BRESCIA
Dopo che la crisi finanziaria ha contagiato leconomia reale, i costruttori edili tornano a rivendicare il ruolo del settore proprio per superare lattuale fase di recessione. «Chiediamo al sistema bancario - ha detto Giuliano Campana, presidente del Collegio costruttori edili di Brescia, nellincontro di presentazione dellassemblea annuale in programma sabato - di prestare particolare attenzione agli investimenti in edilizia, specialmente quelli più innovativi, legati al disagio abitativo e alla riqualificazione del territorio, tenendo presente che noi non costruiamo castelli di carta, ma di pietra».
Si torna a parlare di edilizia
Finalmente, ha sottolineato Campana, dopo anni di silenzio o di accuse al settore, ultimamente si torna a parlare positivamente delledilizia. «I costruttori edili - ha spiegato il presidente del Collegio - non hanno mai usufruito di incentivi: eppure a Brescia ledilizia dà lavoro direttamente a più di 20mila persone, mentre considerando lindotto si arriva a 70mila. In tutta Italia, inoltre, sono circa 2,5 milioni le persone che lavorano nelle costruzioni». Per questo i vertici del Collegio costruttori bresciano (Campana è affiancato dai vicepresidenti Mario Parolini e Giuliano Paterlini) spiegano che «far ripartire ledilizia significa far ripartire tutta leconomia». Una tesi sposata (almeno a parole) anche dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenuto recentemente agli Stati generali delle costruzioni.
«Ora che sappiamo che si tratta di una tesi condivisa dai vertici del Governo - ha detto Parolini - ci aspettiamo interventi concreti, sia a livello fiscale che nella programmazione di opere pubbliche».
Le richieste dei costruttori
Ieri Campana ha anche anticipato alcuni temi che tratterà sabato, nella relazione che introdurrà lassemblea. «Proponiamo al Governo - ha detto il numero uno del Collegio - di eliminare lIci sullinvenduto e di prevedere, fino al 2010, di ridurre lonere fiscale dellIva a carico dellacquirente, con lintroduzione della detrazione fiscale del 50%, rendendo così più interessante linvestimento immobiliare rispetto a quello finanziario. Inoltre - ha concluso Campana - si potrebbe applicare unimposta sostitutiva per i redditi di locazione che ne equipari la tassazione a quella delle rendite finanziarie».
Da un lato, quindi, è necessario, secondo i costruttori, rendere più appetibile linvestimento immobiliare privato («perché lasciando i soldi in banca, regolarmente li perdiamo»), dallaltro è opportuno far ripartire le infrastrutture, cui viene destinato solo il 2% del Pil (mentre nei principali Paesi europei si utilizza per le opere pubbliche il 2,5% della ricchezza prodotta). Tutto questo per superare una crisi che è arrivata in ritardo rispetto agli altri settori economici ma che, secondo Campana, potrebbe essere superata presto, anche se è impossibile fare previsioni.
La crisi e la selezione
«Senza dimenticare - ha voluto sottolineare il presidente - che la fase attuale può portare con sé anche conseguenze positive: speriamo che spariscano quegli immobiliaristi che non hanno niente a che fare con il nostro settore e che puntano sulla speculazione. Invece la sfida della crisi la vinciamo solo investendo sulla qualità del prodotto».
Per questo, secondo Parolini, «se ci sarà una selezione delle imprese (che sono già calate del 10% rispetto allo scorso anno), ci auguriamo che questo avvenga sulla base della serietà dimostrata in passato e sulletica del presente. Chiediamo che, anche per i lavori privati, sia richiesta la qualificazione dellimpresa».
Tocca a Giuliano Paterlini ricordare che «la crisi è davvero seria: i lavori privati sono crollati e vengono chiesti forti sconti». Il piano casa? «Potrebbe diventare davvero interessante - spiegano i responsabili del Collegio - se laumento di cubatura del 35% in caso di ricostruzione fosse esteso anche alle aree industriali».
Guido Lombardi
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