Un augurio per leconomia bresciana, nonostante laria
di crisi che rischia di «ammosciare» la notte di Capodanno
BRESCIA Abbassare i tassi, abbassare i tassi, abbassare i tassi. Quelli dinteresse, naturalmente. Al tavolo della crisi, che nel pomeriggio di ieri in Broletto ha visto la sua seconda convocazione quasi plenaria (mancavano, con motivazioni diverse, Associazione Artigiani e Compagnia delle Opere), il tema dei temi è stato un po questo: linvito chiaro e netto e ripetuto alle banche perché intervengano sui tassi. Vedano loro se legandosi al tasso ufficiale della Bce (oggi al 2,50) o mantenendosi collegate allEuribor (che vale un buon mezzo punto in più) purché - e qui sta il nocciolo del problema - si cali lo spread, ovvero quel di più che le banche aggiungono al tasso ufficiale e che oggi è - sarebbe - sulla base di quanto detto anche ieri in Broletto, ben superiore all1% quando lo scorso anno era più o meno della metà. Non sarebbe con ogni probabilità la soluzione di tutti i mali di una crisi che più si avvicina il nuovo anno più assume il color dellantracite, ma certo sarebbe una boccata dossigeno per le imprese accanto - ed è il secondo collegato tema ribadito a più riprese - ad un aumento dei plafond a disposizione delle imprese. Il quadro economico bresciano vive oggi una stretta creditizia dentro una più generale stretta economica con laggravante di aver visto in un anno le due maggiori banche locali (la Lombarda e Bipop) fondersi in Ubi e Unicredit con la conseguenza che i fidi si sono semplificati, se non dimezzati.
Attendendo due nomi
Le banche al tavolo in Broletto ieri non cerano. Ci si aspettava che lo fossero, ma in realtà il presidente Alberto Cavalli ha preferito aver prima chiaro il quadro sondando la disponibilità del sistema bancario. AllAbi, lassociazione delle banche italiane che è guidata dal presidente di Ubi Banca, Corrado Faissola, e alla Federcasse, lassociazione delle Bcc italiane guidata anche in questo caso da un bresciano, Alessandro Azzi, il presidente Cavalli ha chiesto di esprimere due nomi ai quali sottoporre ad un nuovo tavolo (che in questo caso sarà auspicabilmente più ristretto) la richiesta delle nostre imprese. I nomi ad ora non sono arrivati, «anche se ho ragione di credere - ha detto il presidente - che li avremo dopo il 7 di gennaio».
Per quel giorno è invece già fissato un incontro con i sindacati per un esame di quella sorta di "bomba" sociale che rischia di aprirsi fra 48 ore, ovvero allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, quando scadranno decine e decine di accordi per la cassa integrazione in deroga, quella - per intenderci - che grazie a fondi nazionali e regionali ha consentito di attenuare limpatto della crisi per le aziende con meno di 15 addetti.
Scuole e strade
Tempo per capire e riflettere, ha invece chiesto Cavalli a chi chiede un intervento della Provincia nel capitale dei Confidi, così da rafforzare patrimonialmente la struttura che appoggia le imprese nellaccedere al credito. Con i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali, Alberto Cavalli, affiancato dallassessore Peli e dal presidente della Cdc, Francesco Bettoni, ha riascoltato ragioni e suggerimenti, ricavandone poi una sorta di sintesi riassunta a fine pomeriggio ai giornalisti (stavolta tenuti fuori dalla porta).
Detto del credito, altro tema affrontato quello delle infrastrutture. Naturalmente non ci si inventa nulla da una settimana allaltra, ma Cavalli ha voluto sintetizzare alcuni aspetti. La Provincia per il 2009 spenderà 40 milioni di euro in 5 cantieri stradali; per il 2009, poi, e questa è una novità, potrebbe essere appaltato il cantiere per la Barghe-Trentino visto che i 75 milioni di euro necessari oggi sono tutti disponibili; confermato poi lavvio del cantiere della Centro Padane (per la corda molle da Concesio a Montichiari), oltre a 30 milioni per ledilizia scolastica.
Gianni Bonfadini