Unesperienza importante per gli allievi, un cospicuo risparmio per lente pubblico

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Il verde brillante dei festoni, il rosso dei nastri decorativi e il blu-indaco del leone rampante di nuovo spiccano al di sotto del cornicione che saffaccia sul cortile dingresso da via Gezio Calini. Appollaiati in alto, lungo i percorsi creati dalla trama metallica dei ponteggi, i giovani apprendisti del restauro si prendono cura con malte e pennelli degli affreschi che impreziosivano le pareti esterne del Conservatorio e che il tempo e le intemperie hanno via via messo a dura prova fino a renderli poco leggibili, quasi confusi in una patina giallastra. Brani di concerto arrivano dalle aule, tre istituti cittadini vivono in simbiosi questa inedita esperienza destinata a "fare scuola".
«Sono una decina le strutture dellistruzione superiore di nostra competenza dotate di pregevoli caratteristiche storico-architettoniche - osserva lassessore provinciale alla Pubblica istruzione, formazione professionale ed edilizia scolastica, Giampaolo Mantelli -: a questo progetto pilota di restauro con obiettivi didattici sicuramente ne seguiranno altri». Lidea è nata dal contemporaneo emergere di una triplice esigenza: dare uno sbocco pratico agli studi degli allievi dellAccademia di Belle Arti «Santa Giulia», assicurare competenze nel campo del restauro ai ragazzi della Scuola edile, sottrarre al degrado le facciate del Conservatorio musicale «Luca Marenzio». Laccordo, firmato a fine novembre con validità triennale, impegna la Provincia alla gestione del progetto e a sostenere gli stage; lAccademia e la Scuola edile ad organizzare le attività didattiche. I materiali, i ponteggi, i trasporti e i pasti degli studenti comportano per lAmministrazione provinciale una spesa di 47mila euro: lo stesso lavoro, appaltato ad una ditta del settore, avrebbe richiesto un esborso ben più consistente, di almeno trecentomila euro. Alle finalità formative e alla valorizzazione del patrimonio il progetto aggiunge così una significativa valenza di carattere economico, rendendo più spedito il piano degli interventi di recupero. Il sopralluogo ha portato ieri le autorità munite di casco regolamentare in cima ai ponteggi per una presa di visione dellalacrità dei lavori - che abbinano in perfetta sintonia gli aspiranti artisti del restauro e i futuri tecnici delledilizia - e del pregevole esito dellimpegno che è stato messo in campo. Il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, ha apprezzato il progetto innovativo che trasferisce gli studenti dalle aule a un «cantiere a regola darte», facendo crescere motivazioni e competenze nel percorso di avvicinamento alla professione. Sulla struttura di via Gezio Calini lAmministrazione provinciale ha già investito più di tre milioni di euro e lattenzione continuerà in futuro, ha assicurato larchitetto Cavalli. Il Conservatorio oggi dispone di «una struttura allavanguardia», ha confermato il direttore Carlo Balzaretti annunciando per settembre un concerto di ringraziamento. Dellentusiasmo e dellimpegno con cui gli studenti vivono la nuova esperienza hanno parlato lamministratore delegato dellAccademia, Giovanni Lodrini e il direttore Riccardo Romagnoli. Il presidente della Scuola edile Tiziano Pavoni, il vicepresidente Fausto Savoldi Trebeschi e il direttore Antonio Crescini hanno sottolineato limportanza di creare competenze sempre più richieste, per delicati e complessi interventi di recupero del patrimonio storico. Il quattrocentesco convento agostiniano oggi sede del Conservatorio ha subito nel tempo diverse trasformazioni, in particolare negli Anni 20 del secolo scorso, quando fu qui collocata la scuola elementare «Tito Speri». Il corpo di fabbrica affacciato su via Gezio Calini presenta un apparato decorativo di ispirazione rinascimentale. Il progetto redatto dallarchitetto Daniela Massarelli e approvato dalla Soprintendenza impegna gli studenti della Scuola edile nella pulitura, nel consolidamento e ripristino degli intonaci, in collaborazione con gli studenti dellAccademia ai quali è affidato il restauro delle decorazioni ad affresco.
Elisabetta Nicoli