Edizione: 11/03/2009   testata: Giornale di Brescia   sezione:economia
Crisi e ripresa Giuliano Campana 
«Se non ora, quando comprare casa?»  
Tassi d’interesse giù, scelta amplissima, prezzi calati. Il presidente del Collegio Costruttori: «Il mercato immobiliare non è mai stato tanto conveniente». C’è un problema che tocca le famiglie: «Le banche sono restie a dare il mutuo»
Giuliano Campana, presidente dei costruttori<BR> bresciani, associazione fra le maggiori in Italia
Giuliano Campana, presidente dei costruttori
bresciani, associazione fra le maggiori in Italia

BRESCIA A Giuliano Campana gli è rimasto qui un titolo del nostro giornale (roba di qualche mese fa), nel quale, papale papale, scrivevo a tutta pagina: «Trattare, trattare, trattare» . «Ora - dice lui - io capisco che si debba trattare, ma qui qualcuno ha scambiato la trattativa per una estorsione. C’è chi viene da me, mostra la pagina, e mi chiede - anche lui papale papale - uno sconto del 40%. Del 40%: ma siamo impazziti?».
La chiacchierata con il presidente del Collegio dei costruttori bresciani parte da qui. Nulla di tragico, intendiamoci: in fondo, il "trattare-trattare-trattare" resta sempre un buon consiglio. Oggi, come spesso si ripete, il coltello dalla parte del manico l’ha chi vuole comprare.

Campana, è vero o non è vero che il mercato è calato, che le compravendite sono in diminuzione vistosa e quindi oggi si possono spuntare prezzi ragionevolmente migliori?
«Lei dice bene: ragionevolmente. Vediamo di capirci e di far capire. Che i prezzi da un anno in qua siano in calo o in assestamento è fuor di dubbio. Ma il problema è di quanto. Un 5-7, forse persino un 10% ci possono stare. Ma il 40%...

«D’accordo, il 40% è troppo. Ma qualcuno sostiene che non è infrequente spuntare un -20%...
«Torno al discorso di prima: cerchiamo di capirci. Un 20%-30% in meno rispetto ad un anno fa è più che possibile se a vendere è un privato, qualcuno che vuol vendere la sua vecchia casa per comprarne una nuova. L’ha acquistata 15-20 anni fa ed oggi si è notevolmente rivalutata. Forse l’anno scorso chiedeva troppo; metterei nel conto anche che una casa che ha venti o trent’anni è impiantisticamente obsoleta. Ribassi simili direi che in qualche caso sono dovuti. Ma una impresa come fa a vendere con uno sconto simile?

Non saprei. Perché un’impresa vende con questi sconti?
«Significa che aveva gonfiato i prezzi prima, oppure che è allo stremo, che è costretta a vendere. Ma queste sono situazioni anomale, non si può dire che sia una situazione generalizzata. Non fanno mercato. Io continuo a credere che una impresa "normale", che abbia costruito con regole e modi dovuti non possa fare sconti oltre il -5-7%, toh: il 10% ma siamo ai limiti. E come fa? Se fa i conti come dovrebbe non può praticare ribassi superiori. A meno che non avesse gonfiato i prezzi prima. Ma sa una cosa? Adesso il problema del prezzo è quasi secondario. Il problema oggi è avere il mutuo per l’acquirente».

Lei sta dicendo che la stretta al credito tocca anche le famiglie oltre che le imprese?
«Sissignore. Il problema oggi è un po’ questo. Siamo passati da un eccesso all’altro. Fino a due anni fa, alcune banche e finanziarie arrivavano a coprire fino al 100%, in qualche caso anche più, il costo dell’appartamento. Oggi siamo all’esatto contrario: o negano il finanziamento o arrivano al 50-60%, al 70% a strappare. A me pare una situazione inverosimile. Il risultato è che la crisi si avvita: le famiglie (pur rare) che vogliono comprare casa trovano finanziamenti con difficoltà, le imprese non vendono quindi sono costrette a far cassa integrazione e chi va in cassa non immagina certo di acquistare casa. È una situazione ben strana, visto che mai come oggi sarebbe conveniente acquistare casa: i prezzi sono calati, i tassi d’interesse sono al minimo storico, sul mercato c’è ampia scelta. E quindi verrebbe da ripetere: se non ora, quando mai si può acquistare una casa? Forza: lo dico alle banche, alle famiglie e anche al Governo: che si decida a intervenire sulla fiscalità immobiliare».

Sia gentile. Spieghiamo bene. Cosa avete chiesto al Governo?
«Una serie di cose. Su alcune ha detto sì, su altre ha detto che ci penserà. L’Ance, la nostra associazione nazionale, ha chiesto, ad esempio, di ridurre l’Iva al 4% anche per chi acquista la seconda casa. Possiamo immaginare una misura temporanea: per due anni l’Iva è tutta al 4%. Sarebbe un modo per dare fiato al comparto edile che, lo ricordo, vale con l’indotto più del 20% del Pil. E poi c’è la questione della tassazione: non si capisce perché mai sul guadagno di Borsa si paghi il 12,5% e sull’affitto il 43%. Da anni si parla di una sorta di cedolare secca al 20%: mi parrebbe una soluzione in grado di incentivare il mercato dell’affitto e che potrebbe fare emergere un po’ di evasione».

Capisco l’obiezione, anche se di questi tempi parlare di guadagni in Borsa è quasi beffardo...
«Intendo dire che ci deve essere pari trattamento perché solo così si rilancia il mercato degli affitti con un duplice effetto: si riavviano i cantieri e si offre una opportunità a chi cerca casa in locazione».

Il Governo, però, ha annunciato un nuovo piano casa e un piano per le infrastrutture.
«Sul piano casa staremo a vedere. Non abbiamo ancora avuto modo di leggere il dettaglio. Comunque sia: ben venga. Quanto alle infrastrutture, però, abbiamo fatto sapere che siamo naturalmente d’accordo nell’avvio dei grandi lavori che, inevitabilmente, coinvolgeranno le grandi imprese. Ma che il grosso dell’edilizia è fatto da piccole e medie imprese. Accanto ai grandi lavori ci sono interventi più contenuti per spesa ma che sono attesi dal territorio e che avrebbero un effetto non trascurabile: essere rapidamente cantierabili. Ne abbiamo fatto una lista all’Ance che, a sua volta, li ha trasmessi al Governo.

Facciamo tre esempi. Che cosa si potrebbe rendere rapidamente cantierabile nel Bresciano?
«Ecco qua. Sulla ex Statale 237 del Caffaro, il lotto in variante da Ponte Re di Barghe a Idro sud. Secondo caso: la terza corsia e la corsia di emergenza sulla ex Statale 11 Padana Superiore fra il casello di Brescia Centro della A4 e il casello di Brescia Est compreso con svincoli su via Serenissima di Rezzato e vicino al casello Brescia Est. Terzo esempio: la Berzo Demo-Edolo è da adeguare e va costruita la variante Est di Edolo con il collegamento alla Statale 39. Finisco qui, ma l’elenco potrebbe andare avanti».

Gianni Bonfadini
g.bonfadini@giornaledibrescia.it