APPALTI PUBBLICI - INDIVIDUAZIONE DEI REATI
IN DANNO DELLO STATO E DELLA COMUNITA’
(Consiglio
di Stato sez.V 12/6/2009 n. 3773)
1.Quanto al significato da attribuire
all’espressione <<reati … in danno dello stato o della Comunità>>
deve ritenersi che il legislatore non abbia inteso fare riferimento a tipologie
di reato qualificate dal soggetto passivo atteso che:
a. una simile restrizione non si evince dalle
direttive comunitarie;
b. non esiste nell’ordinamento penale
italiano una categoria di reati in danno dello Stato o della Comunità.
Si deve percị ritenere che con tale
espressione la legge abbia inteso allargare l’area territoriale dei reati
rilevanti ai fini dei pubblici appalti, intendendo fare riferimento sia a
quelli compiuti sul territorio dello Stato italiano, sia a quelli compiuti nel
territorio della Unione europea; l’espressione Stato và percị intesa come
Stato comunità nel cui ordinamento la tutela del lavoro assume particolare
rilevanza (artt. 1, 35 seg. Cost.).
2. La condanna, anche a mezzo di decreto
penale o sentenza di applicazione della pena, per reati colposi contro la vita
e l’incolumità individuale, aggravati dalla violazione delle norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro, costituisce legittima causa facoltativa
di esclusione dalle procedure di appalti pubblici, a mente del combinato
disposto degli artt. 38, co. 1, lett. c), ed e), del d.lgs. 12 aprile 2006, n.
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