensazione, tutti da valutare e da sperimentare, una modifica legislativa stravolgente produrrebbe solamente effetti negativi con professionisti, aziende ed enti pubblici che dovrebbero rivedere i piani in itinere. Con conseguente assenza di certezze e ritardi».