Edizione: 11/05/2008   testata: Giornale di Brescia   sezione:COLLEGIO COSTRU

Le proposte del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti  
«Guardiamo all’Europa» 
I vice presidenti del Collegio costruttori: Giuliano Paterlini e Mario Parolini
I vice presidenti del Collegio costruttori: Giuliano Paterlini e Mario Parolini



BRESCIA

«L’ottimista è colui che di fronte alle difficoltà riesce subito a vedere le opportunità che si possono cogliere». La frase di Winston Churchill citata da Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, suggerisce l’animo con il quale i costruttori devono far fronte alle difficoltà che sta vivendo il comparto.
«Siamo condannati all’ottimismo per riuscire a reagire alle inefficenze dell’Italia. Negli anni Settanta - ha detto - eravamo i primi in Europa per rete autostradale, ora siamo fanalino di coda. Anche la nostra rete ferroviaria fa acqua e questo si traduce per i cittadini in una peggiore qualità della vita, in difficoltà nello sviluppo del turismo, nei prodotti più cari perché più alta è l’incidenza del costo di trasporto».
Il nodo delle infrastrutture e degli investimenti resta centrale: «Il governo precedente aveva aumentato gli stanziamenti per le grandi opere del 20 per cento rispetto all’ultimo periodo del Governo Berlusconi, quando la dotazione per le infrastrutture fu tagliata drasticamente. Peccato che la buona volontà dell’esecutivo Prodi sia rimasta sulla carta, materialmente quei soldi non si sono visti».
Ma i finanziamenti da soli non bastano a fare ripartire le grandi opere. «È tutto il sistema che non funziona più e va rivisto, se non vogliamo accentuare il ritardo che ci allontana dall’Europa. Negli anni Settanta del secolo passato eravamo all’avanguardia per autostrade e alta velocità, poi ci siamo fermati. Vi chiederete come mai ci siamo fermati? La risposta è la burocrazia. L’Anas nel 2007 ha dovuto approvare un piano quinquennale di opere pubbliche. Le opere del 2007 sono state approvate nel dicembre 2007».
Ma Buzzetti fa altri esempi calzanti: «In Italia i progetti delle grandi opere spesso sono sbagliati; il sistema del massimo ribasso non funziona; la revisione dei prezzi è stata abolita e non tiene conto degli aumenti delle materie prime che spesso si verificano in corso d’opera, il criterio di premi e punizioni non è adeguato. Anche da noi come nel Nord Europa dovremmo ritrovare un terreno di compostezza e serietà nell’esecuzione dei lavori, con penalità adeguate, ma anche con premi quando le imprese sono più rapide del previsto. Per tutte questi problemi chiediamo alla politica di ascoltarci». (r.)