Sabato 15 marzo 2008 provincia pag. 29

OPERAZIONE RICICLAGGIO. Un nuovo regolamento provinciale avallato dal Governo rende più semplice il riutilizzo di scarti di demolizione e sabbie e terre di fonderia


Rifiuti inerti: basta discariche

di Pietro Gorlani

Oltre 3 milioni di tonnellate all’anno di calcinacci derivanti da demolizioni edilizie, scorie e terre di fonderia. Il tutto opportunamente trattato. Tutto ciò potrà essere utilizzato per la realizzazione di fondamenta e «sottofondi» stradali: basterà una procedura semplificata di 20 giorni di cui si occuperanno direttamente gli uffici dell’assessorato provinciale all’Ambiente (ha sede a Brescia, in via Milano), delegato dal ministero dell’Ambiente al rilascio delle autorizzazioni.
Ciò che l’assessore provinciale alla partita Enrico Mattinzoli aveva annunciato più volte tracciando le coordinate del futuro Piano rifiuti è diventato realtà. E la novità è stata presentata ieri dallo stesso Mattinzoli, affiancato dal presidente della Provincia Alberto Cavalli e dai presidenti dell’Aib, Franco Tamburini, e del Collegio costruttori edili Giuliano Campana, con gli ultimi due impegnati a salutare un provvedimento che, evitando il conferimento in discarica dei rifiuti prodotti, permetterà ai loro associati un risparmio di oltre 20 milioni di euro. L’anno.
Nessun pericolo per l’ambiente? «Nessun pericolo - risponde Mattinzoli -. I rifiuti edili non sono pericolosi, così come le terre, la sabbia e le scorie di fonderia opportunamente inertizzate. Non parliamo di polveri di fonderia, quelle sì pericolose, che finiranno assolutamente in discarica. I restanti rifiuti possono essere trattati e riutilizzati. È un metodo di smaltimento controllato adottato da tempo in paesi come Germania o Svezia».
Plaude all’accordo anche Cavalli: «Un’iniziativa intelligente nel segno della collaborazione tra mondo dell’impresa e pubblica amministrazione, che permetterà un risparmio di territorio, visto che milioni di tonnellate di rifiuti non finiranno più in discarica, mentre per le imprese costruttrici si tratta di un risparmio di decine di milioni di euro: non dovranno più acquistare materiale di cava per la realizzazione dei sottofondi stradali».
La delega ottenuta è salutata come provvidenziale anche da Mattinzoli, che in prima persona si è speso come mediatore dell’iniziativa negli uffici del ministero dell’Ambiente: «La procedura semplificata di autorizzazione passa da 90 a poco meno di 20 giorni, semplificando davvero di molto la vita delle imprese. Le modalità per l’espletamento della normativa verranno curate dal nostro ufficio». Altra novità: la Provincia utilizzerà direttamente i materiali sorpacitati nella realizzazione delle strade di sua competenza.
Ma chi controllerà che sotto l’asfalto finiscano solo rifiuti non pericolosi? «L’intera rintracciabilità del rifiuto sarà controllata dai nostri uffici; perciò sapremo quale azienda avrà fornito il materiale». L’operazione potrebbe essere ecosostenibile per quanto riguarda i rifiuti inerti (calcinacci e materiale di demolizione macinato), mentre è più delicata la questione riguardante le scorie di fonderia, che possono contenere sostanze inquinanti. Le garanzie? Le aziende lavoreranno in regime di autocontrollo: in pratica saranno le fonderie a garantire sui propri scarti. Mentre le verifiche sull’eventuale presenza di sostanze nocive superiori ai limiti di legge (cadmio, piombo, ma anche pcb e altri composti) saranno effettuate dall’Arpa.
Facile comunque prevedere le contestazioni del mondo ambientalista, preoccupato da possibili smaltimenti di materiali pericolosi sotto le strade e le case.[\FIRMA]