Edizione: 07/05/2008   testata: Giornale di Brescia   sezione:ECONOMIA

Fisco e burocrazia tra i temi principali dell’assemblea ordinaria del «Collegio» di Brescia in programma sabato 10 maggio  
Costruttori: un patto col Governo  
Campana: l’edilizia traino per l’economia e l’occupazione del Paese
Un momento della conferenza stampa al Collegio costruttori edili di Brescia
Un momento della conferenza stampa al Collegio costruttori edili di Brescia

Roberto Ragazzi

BRESCIA

«Infrastrutture, casa e ambiente». Il titolo scelto dal Collegio dei costruttori edili di Brescia per l’annuale assemblea, in programma il prossimo sabato 10 maggio, fa giusta sintesi di tendenze e filosofia a cui guarda il settore bresciano dell’edilizia: elevati standard qualitativi, ecosostenibilità, attenzione al risparmio energetico e all’ambiente. Una scelta di campo quella sposata dal Collegio guidato da Giuliano Campana, secondo per importanza in Italia per numero di imprese iscritte e contributi versati.
«Mai come in questi ultimi anni l’edilizia è stata il settore trainante per l’economia del nostro Paese ed ha costituito un’autentica trave portante per l’occupazione - ha spiegato Giuliano Campana -. In dieci anni, nella sola Lombardia, gli occupati in edilizia sono cresciuti di 80.000 addetti, pari al 33%. Mi auguro che si possa continuare con questo trend, per modernizzare il Paese, per rinnovare strategicamente le città, per rispondere alle esigenze di risparmio energetico di un’edilizia maggiormente sostenibile. Ma anche per una tutela dell’ambiente e del territorio che non sia solo "vincolo", ma valorizzazione, vivibilità ed accessibilità da parte dei cittadini».
Una modernizzazione del Paese che secondo Campana passa obbligatoriamente attraverso una maggiore efficienza della burocrazia, ma anche un Fisco più semplice e meno oneroso. Temi che stanno particolarmente a cuore ai costruttori bresciani e che saranno oggetto di discussione nell’assemblea di sabato prossimo. Ad anticiparli in una conferenza stampa è stato il presidente del collegio bresciano, affiancato da Tiziano Pavoni, presidente della Scuola edile; dal direttore del collegio Angiolino Legrenzi e dal vice direttore Francesco Zanframundo.
«Le attese del settore dal nuovo Governo sono alte - ha dichiarato il presidente Campana -. Nel programma di Berlusconi, nonchè in quello dell’attuale opposizione, l’importanza data ai temi della casa e alle infrastrutture era prioritaria. Il settore delle costruzioni è stato investito da politiche fiscali pesanti: oggi vendere e comprare una casa è diventato difficile ed ancora più costoso, con regole burocratiche troppo confuse. Chi poi acquista da un’impresa, e questo è un’assurdità riservata solo a noi costruttori, corre il rischio di contenziosi ed accertamenti fiscali».
E a dimostrazione di questo fatto Campana ha fatto alcuni esempi calzanti: l’assenza di certezze fiscali per chi acquista dalle imprese edili; il pagamento dell’Ici su aree definite edificabili da strumenti urbanistici solamente adottati e non definitivi; infine la perdita dell’Iva a monte sull’invenduto oltre quattro anni.
«Proponiamo al Governo una sorta di patto fiscale, che riduca l’onerosità e semplifichi le procedure, per un rapporto più corretto ed equilibrato tra il contribuente ed il Ministero delle finanze. L’obiettivo è rendere dinamico il mercato della casa, ampliare e migliorare il mercato delle locazioni, attirare capitali di investimento, occorre modificare la politica fiscale».
Dopo nove anni consecutivi di crescita, il comparto sta attraversando una fase di assestamento, i tempi di vendita si sono allungati, ma Campana è ottimista per il futuro: «È un momento di riflessione, non possiamo nascondere che l’elevata quantità di invenduto ci preoccupa, ma a Brescia c’è ancora una forte richiesta di abitazioni. La popolazione è rimasta stabile nella nostra provincia, ma il numero delle famiglie è in crescita e, per fortuna, la coabitazione è ridotta. Servono quindi nuove case per le nuove famiglie, per le giovani coppie o per chi si è separato. Serve una casa per chi ha temporanee necessità di studio o di lavoro, per gli stranieri, per le fasce sociali più deboli. In questo caso soprattutto la richiesta è notevole, frutto anche di una lunga assenza di interventi pubblici e di finanziamenti».