Edizione: 05/01/2008   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA
GIULIANO CAMPANA, PRESIDENTE DEL COLLEGIO COSTRUTTORI BRESCIANI 
Valore normale, inversione contabile, invenduto: i tre «tarli» dell’edilizia 
Campana (al centro) con i vice Parolini (a sx) e Paterlini
Campana (al centro) con i vice Parolini (a sx) e Paterlini
BRESCIA - Alcune novità fiscali introdotte nel corso del 2007 stanno creando seri problemi al comparto edile bresciano, a partire dal cosiddetto valore normale, «un regalo - dice ironico il presidente del Collegio Costruttori Edili di Brescia. Giuliano Campana - fatto soltanto al nostro settore». Campana non nasconde la preoccupazione che investe l’intero comparto.
IL VALORE NORMALE. «È un fatto del tutto singolare che crea profonde disparità e pone un capestro all’attività economica dell’impresa», sottolinea Giuliano Campana. «Mi spiego: se un privato vende ad un privato allora il pagamento delle tasse viene semplicemente effettuato sul valore catastale rivalutato e non sarà soggetto a quello che definirei un vero e proprio tarlo. Invece, per l’imprenditore edile il regime fiscale cambia. Parrebbe quasi di essere soggetti ad un trattamento speciale "ad personam": nel caso di vendita di immobile da impresa a privato scatta infatti un accertamento sul valore normale, dicitura peraltro ancora da spiegare, in cui s’insinuano disparità e problematiche. Con questo regime le imprese non solo hanno aggravi di spesa, ma vivono - assieme alla clientela - il rischio di una costante incertezza. È stata da poco digerita la normativa sulle fideiussioni, che sostanzialmente apre alla trattativa diretta fra costruttore e acquirente e adesso arriva un sostanziale dietrofront... La mancanza di chiarezza fiscale è il principale nemico del nostro comparto. E per giunta in questo caso coinvolge anche il cliente finale».
IL REVERSE CHARGE. «Un’altra vicenda ugualmente gravosa e ricca di problematiche è quella relativa all’inversione contabile, il reverse charge, per cui scatta un onere in più: l’Iva la paga il compratore e non il venditore, obbligo che ora viene esteso anche a tutti i fabbricati strumentali, per i quali sarà il committente a versare l’Iva allo Stato mentre l’impresa andrà a credito. Difficile capirci qualcosa. Il reverse charge - dice Campana - ha creato notevoli problemi di liquidità e soprattutto incertezza perché il lavoro edile è ricco di sfaccettature e troppe volte appaltatore e subappaltatore sono di fronte ad interpretazioni dubbie,equivoche, comunque non chiare che li espongono a sanzioni».
L’INVENDUTO. Il presidente Campana pone in risalto ancora la questione dell’invenduto a quattro anni dall’ultimazione: «In questo caso l’imprenditore, considerato che l’immobile è stato costruito in regime Iva (quindi pagando tutti i materiali con l’Iva), deve rifare tutta la contabilità da quando ha comprato l’area per quello stabile specifico, ricostruendo tutte le operazioni soggette ad Iva e rischiando di dover restituire anche parte dell’imposta a suo tempo compensata».
Al di là dell’onere (stimabile in ragione di una percentuale variabile dal 4 al 10%, ma in alcuni casi può essere anche molto di più), la difficoltà maggiore è individuabile proprio nella complessità del riconteggio.
r. ec.