Edizione: 25/10/2008   testata: Giornale di Brescia   sezione:economia
La cazzuola batte dove il dente duole  
Fisco, fisco e ancora fisco. Il Collegio costruttori incontra Daniele Molgora. Il presidente Campana: «La crisi morde». Il sottosegretario «amico» assicura: entro l’anno la deducibilità degli interessi
Feeling tra Governo e Costruttori: Molgora applaudito all’arrivo in via Foscolo nella sede del Collegio
Feeling tra Governo e Costruttori: Molgora applaudito all’arrivo in via Foscolo nella sede del Collegio
BRESCIA Lo hanno accolto con una standing ovation degna di un reduce da battaglia campale. Forse persino sorprendendolo, perché Daniele Molgora, sottosegretario all’Economia, non ha l’aria di uno abituato a queste cose. Un tratto che gli riconoscono è questo suo pacato interloquire e una indubbia capacità di maneggiare la materia frutto di un passato professionale da commercialista. Chi, più di lui, sa dei problemi, delle apprensioni e delle attese delle imprese?
Imprese per antonomasia, in questa caso: quelle edili. E ieri, al Collegio Costruttori, Molgora ha avuto il suo primo faccia a faccia con quella che - con una sorta di outing postumo - il presidente Giuliano Campana ha ricordato essere dichiaratamente una categoria «che vi ha votato e appoggiato». E dunque, ha continuato Campana guardando Molgora, adesso c’è da lavorare e - ad evitare possibili omissioni e dimenticanze - gli ha consegnato un cinque cartelle di memo riassuntive di quel che le nostre imprese si attendono dal Governo.
In sintesi c’è da cancellare quel che il Governo Prodi ha fatto, in particolare con il duo Bersani-Visco «che han fatto di tutto per far andar male le imprese». Erano interventi «malefici» al tempo, figuriamoci oggi, con questa crisi finanziaria che imperversa sui mercati del mondo. Ma se i cantieri si fermano - hanno ricordato i costruttori bresciani - vanno in tilt i 30mila direttamente sui cantieri con gli altri 50mila dell’indotto. Molgora qualche assicurazione l’ha data, in primi quella che gli interessi pagati alle banche saranno, almeno in parte, resi deducibili. Ma prima vediamo quel che chiedono le imprese.
 

Il memorandum
Nelle cinque cartelle, i bresciani hanno riassunto i sette punti a loro giudizio irrinunciabili affinché il comparto non si senta più «punito e perseguitato» tornando quindi ad essere il volàno dell’economia. La prima richiesta è quella relativa alla «indetraibilità dell’Iva per immobili ultimati oltre i 4 anni»: provvedimento francamente poco comprensibile e che sostanzialmente addossa al costruttore, che non è riuscito a vendere l’appartamento in 4 anni (e quindi già di suo ha sopportato gli oneri relativi) anche il fatto di non poter detrarre l’Iva. Poi - altra richiesta - il tema del "valore normale per il quale per le compravendite effettuate dalle imprese (e solo dalle imprese) «il decreto Bersani-Visco fa riferimento al valore normale di mercato del bene immobile ai fini tributari». In pratica: sulla base di criteri stabiliti dall’Agenzia del territorio vengono stabiliti dei prezzi "normali" sui quali si applica il prelievo fiscale "ribaltando" con qualche eccesso di troppo i valori passati: un tempo forse i valori erano troppo bassi, ma oggi - dicono i costruttori - si è oltrepassato il segno.
 

Applausi e pressing
L’elenco, come detto, potrebbe andare avanti. Due temi sono stati poi affrontati extra-memorandum: l’adeguamento dei prezzi per i lavori pubblici a seguito dell’aumento delle materie prime e - secondo - l’imposizione del patto di stabilità ai Comuni che sta creando una serie di problemi. Campana, su quest’ultimo tema, ha raccontato della situazione alla Provincia di Brescia con ritardi nei pagamenti alle imprese da luglio con il neppur sottaciuto invito alle imprese stesse a non chiedere eventuali interessi. Una situazione di difficile gestione per quelle imprese cui s’aggiunge un secondo tema connesso: il mancato riconoscimento alle imprese che lavorano per il pubblico dei costi che le materie prime (cemento, acciaio, asfalto-petrolio) hanno avuto in questi anni. Su questo tema - è stato detto dalla sala - il Governo ha manifestato disponibilità tenendo ben stretto il cordone della Borsa. E in tema di pressing l’incomprensibile ritardo che il Governo sta dimostrando nell’affrontare i problemi del settore: le casse magari non son piene, ma due righe che cancellino, ad esempio, l’indetraibilità dell’Iva dopo i 4 anni ricordati, quella la si poteva fare. Perché non si la si è fatta?
 

Interessi ed Irap
Molgora ha preso nota. Ha ricordato la breve vita del Governo, la congiuntura avversa dei mercati, il fatto che di "tesoretti" non se ne son trovati, la volontà di fare una Finanziaria rigorosa che faccia rientrare nel 2011 il bilancio entro binari solidi. Ma qualcosa c’è e qualcosa si farà. In primo luogo il Governo varerà entro l’anno una legge che consenta la detraibilità degli interessi passivi: provvedimento da sempre chiesto dalle imprese e doppiamente gradito oggi con i tassi in crescita: per le aziende sarà un sollievo da 1,6 miliardi.
Poi c’è l’Irap, una tassa-montagna da 12 miliardi di euro, che evidentemente è ingombrante ma che è difficile cancellare di colpo. Qualcosa si avvierà anche qui, ha detto Molgora che ha però voluto ricordare la precarietà delle finanze pubbliche, ma ribadendo anche la volontà di avviare una serie di interventi anti-recessione. E poi si è speso personalmente sulla vicenda dell’Iva indetraibile:l’impressione è che entro l’anno sarà cancellata. Staremo a vedere...

Gianni Bonfadini
g.bonfadini@giornaledibrescia.it