martedì 21 ottobre 2008 economia pag. 31

COSTRUZIONI E CONGIUNTURA. Il presidente del Collegio Costruttori tranquillizza sulla situazione generale e sollecita banche e politica a fare la loro parte


«CRISI EDILE? SOLO LA FINE DI UN CICLO»

di Giovanni Armanini

«Non chiamiamola crisi, ma pausa di riflessione: impossibile pensare che la crescita degli ultimi dieci anni con le abitazioni aumentate numericamente del 58% dal 2000 al 2007 sia illimitata. Più realistico capire il momento, governare la flessione e guardare avanti rimboccandosi le maniche». Serena, immune dagli allarmismi delle ultime settimane (che interessano anche un settore sostenuto a lungo dai crescenti impieghi bancari e dalle politiche dei mutui), addirittura positiva se valutata nelle sfumature. È l’analisi del presidente del Collegio dei costruttori edili bresciano Giuliano Campana, che parte dagli ultimi dati forniti dalla Cassa paritetica dell’edilizia (Cape) per dare una prospettiva del suo settore di competenza.
I NUMERI mostrano in maniera netta il rallentamento degli ultimi tre mesi, pur con una media da ottobre ancora caratterizzata dal segno positivo, sia per natalità di imprese che per occupazione. «Ma sono numeri da interpretare attentamente - commenta Campana -. Influenzati da due fenomeni: la presenza polverizzata di micro imprese che spesso resistono per poco tempo e l’onda lunga delle commesse da portare a termine». Non una crisi, quindi, ma un «fine ciclo» da interpretare. «Le imprese che nascono sono ancora legate al fenomeno dell’emersione del lavoro di extracomunitari ma anche a piccole realtà: bisogna guardarci dentro, ma non credo diano una misura del peso strutturale del settore e di eventuali criticità». È piuttosto guardando a chi è più radicato che Campana rivolge le proprie attenzioni. «Il primo fattore critico - sostiene - riguarda la liquidità aziendale. Ma mi sento di dare un segnale positivo, il Collegio è stato tranquillizzato dai principali istituti di credito attivi sul territorio: non verrà meno il sostegno. Certo è che la situazione impone uno sforzo aggiuntivo per il quale lanceremo presto un appello ufficiale». Innegabile, tuttavia, che sono le prospettive a preoccupare: «Brescia non si sta fermando, ma il settore è di fronte ad un momento in cui probabilmente ci sarà il rafforzamento di chi avrà possibilità di tenere e la scomparsa di altre realtà meno radicate. Non è concettualmente negativo, ma bisogna trovare una nuova leva di sviluppo per il futuro».
SUL MERCATO ancora più nubi che ombre. È la fascia medio - bassa a dare i maggiori grattacapi con una vitalità inferiore rispetto al passato, mentre quella alta non ha ancora consistenza, ed il terreno delle ristrutturazioni si scontra giocoforza con la ristrettezza di un mercato in crisi di consumo. «Ma in trent’anni di esperienza la fascia media è stata data per morta e rinata diverse volte. Si tratta di capire cosa è ciclico e cosa è strutturale: in questo momento abbiamo ancora fiducia nelle nostre aziende, che sono solide e possono resistere. Ed i dati mostrano anche un certo coraggio, se non proprio una incoscienza quanto meno un atto di fede nei confronti nella nostra capacità di reazione e programmazione».
UNA LEVA che chiama in causa la seconda funzione strategica che può supportare le imprese e l’intero sistema in questa fase: la politica. «Dopo una fase in cui siamo stati spremuti con una attenzione eccessiva, fino agli estremi del decreto Bersani-Visco, con una capillarità decisamente superiore a quella dedicata ad altri settori - continua Campana - siamo entrati in un nuovo clima. Valutiamo positivamente il piano casa del Governo che punta a favorire le fasce più deboli. È buono anche se migliorabile, pur con numerosi punti di domanda». La strategia? Campana pensa ad una combinazione dei fattori: «Il piano può servire se incentivato, quindi combinato con una nuova politica dei tassi di interesse ed una attenzione anche agli affitti da calmierare. Alla fine della settimana incontreremo l’onorevole Daniele Molgora al Collegio per valutare con lui i progetti del Governo ed esprimere le nostre aspettative: alla fine anche questo conferma la reale situazione del momento, stiamo alla finestra, un atteggiamento di attesa senza catastrofi in un momento di pausa, pur con una certa sofferenza».

 

Da giugno difficoltà più marcate
 
Se le medie del periodo ottobre - agosto rimangono ancora con il segno positivo è altrettanto vero che una analisi focalizzata sull’ultimo trimestre è molto meno ottimistica.
L’INCREMENTO di imprese attive nel settore, che ad ottobre del 2007 erano cresciute con un ritmo superiore al 7%, è progressivamente sceso fino all’attuale -2%. Il dato medio ancora positivo, quindi, rappresenta una pura astrazione alla luce di un ultimo semestre che ha fatto registrare tre mesi con una crescita tra lo 0 e l’1% ed un secondo trimestre di calo. A chiudere sono soprattutto le piccole e micro realtà cresciute in maniera esponenziale negli ultimi anni. Anche il dato sulla media degli operai occupati è tornato a scendere, fin sotto la soglia dei 20 mila. Cresce la massa salariale da 25,4 mln a 26,7 mln di euro, così come cresce il lavoro che in agosto ha sfiorato i 3 milioni di ore: due dati questi che sostengono l’opinione di Campana secondo cui l’ultimo periodo è servito per accelerare i tempi e chiudere numerose commesse.