LA REGIONE HA ATTUATO IL PIANO DI PREVENZIONE DEI RISCHI DA GAS RADON
Con circolare H1.2011.0037800 del
27/12/2011, la Regione Lombardia ha sollecitato i Comuni ad attivare, entro tre
anni dall’emanazione da tale circolare, le procedure per la revisione dei
Regolamenti Edilizi Comunali e ad adottare norme tecniche basate sulle “Linee
guida per la prevenzione del rischio da esposizione al gas radon in ambienti
indoor”, allegate alla circolare stessa.
Si sottolinea che si tratta di
accorgimenti e interventi edilizi che hanno in linea di massima costi molto
contenuti.
Diversamente da quanto avvenuto
in altre regioni (per esempio, il Veneto), la Lombardia non intende
identificare i Comuni in cui la concentrazione di radon è statisticamente più
alta (individuandoli quindi come priorità di intervento), ma ritiene che tutto
il territorio lombardo debba attivarsi per la Prevenzione di tale rischio negli
ambienti di vita.
Le linee guida sopracitate, dopo
una breve presentazione delle caratteristiche del rischio da esposizione a gas
radon, ne mostrano cause ed effetti, illustrano i metodi per prevenire tale
rischio, abbattendo la presenza del radon nell’intorno degli edifici e facendo
una distinzione tra edifici nuovi ed edifici esistenti.
Tali linee guida intendono
rappresentare uno strumento operativo per i Comuni, per i progettisti e per
i costruttori di edifici e mirano a fornire indicazioni e suggerimenti
riguardanti la realizzazione di nuovi edifici radon-resistenti e le azioni per
ridurre l’esposizione al gas radon nel caso di edifici esistenti, anche in
sinergia con gli interventi finalizzati al risparmio energetico.
Le evidenze scientifiche rilevano
l’opportunità di intervenire sin dalla progettazione dell’edificio, attraverso
sistemi che prevedano la riduzione sia dell’ingresso del gas radon
nell’abitazione che la sua concentrazione negli ambienti chiusi al fine di
contenere l’esposizione dei suoi abitanti al gas. Tali interventi possono
essere anche realizzati durante interventi di manutenzione straordinaria che
prevedano il coinvolgimento dell’interfaccia suolo-edificio.
Le azioni proposte per la
mitigazione, se previste in fase di cantiere, hanno un impatto economico ancor
più limitato rispetto ad opere di bonifica da intraprendere in edifici già
ultimati; in ogni caso considerando il rapporto costo/beneficio, sono
giustificati anche interventi finalizzati alla riduzione di concentrazioni di
radon medio-basse, e non solo alla riduzione dei
valori più elevati.
Le indicazioni operative fanno
riferimento ai seguenti documenti:
• Rischio di tumore polmonare
attribuibile all’esposizione al radon nelle abitazioni nelle regioni Italiane.
Primo rapporto sintetico. CCM - Ministero della Salute. 2010
• Raccomandazione
sull’introduzione di sistemi di prevenzione dell’ingresso del radon in tutti
gli edifici di nuova costruzione del Sottocomitato Scientifico del progetto CCM
“Avvio per Piano Nazionale Radon per la riduzione del rischio di tumore
polmonare in Italia”. 2008
Si ricorda che il radon è un gas
nobile radioattivo, incolore ed inodore, derivante dal decadimento radioattivo
dell’uranio, presente naturalmente nelle rocce e nei suoli quasi ovunque, con
concentrazioni variabili a seconda della tipologia di roccia. Per esempio,
rocce come lave, tufi, pozzolane e graniti, essendo più ricche d’uranio possono
presentare e rilasciare maggiori quantità di radon rispetto ad altri tipi di
rocce.
Essendo il radon un gas nobile,
può liberamente muoversi attraverso le porosità del materiale e raggiungere
l’aria in superficie. Il grado di emanazione del radon dal suolo non dipende
solamente dalla concentrazione dell’uranio nelle rocce, ma anche dalla
particolare struttura del terreno stesso. Tanto maggiori sono gli spazi interstiziali
presenti nei minerali e fessurazioni delle rocce che compongono il terreno,
tanto più radon sarà liberato nell’aria dal sottosuolo. Nell’aria esterna non
raggiunge mai concentrazioni significative e pertanto il rischio di esposizione
delle persone è estremamente basso.
Tuttavia se il gas radon entra in
un ambiente chiuso, quale un’abitazione o un luogo di lavoro, a causa del
limitato ricambio d’aria, questo può raggiungere concentrazioni in aria
rilevanti e tali da esporre la popolazione a rischi per la salute.
La risalita del gas radon dal
suolo verso l’interno dell’edificio avviene per effetto della lieve
depressione, causata essenzialmente dalla differenza di temperatura tra interno
ed esterno dell’edificio, in cui viene a trovarsi l’interno dell’edificio
rispetto all’esterno per fenomeni quali l’“effetto camino” e l’“effetto vento”;
tale depressione provoca un “risucchio” dell’aria esterna, anche dal suolo,
verso l’interno dell’edificio.
Il fenomeno è più significativo
quanto maggiore è la differenza di temperatura tra interno ed esterno
dell’edificio.
Attualmente studi scientifici
confermano che il radon è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo
per molti paesi del mondo.
È inoltre stato verificato che vi
è una maggior probabilità di induzione di tumore al polmone per persone che
fumano o che hanno fumato in passato, rispetto a coloro che non hanno mai
fumato durante la loro vita e in ogni caso, che il radon è la prima causa di
tumore al polmone per i non fumatori.
In particolare, recenti studi sul tumore al polmone in
Europa, Nord America e Asia ne attribuiscono al radon una quota di casi che va
dal 3% al 14 %.
Gli studi indicano
che il rischio del tumore al polmone aumenta proporzionalmente con l’aumentare
dell’esposizione al radon. Tuttavia, essendo un numero molto alto di persone
esposto a concentrazioni medio basse, ne deriva che la maggior parte dei tumori
al polmone correlati al radon, sono causati da livelli di concentrazione medio
- bassi piuttosto che da alti.